ITF Firenze, oltre il tabellone: dieci domande + 2 a...

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ITF Firenze, oltre il tabellone: dieci domande + 2 a…

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TENNIS – Intervista a Fabrizio Fanucci, coach di livello internazionale, da pochi mesi anche Direttore Tecnico del CT Firenze. Sotto le sue “cure” si allenano Volandri, Starace e Giorgini. “Fognini è più adatto a vincere Roma o Madrid che non uno Slam. Mi piacerebbe allenarlo”. E su Quinzi e Giorgi dice… ITF Firenze: il resoconto del venerdì

Mentre la sala TV del circolo si svuota, dopo l’eliminazione di Nadal ad opera di Ferrer a Montecarlo, io incontro (come da accordi) Fabrizio Fanucci per l’intervista che segue.

Arrivati alle soglie delle semifinali, qual è il tuo giudizio tecnico sul torneo?
Il livello medio è sicuramente buono anche se, a livello di “eccellenze”, non abbiamo avuto giocatori o giocatrici che abbiano suscitato forte impressione.
C’è stata una concomitanza di calendario con tornei in Francia che ci ha penalizzato e l’età media, quast’anno, è un po’ più bassa del solito.
D’altra parte io, come tecnico, sono il primo a dire che a 17/18 anni, forse è più utile per questi ragazzi cominciare a confrontarsi con gli adulti che puoi trovare a livello dei Futures.
Magari rischiano di non superare le qualificazioni al tabellone principale, ma il confronto con gioco, tattiche, situazioni e comportamenti più maturi e simili al tennis professionistico è una esperienza che li arricchisce molto.

Che siano italiani o stranieri, maschi o femmine, c’è qualche nome da segnarsi?
Tra gli italiani, sul momento, mi vengono in mente Ramazzotti, Pellegrino, Stefanini tra i ragazzi, Brescia e Turati tra le ragazze. Per quanto riguarda gli stranieri ho visto alcuni discreti elementi ma non qualcuno in particolare, forse la Schmiedlova tra le ragazze.

Hai notato qualche novità o qualche tendenza dal punto di vista tecnico?
Il livello tecnico, nel senso dei colpi e dell’impostazione dei fondamentali, è ormai buono un po’ ovunque. Le scuole e gli insegnanti svolgono un lavoro simile dappertutto e non ci sono grosse differenze tra le varie rappresentative. Ci sono certi particolari di gioco su cui si lavora (e vedo che anche altri colleghi stanno curando) come per esempio l’attenzione per alcuni colpi tattici quali la smorzata o il rovescio in back spin anche per i bimani. Vedo, anche a livello professionistico, che gli spagnoli, ad esempio, giocano un po’ più vicini alla linea di fondo perché altrimenti, specie su terra, si rendevano troppo vulnerabili alla palla corta. Anche la variazione di ritmo (velocità, profondità e rotazione) è un aspetto su cui lavorano in tanti.

Da questo torneo sono passati ragazzi e ragazze che poi sono diventati dei numeri uno assoluti o, comunque, professionisti di primissimo livello. Si vedeva già che erano dei predestinati?
Si, certe cose si vedono già a questa età. Poi per diventare dei campioni occorre molto altro ancora, ma il potenziale si deve già vedere chiaramente, almeno per chi fa il mio mestiere.

Il nostro miglior prospetto attuale in campo maschile, Gianluigi Quinzi, ha partecipato ad una edizione di questo torneo raggiungendo le semifinali. Come sta procedendo, secondo te, la sua crescita e l’approccio al mondo professionistico?
Quinzi indubbiamente è forte, pur con alcune carenze tecniche che deve sbrigarsi a colmare come ad esempio una maggiore propensione a cercare la rete e a seguire i buoni colpi da fondo campo che ha. Un atleta con le sue caratteristiche fisiche di altezza non può limitarsi a spingere da fondo e basta perché troverà sempre qualcuno più predisposto di lui agli spostamenti laterali continui. Poi, pensando a quanto conta per il ranking il rendimento su superfici veloci, Quinzi deve essere meno ancorato a fondo campo.
Anche fisicamente deve lavorare ancora perché qualcosa non mi convince a pieno dal punto di vista atletico.

