Sara Errani a fine corsa?

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Sara Errani a fine corsa?

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TENNIS – La sconfitta a Charleston per mano di Belinda Bencic è l’ennesimo campanello d’allarme sulle possibilità di Sara Errani di rimanere ai vertici del tennis, oppure Sara aspetta il riscatto sulla terra rossa?

Mentre tutti erano a seguire preoccupati la Coppa Davis napoletana, il “capitombolo” della Errani a Charleston è potuto passare inosservato. Che potesse cadere con la Bencic era francamente da temersi, anzi fortemente probabile data la scarsa vena attuale della nostra e il momento di “non confidenza”. Prima di rispondere al mio titolo è però bene fermarsi a considerare questa giocatrice “svizzera” che l’ha battuta. La quale è a 17 anni una delle tre o quattro del suo millesimo, 1997, che stanno salendo prepotentemente nei quartieri alti della WTA. Direi, di queste, la più forte in assoluto, e quella più vicina a un’esplosione eccellente. Si sarebbe puntato d’acchito sulla Konjuh, ma Bencic ha ingranato in questo inizio anno varie marce in più. Che fosse competitiva lo testimoniano i progressi in classifica, attualmente numero 91, e, guardando ai casi nostri, la recente vittoria contro la Errani.

Dunque la Svizzera trova forse un Federer al femminile, e sarà già stato detto e insinuato e profetato da molti. Anche se BB, forse la potremo ribattezzare così, ha origini slave come dice il nome, e buon sangue non mente: Seles? Hingis? Ivanovic? Fate voi. Chi come me è un guardone di giovanili femminili ben ricorderà dal vivo questa giocatrice, vincitrice l’anno scorso del Bonfiglio. Ricordo che ha vinto anche a Salsomaggiore, naturalmente da quindicenne.

Ora la cosa notevole è che la Bencic vinceva sì praticamente tutto l’anno scorso, ma senza maramaldeggiare. Qualche italiana come la Matteucci ci ha perso ma non di goleada e tenendo anche per un set. Se ne deve dedurre che certe giocatrici di razza fanno nel tempo di mesi progressi che ad altre richiedono anni. Le italiane non sono fra queste: non ricordo di tenniste nostrane esplose nottetempo e salite ai vertici prima dei diciott’anni, come le slave e le americane. Nel frattempo quelle che la Bencic batteva l’anno scorso fanno ancora il giovanile, e devono sudare per vincere.

La Errani? I risultati di una giocatrice sono naturalmente sempre in funzione del suo rendimento oggettivo, e del rendimento delle avversarie. Il fattore A è diminuito, quello B aumentato: ergo i risultati declinanti della nostra Sara. Che a questo punto non ha nemmeno l’attenuante delle superfici. Sara è sì penalizzata sull’erba, diciamo anche un 40% del potenziale, laddove solo direi un 10/15/20 massimo sul duro. Dunque una sconfitta sulla terra, per quanto americana, è probante, in negativo.

Sara non gioca molto diverso o peggio del solito e di quanto ha fatto da due anni a questa parte, riscuotendo ottimo successo per i suoi oggettivi mezzi tecnico-atletici. Ha perfezionato un modulo che però è stato via via sopraffatto da giocatrici che non lo soffrono, e il cui numero è recentemente aumentato.

Si è detto spesso che Sara è un’incontrista, e un punto di forza del suo gioco è il passante, se l’attacco dell’avversaria è abbordabile: passante in contropiede, fintato, o lob liftato millimetrico. Se l’avversaria è facile può lei stessa scendere a rete dove ha un buon gioco di volo; o coprire bene la smorzata se lei è dentro il campo e l’avversaria dietro la riga. In realtà il gioco di Sara è oggi come oggi soprattutto basato sullo scambio estenuante da fondo, soprattutto rovescio contro rovescio, o cercando di liftare parecchio la palla e di piazzarla sempre nei pressi della riga di fondo, senza dare troppo angolo. È la vecchia tattica che punta all’errore, presto o tardi, dell’avversario: non a costruirsi il vincente. Ammetto: qualche volta – ma ci vuole la palla comoda, lenta, che ti permette di piazzarti bene – chiude con il rovescio lungolinea.

Il pericolo di questo gioco è di due tipi: se Sara accorcia di un metro e l’avversaria è di quelle buone, Errani è fritta e perde il punto, subendo o sbagliando; anche fatto bene quel gioco di rimessa sostenuta a tante non fa più neanche il solletico. La speranza è che presto si colmi questo gap sui campi più lenti in terra. A me pare, non so a voi, che Sara si prepari sempre per toccare l’apice della forma e del rendimento in maggio e giugno: ecco perché fa sempre bene a Roma e Parigi. Dopo ricala, anche perché il carrozzone si trasferisce sull’erba.  Non rimane che vedere cosa succederà già ai primi tornei europei che battono alle porte. Non so voi, ancora, ma il torneo madrileno dell’anno scorso fu giocato stupendamente da Sara, e la sua partita contro la Makarova rimane a mio avviso la più bella mai giocata e vinta in carriera da Sara, o che io abbia visto.

Franco Marucci

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