ATP Miami: Nadal supera Raonic e trova Berdych, che batte Dolgopolov

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ATP Miami: Nadal supera Raonic e trova Berdych, che batte Dolgopolov

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TENNIS ATP MIAMI –  In oltre 2 ore Nadal batte Raonic (46 62 64) e va in semifinale dove troverà Berdych, che ha battuto in due set (64 76) Dolgopolov.

[1] R Nadal b [12] M Raonic 46 62 64 in 2h35′

Non aveva mai vinto nemmeno un set in quattro precedenti scontri diretti, Milos Raonic, e per poco non è riuscito a fare lo sgambetto al n.1 del mondo Rafael Nadal. Intendiamoci, non ci sono stati match-point o momenti in cui il match avrebbe potuto precipitare il favore del canadese: Nadal, dopo la sconfitta nel primo set ha vinto abbastanza agevolmente il secondo e nel terzo non ha concesso che quattro punti in cinque turni di battuta, ma per lunghissimi tratti delle 2 ore e 35 di gioco che sono state necessarie per concludere il match, Raonic ha tenuto sotto scacco il maiorchino giocando con grande sagacia tattica e mettendo in mostra doti tecniche che spesso gli vengono negate.

La partita è stata particolarmente lunga anche e soprattutto perché entrambi i protagonisti hanno utilizzato tutto il tempo a disposizione tra un punto e l’altro, fino a sforare spesso e volentieri i 25 secondi concessi. Solo Nadal ha ricevuto una ammonizione ufficiale dal giudice di sedia Cedric Mourier, nel corso del secondo set, ma ce ne sarebbero potute essere molte di più.

Nonostante una percentuale di punti vinti sulla seconda di servizio altamente deficitaria (21%), Raonic riesce a conquistare il primo set difendendo benissimo i suoi turni di battuta, annullando con grande coraggio le tre palle break concesse e mettendo molta pressione a Nadal quando ha servito sul 4-5: due diritti vincenti ad inizio game hanno spostato il baricentro del gioco verso la rete, dove Raonic ha saputo conquistare sette punti su 10 nel parziale, forzando Nadal a commettere i due doppi falli che hanno chiuso il parziale. “Nel primo set non ho sfruttato le occasioni chi ero riuscito a crearmi e che avrebbero potuto cambiare completamente la storia del match – ha detto Nadal in conferenza stampa – E’ chiaro che quando mi conquisto una palla break contro Raonic, e riesco ad iniziare lo scambio, il favorito per vincere il punto dovrei essere io. Invece in quella occasione non sono riuscito a trasformare le mie chance. Sono comunque stato fortunato ad iniziare il secondo set con un break”.

Raonic infatti cede il servizio in apertura di secondo parziale, facendosi rimontare da 30-0 e chiudendo con un doppio fallo, ripetendosi poi due game più tardi per concedere a Rafa un 3-0 pesante che di fatto consegna il set allo spagnolo. “Dopo quel primo set credo che il suo approccio sia stato migliore del mio – ha detto Raonic – eravamo entrambi in difficoltà, credo che lui si sia sciolto un po’, ovviamente è stato in quel tipo di situazioni più frequentemente di quanto non sia capitato a me, ed ha gestito il tutto in maniera più efficace, sia dal punto di vista mentale sia da quello strategico”. Il canadese continua ad avere percentuali ottime sulle discese a rete (sarà 8 su 12 la sua statistica alla fine del set), fatica ancora con la seconda (36% di punti ottenuti), ma riesce a mantenere gli scambi sulla diagonale “destra” (ovvero il suo diritto contro il rovescio di Rafa), e quando può lascia andare il diritto. Anche se questo gli provoca qualche errore gratuito in più, in ogni modo gli consente di rimanere nello scambio: “Oggi credo che lui abbia gestito i palleggi da fondo molto meglio di quanto non abbia fatto nelle partite precedenti, ha sbagliato molto meno – ha spiegato Nadal – e quando ti trovi a giocare contro un avversario che ha il servizio che ha lui e che in aggiunta riesce a rimanere competitivo negli scambi da fondo ed a cercare il punto con il diritto, capisci che sei nei guai”.

La prima palla break del terzo set è nel game d’avvio in favore di Rafa, il quale però non riesce ad approfittare della seconda di servizio di Raonic. Il canadese è molto accorto a variare angoli e velocità dei suoi servizi, approfittando del fatto che Nadal decide di rimanere 4-5 metri fuori dalla riga di fondo a rispondere, trovandosi spesso e volentieri a dover controbattere palle quasi in tribuna o ben più in alto della sua testa. Sul 2-3 il maiorchino cambia qualcosa sullo scacchiere: tiene la battuta a zero con quattro diritti vincenti, aggirando il rovescio per togliersi dalla diagonale “destra” su cui gli scambi sono fissati dall’inizio del match. Nel successivo settimo game arriva la svolta: Nadal va 0-30, Raonic ha la palla del 4-3 ma manca un diritto, poi ne manca altri due e sulla palla break spedisce fuori un rovescio, dando via libera a Rafa.