E’ stato seguito bene fino ad ora?
A parte quel che ho detto prima, qualche dubbio ce l’ho sul come mi sembra programmata la sua attività, già molto specializzata in funzione agonistica e con scelte per me incomprensibili, come le partecipazioni a tornei asiatici vari che non gli danno niente di più, come esperienza e punti, di tanti altri circuiti europei e americani.

Una tua opinione sul “fenomeno” Camila Giorgi?
La Giorgi mi piace, tira forte e bene quasi tutto ed è molto reattiva fisicamente, ha le possibilità di far bene e di raggiungere traguardi ambiziosi. Tra l’altro, in questo momento, nel tennis femminile si sta aprendo una fase in cui non ci sono giocatrici giovani di livello stratosferico e la Giorgi potrebbe infilarsi…

Fabio Fognini: può entrare stabilmente tra i primi 10 e magari vincere uno Slam?
Entrare tra i primi 10 senz’altro, dipende da lui restarci a lungo, anche se stare nei top ten è molto, molto dura. Per lo Slam la vedo difficile perché 3 set su 5 per due settimane non mi sembra essere alla sua portata dal punto di vista della tenuta mentale.
Credo che Fognini, che a me piace moltissimo dal punto di vista del gioco, sia più adatto a ottenere successi nei 1000, tipo Roma o Madrid.
Una delle cose migliori che Fabio ha fatto negli ultimi tempi è stata quella di affidarsi a Perlas, che conosco bene e che io reputo probabilmente il miglior coach in circolazione.

Giovani su cui scommettere per sostituire i Fab Four?
Grandi “campioncini” di sicuro avvenire in giro, sinceramente, non ne vedo molti. Mi piace Thiem, Vesely potrà far bene, in Spagna in questo momento hanno poco oltre a Carreno Busta e Carballes Baena, in Francia, che ha secondo me la migliore organizzazione tecnica al mondo, vengono fuori da anni ottimi giocatori che, però, non riescono a diventare dei numeri uno.
In Stati Uniti c’è poco o niente, in Australia credono molto in Kyrgios e Kokkinakis ma io aspetterei a scommetterci.
In poche parole non è che vedo grandissimi campioni certi all’orizzonte…

Tu attualmente sei coach di atleti che quasi certamente il loro massimo l’hanno già raggiunto e che non sono più giovanissimi: sei pronto per una nuova avventura?
Per una nuova avventura no, nel senso che prenderò in considerazione solo progetti convincenti e con basi solide per fare una programmazione seria e a lungo termine. Anche di recente ho ricevuto proposte che sto valutando in questo senso. In assenza delle condizioni che ho detto prima, preferisco concentrarmi sulla mia attività qui, presso il CT Firenze.

Data la simpatia e lo spessore del personaggio, la sua disponibilità e franchezza nel rispondere, la quantità di argomenti tennistici che si possono affrontare insieme a lui, derogo dalla regola delle 10 domande e aggiungo un extra-bonus per la curiosità dei lettori di Ubitennis.

Senza pensarci tanto, dimmi qualche giocatore che ti piacerebbe allenare o aver allenato?
Gasquet oppure Fognini.

Dammi un tuo giudizio su Roger Federer e, soprattutto, è così come appare pubblicamente?
Federer ha il tennis più bello ed elegante che io abbia mai visto, uno spettacolo senza fine. Per quanto riguarda la persona è molto riservato, diverso da Nadal che è più “mediterraneo”, però posso dirti che nella realtà è davvero una splendida persona molto corretta ed educata, che ti saluta per primo, resta a firmare autografi fino all’ultima richiesta e che, a dispetto della fama e del successo che ha raggiunto, non ti mette mai in soggezione.

Ringrazio, mi stringe la mano vigorosamente e, senza indecisioni si dirige verso il campo centrale dove è in corso una partita… Fabrizio è un uomo di “campo” e di tennis giocato!

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