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Interviste

Chris Kermode: “Aumenteranno i price money dei challenger”

Last updated: 08/05/2014 16:27
By Francesco Ciaccia Published 08/05/2014
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4 Min Read


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TENNIS – Traduzione e commento di un’intervista da parte di Bloomberg a Chris Kermode, presidente dell’Atp, riguardante i montepremi dei tornei Challenger.

Dopo i recenti comunicati degli organizzatori del Roland Garros e Wimbledon sugli aumenti del price-money, era quantomeno scontato che l’attenzione si rivolgesse anche verso i tornei minori. I giovani tennisti che disputano i challenger, trampolino di lancio per entrare nel circuito principale, sono al limite della sopravvivenza.

Facendo un confronto tra l’ATP World Tour e ATP Challenger Tour, la Bloomberg ha notato come negli ultimi 10 anni i montepremi dei principali tornei siano aumentati in media del 57 % rispetto al 31% dei challenger. Il presidente dell’ATP, Chris Kermode, intervistato a Londra non ha potuto che confermare questa tendenza.

“I costi per giocare a livello professionistico includendo allenatori, fisioterapisti e dietologo sono significativi” ha dichiarato ai microfoni di Bloomberg. “Per mantenere un standard alto, dobbiamo porre l’attenzione su questo aspetto. Dobbiamo aumentare i price-money ai challenger? Sì e lo stiamo facendo”.

Nel 2013 l’ATP ha aumentato i montepremi dei tornei minori da 35 mila a 40 mila dollari e ha offerto alloggi e fisioterapisti gratuiti per diversi tornei da 50 mila dollari. Negli ultimi tre anni l’ATP ha inoltre aumentato i premi ai giocatori che uscivano ai primi turni negli slam. Sia Roger Federer che Andy Murray sono stati più volte portavoce della richiesta di aiutare e d’incrementare i premi ai giocatori con classifica bassa.

Secondo uno studio fatto dall’USTA, nel 2010 il costo annuale per un giovane tennista, comprensivo di viaggi e allenatore, era di circa 143 mila dollari considerando che, se va bene, ci vogliono almeno 3 o 4 anni per entrare nei top 100. Kermode è comunque del parere che l’incremento dei montepremi non deve essere solo necessario per permettere ai giocatori di vivere ma un modo per preservarli fisicamente da un circuito stressante a beneficio del tennis in sé.

Chris Kermode conosce bene il mondo professionistico; in passato è stato direttore del torneo del Queen’s e degli ATP World Tour Finals. “Mi sento responsabile di questa situazione” ha detto il presidente dell’ATP che ha formato un gruppo di 5 persone per ristudiare il Challenger Tour. Il team andrà in giro quest’anno chiedendo pareri a tutti i giocatori, ai direttori dei tornei, ai principali media, ai tifosi e anche agli azionisti.

Questo gruppo di lavoro si è già riunito a Dubai nel mese di marzo e si incontreranno nuovamente a Wimbledon per presentare le prime proposte come l’incremento dei montepremi e la revisione della struttura dei tornei. Obiettivo di Kermode è di presentare entro gli US Open un nuovo calendario dei tornei challenger su base triennale in quanto un altro aspetto cruciale è cercare di allineare i calendari dell’ATP e Challenger Tour.

“Il punto è: sono collocati nel periodo e nel luogo corretto? Possono i challenger svolgersi durante le qualificazioni di un torneo ATP? Se non passi le qualificazioni potresti nello stesso tempo disputare il challenger” mette in evidenza Kermode. La questione rimane complessa per il semplice fatto che oggi ci sono 151 tornei challenger sparsi in più di 40 paesi. Nutrire il timore che molti di essi vengano cancellati è lecito.


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TAGGED:ATP ChallengerChris Kermode
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