Ora lo spagnolo può proseguire la rincorsa al primo titolo in carriera del Sony Open di Miami affrontando in semifinale Tomas Berdych, contro il quale ha vinto 17 dei 20 scontri diretti e contro cui non perde dal lontano 2006. “Anche in Australia non avevo mai perso con Wawrinka, ed avete visto come è andata – ha tagliato corto Nadal – domani giocherò con uno dei migliori tennisti al mondo e dovrò giocare il mio miglior tennis se voglio vincere”.

(Da Miami, Vanni GIbertini)

[7] T Berdych b [22] A Dolgopolov 64 76(3) in 1h45′

I primi a scendere in campo per completare le semifinali della parte alta del tabellone maschile erano Tomas Berdych, alla ricerca della vittoria numero 450 in carriera, e Alexandr Dolgopolov, giustiziere di Wawrinka. Sebbene il ceco partisse con un leggero vantaggio, visti i precedenti favorevoli (tre vittorie a zero, curiosamente tutte ottenute in occasione del Masters 1000 del Canada), il match poteva considerarsi meritevole di una “tripla” grazie agli ottimi risultati ottenuti quest’anno da entrambi. Sotto un cielo che non prometteva niente di buono era l’ucraino quello a uscire meglio dai blocchi, beneficiando di un paio di  errori di rovescio dell’avversario che gli permettevano di conquistare il break in apertura. Già nel secondo gioco però si palesavano le difficoltà odierne del servizio di Dolgo, tanto che alla fine la percentuale di prime sarebbe stata inferiore al 50% con addirittura solo il 35% di punti vinti  sulla seconda.  Ottenuto l’immediato contro break, Berdych avrebbe avuto altre occasioni per allungare prima che la pioggia imponesse una pausa di mezz’ora sul 4-4, 15-15.

L’interruzione non portava consiglio a Dolgopolov che, anzi, dopo aver salvato un primo set point costringendo Berdych all’errore di dritto, su un secondo a sua volta sbagliava di rovescio quando durante tutto lo scambio l’unica preoccupazione dell’avversario era stata unicamente quella di rimettere la palla dall’altra parte della rete. Perso il primo parziale, l’ucraino non sembrava ricominciare deciso a cambiare le sorti del match e iniziava a lamentarsi un po’ del pubblico e un po’ delle palle (da tennis). Eppure, grazie a un game nel quale riusciva a  dare al propri tennis una maggiore solidità pur non priva della solita genialità, riusciva a issarsi prima sul 4-2 e poi 5-3.

Ma dall’altra parte  della rete Berdych non era da meno, andandosi a prendere nel nono gioco il contro break, dopo aver annullato in precedenza un set point, con una risposta di dritto accolta senza troppo entusiasmo da un pubblico desideroso di vedere il terzo set. A spegnerlo definitivamente nel tie break successivo arrivavano gli ace dell’uno e gli errori dell’altro, che con un passante di rovescio a rete consegnava a Berdych la vittoria numero 450 e la certezza di entrare dopo la fine del torneo almeno tra i primi cinque del ranking. Per Dolgopolov sfumava invece la seconda semifinale consecutiva in un Masters 1000 dopo quella di Indian Wells e la possibilità di tornare a respirare, dopo oltre un anno, aria di top 20.

A fine match Dolgopolov si è detto comunque soddisfatto di quanto fatto finora: “Contro Wawrinka mi sentivo bene, oggi ero stanco non riuscivo a concentrarmi come avrei voluto. Ho avuto le mie possibilità ma ho regalato troppi punti. Le mie prestazioni sono state altalenanti per tutto il torneo. In ogni caso riuscire a competere nelle condizioni odierne con un giocatore come Tomas è davvero  un’ottima notizia. Ovviamente non sono felice di aver perso, soprattutto se penso al set point che ho avuto nel secondo set. Il vantaggio di occupare una posizione di alta classifica è quello di poter giocare di meno: così si possono evitare alcuni tornei concentrandosi sugli allenamenti e tornare quando si è raggiunta la forma voluta. Prima della tournée sudamericana ero numero 54 del mondo e avevo bisogno di punti, adesso finalmente potrò concentrarmi solo sugli avvenimenti più importanti. Ho in programma un po’ di riposo ma sono consapevole che il lavoro in queste ultime settimane ha pagato e stiamo andando nella direzione giusta“.

Berdych: “Giocare con lui è sempre molto difficile, è un giocatore che non ti dà ritmo e se non sei in forma finisci per fare quello che vuole lui. Oggi poi c’era molto vento. Sono molto soddisfatto della mia prestazione, sono sempre stato concentrato e ho avuto pazienza”. Sulla Coppa Davis. “Credo che una buona soluzione sarebbe giocarla ogni due anni, magari integrandola con le Olimpiadi. Ovviamente non mi occupo di queste cose e la mia è solo un’opinione, ma per rendere la Davis più attrattiva occorre investire molti soldi così da attrarre i migliori giocatori del circuito”.

(Da Miami, Massimiliano Di Russo)

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