TENNIS INTERNAZIONALI D’ITALIA – Sara Errani batte Jelena Jankovic 6-3 7-5 in 1h48’. È la prima italiana in finale dal 1950: non contiamo gli Internazionali disputati a Taranto nel 1985 e vinti da Raffaella Reggi. La romagnola lunedì sarà ancora la numero uno del tennis italiano: la Pennetta non la scavalcherà.
Alza le braccia al cielo, Sara, alzale più in alto che puoi: sei in finale agli Internazionali d’Italia! Guarda il pubblico del Centrale ai tuoi piedi, che ti applaude come una gladiatrice. Imprimi nella mente questi momenti magici: non li dimenticherai per il resto della tua vita. Adesso non pensare alla finale, ci sarà tempo; goditi una vittoria straordinaria, hai scritto un’altra pagina di storia.
E raccontaci a caldo le tue emozioni: “In alcuni momenti ero morta, pensavo di non farcela più: grazie al pubblico che mi ha sempre sostenuto. Pablo mi consigliava di concentrarmi punto su punto e mi assicurava che sarebbe andata bene”. Pablo è ovviamente coach Lozano, visibilmente su di giri: “E’ stato uno dei match più sofferti da quando seguo Sara. Lei è bravissima, quando tutto sembra perso, trova la forza per reagire”.
Riavvolgiamo il nastro delle emozioni e iniziamo a raccontare dall’inizio un match che Sara Errani ha vinto nettamente, sbarazzandosi di Jelena Jankovic 6-3, 7-5 in un’ora e 48 minuti. E’ la prima azzurra in finale a Roma dal 1950, quando si impose Annelies Ullstein-Bossi, di origini austriache; senza contare l’edizione in tono minore disputata a Taranto nel 1985, vinta da Raffaella Reggi.
A mezzogiorno il sole scotta e il Centrale è un catino bollente che non smette un attimo di incitare la nostra giocatrice. La Errani impone subito un gran ritmo da fondocampo e manca tre palle break per il 2-0, annullate da altrettanti vincenti della Jankovic, che sfoggia un vistoso completino fucsia.
La serba ottiene un break e va sul 2-1, ma da quel momento l’azzurra diventa implacabile e un passante di dritto strettissimo le vale il 2-2: la Jankovic si esibisce in una spettacolare spaccata ma non ci arriva. Gli applausi ritmati per incoraggiare la romagnola diventano la colonna sonora del match.
Gli scambi sono molto duri e il match si trasforma in una partita a scacchi. Sul 3-2 Errani, si assiste a un game combattutissimo, chiave del primo set. L’azzurra conquista una palla break dopo l’altra e alla quinta riesce a sfondare grazie a uno stupendo passante di dritto. Sara adesso è padrona del campo, tira fuori dal cilindro diversi dritti vincenti e anche una volée smorzata che fa spellare le mani al pubblico. Sul 5-3 serve per il set e il dritto in corridoio della serba le consegna il set.
Nel secondo parziale si invertono le parti. A scattare più velocemente dai blocchi è la Jankovic, che mette spesso in difficoltà la Errani nei suoi turni di battuta. Prima Jelena manca due palle break, poi sigilla il 3-1 con un bel rovescio lungolinea. Sara ha un passaggio a vuoto; la Jankovic aumenta la profondità dei colpi e prende il sopravvento volando sul 4-1.
Ma qui, spinta dal pubblico (“Sara! Sara!”), la romagnola torna in partita. La Jankovic indispettisce il pubblico perché chiede troppe volte alla giudice di sedia Asderaki di scendere per verificare i segni, e la Errani riconquista il centro del ring, agguantando il 4-4.
Il break che porta la nostra giocatrice sul 5-4 sembra quello decisivo, ma al momento si servire per il match Sara è un po’ contratta, e proprio in quel momento una nuvola oscura il sole. Brutto segno, infatti la Jankovic lascia andare il braccio e con coraggio si prende il 5-5.
Ma la Errani non molla mai e strappa ancora il servizio all’avversaria, ottenendo la possibilità di servire una seconda volta per il match sul 6-5. Anche stavolta il cielo si oscura per un momento, ma è scritto nelle stelle che Sara debba approdare in finale. L’ultimo rovescio della Jankovic finisce in rete e la festa può finalmente iniziare.
“Dove metto questo match nella mia personale classifica? Aspetto che finisca il torneo – ha detto Sara in conferenza stampa –. La finale sarà difficilissima, ma sono qui per provarci. Pablo mi ha detto di pensare punto su punto, ed è andata bene. Il pubblico mi ha aiutato molto, è normale avere un calo per qualche game, anche se sono stata infastidita dal vento a un certo punto. Mi sento carica per far bene, quando entro in campo do tutto, poi vediamo. La finale a Parigi è stato qualcosa di eccezionale, ma un pubblico come questo di Roma non l’avevo mai visto, avevo i brividi”.