TENNIS ROLAND GARROS – N. Djokovic b. J. Sousa 6-1, 6-2, 6-4. L’intervista del dopo partita.
In un giorno come questo come affronti i ritardi causati dalla pioggia? Giochi a carte con i ragazzi?
In realtà non ho molto tempo da perdere nello spogliatoio. Quindi passo il tempo riposandomi e cercandi di conservare le energie per quello che devo fare dopo.
Posso chiederti di cosa hai parlato con il raccattapalle?
Abbiamo fatto una bella chiacchierata. Lui gioca a tennis, quindi gli ho chiesto da quanto giocasse e se adesso si stava divertendo. È stato carino, divertente, una cosa inusuale in uno Slam. Ma abbiamo aspettato circa 10 minuti sotto la pioggia in campo, e quindi sentivo di dover fare qualcosa e mi sono fatto un nuovo amico (ride). Ha accettato l’offerta di sedersi, non credevo l’avrebbe fatto. È stato un ragazzino molto spontaneo e spero di vederlo nel prossimo match.
Cosa pensi della tua performance di oggi? E cosa pensi dell’avversario del prossimo turno, Chardy?
Beh, oggi sono stato molto solido per la maggior parte della partita. Verso la fine non è stato molto carino. Ho sbagliato due volte al servizio. Ma sai, le condizioni erano abbastanza pesanti. Il campo non è proprio in grandi condizioni al momento. Ma ovviamente, considerando l’abbondanza delle piogge degli ultimi quattro, cinque giorni, non è facile per le persone mantenere il campo in buone condizioni. Stanno facendo il massimo. Secondo me oggi ci sono state un paio di occasioni in cui il campo doveva essere coperto qualche minuto prima. Credo che il giudice di sedia avrebbe dovuto prendere prima la decisione di farci uscire e coprire il campo. Lo dico per il bene del campo, per le sue condizioni perché ha piovuto davvero molto. So che sulla terra possiamo giocare con un determinato livello di pioggia, ma non è comunque buono per le condizioni del campo. Per quanto riguarda il mio prossimo avversario, giocare contro un tennista francese in Francia, beh sappiamo bene che è una grande sfida. Lui ha ottenuto una grande vittoria contro Federer a Roma, quindi credo sia un giocatore molto motivato. Ma guardo avanti nel torneo e mi sento in ottima forma, quindi spero di poter usare questo contro Chardy.
Rafa Nadal è il favorito per vincere l’Open di Francia?
Sì, (ride). Sì. Dopo averlo vinto 8 volte, credo meriti questo ruolo.
Sei già stato il campione in carica di uno Slam. Ti ha sorpreso il fatto che Nadal ha giocato il suo primo match sul Lenglen?
Sul Suzanne Lenglen?
Sì.
Beh, no. Voglio dire, fa parte del Roland Garros e del calendario di ogni Slam, devono sempre cercare di far giocare i top player almeno una o due volte sul Campo 1 o sul Suzanne Lenglen, quindi va bene.
Hai fatto entrare nel team Boris principalmente per aiutarti dal punto di vista mentale, immagino, dato che ha già attraversato questo tipo di pressioni data la sua esperienza. Ma anche tu, come lui, almeno fin’ora, non ha vinto questo torneo. Quindi che tipo di consigli ti ha dato per il French Open e per la terra?
Di sicuro non mi ha detto di fare serve and volley sulla terra. (ride). Beh ci abbiamo scherzato un po’ sopra. Ma, seriamente, lui è ancora uno dei tennisti di maggior successo anche se non ha vinto il Roland Garros. Ma lui ha la necessaria esperienza e capisce queste situazioni e le sfide da affrontare e quello che dobbiamo affrontare nei grandi appuntamenti e credo che questa sia la parte che conta di più dal punto di vista mentale e in questo mi può aiutare molto. Ha iniziato a funzionare sempre di più e sento che ci capiamo molto meglio già da Roma.
Quando l’alluvione ha colpito il tuo paese natale, ti sei mobilitato per far conoscere la situazione. Ora che è passato poco tempo, puoi riflettere su alcune cose. Credi che l’alluvione abbia riunito le popolazioni dei Balcani? C’è qualche storia in particolare che puoi condividere con noi? E ancora, ha avuto qualche effetto sui segnali per i campi minati in quella parte del mondo?
È un momento devastante per tre paesi che hanno subito questo terribile alluvione. È un disastro naturale, e non c’è altro che tu possa fare se non pregare che finisca presto. Per quanto riguarda la tua domanda sulle persone in Serbia, Croazia e Bosnia e in realtà tutti i paesi slavi penso che già si siano uniti. Hanno mostrato solidarietà e supporto come non succedeva da 20 anni, dall’ultimo conflitto e la guerra che non ha portato nulla di buono alle persone. Forse la Yugoslavia non può essere la stessa e non può essere un paese ufficiale come tre decenni fa, ma alla fine possiamo usare questa situazione per mostrare che si può sostenere il futuro e rispettarsi l’un l’altro. Perché noi siamo un paese, eravamo un paese unico 30 anni fa e lavoravamo insieme, e quindi possiamo aiutare gli altri e diventare, sai un paese fiorente e diventare delle persone migliori. Perché in queste circostanze indesiderate per tutti questa è una cosa positiva che possiamo cogliere da questa catastrofe, ed è quella di rendere le persone unite.
Quindi quando una catastrofe colpisce, le persone guardano a cosa c’è di base e vanno oltre?
Si sicuramente. Ho seguito negli ultimi 10 giorni i media in maniera costante e tutto quello che è successo perché fisicamente non potevo essere lì, quindi ho cercato di essere presente in qualche modo e di contribuire il più possibile. Non ho notato nessuna cosa negativa, nessuna storia negativa a livello di relazioni fra le persone o fra paesi, perché sappiamo tutti che solo 20, 25 anni c’è stata una guerra enorme, e le ferite di quella guerra sono ancora fresche per le persone che vivono in quei paesi. Ma per 10 anni tutto è stato dimenticato, e tutto è molto calmo, molto positivo. E in realtà le persone stanno reagendo molto bene fra loro e si aiutano a vicenda. Uno dei primi paesi che ci ha aiutato in questo momento terribile è stata la Croazia, i loro volontari sono venuti in Serbia, hanno salvato bambini. Ho sentito delle notizie di un bambino che stava per morire, stava per annegare, e un volontario croato l’ha aiutato e l’ha salvato. Queste sono le notizie che abbiamo bisogno di sentire, perché alla fine della giornata saremo probabilmente gli stessi paesi indipendenti di due settimane, ma penso ci siano stati dei cambiamenti significanti in termini di relazioni fra paesi, e questa è una cosa molto positiva.