RG14 interviste, Paire: “Oggi era importante esserci, non mi interessa aver giocato bene o male”

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RG14 interviste, Paire: “Oggi era importante esserci, non mi interessa aver giocato bene o male”

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TENNIS ROLAND GARROS – B. Paire b. A. Falla 6-3 6-4 7-6. L’intervista del dopo partita.

Ti abbiamo visto avere problemi per tutta la stagione, mi chiedevo, come ti senti? Come va il ginocchio?
Al momento va bene; dall’inizio dell’anno è stato piuttosto altalenante, alcuni giorni senza dolori, altri pessimi. Sono contento di essere tornato a giocare, ne ho provate di ogni, dieci giorni ho fatto inezioni e pare funzionare, spero sia lo stesso per la prossima partita.

Come ti senti psicologicamente? A volte ti senti perso o dispiaciuto, non sai cosa ti accade?
Sì, è problematico, a volte un giorno sto bene e posso giocare, poi il giorno dopo non ci riesco, non è facile gestire la situazione. Di certo non sto bene fisicamente, ma provo a fare del mio meglio, sono davvero felice di giocare il Roland Garros, per me è il torneo più importante e non me lo perderei mai.

Come ci si sente ad essere il giocatore di casa? È difficile da gestire?
Io lo trovo di aiuto, è una gran motivazione per me, ho splendidi ricordi dell’anno scorso, quando giocai sul Suzanne Lenglen con il pubblico che mi incitava e lottava con me; penso che noi francesi dovremmo sudare doppiamente, solo per il fatto di giocare qui.

È stato un po’ complicato all’inizio del match, ha preso un break in ognuno dei primi due sets, eri nervoso?
Come ho detto, sono felice di essere qui, gli ultimi mesi sono stati difficili, ho dovuto gestire molte critiche, molti si chiedevano perché continuassi a giocare. I miei dottori mi dicevano di provarci, e non è stato bello abbandonare alcune partite, per cui sono contento di esserci. Giocare al Roland Garros comporta sempre un po’ di pressione. All’inizio è stato un po’ duro, ma ero contento e ho vinto, non mi interessa se ho giocato bene o meno. È vero che ero un po’ nervoso, il mio dritto non viaggiava granché, ma non è questo l’importante, oggi contava giocare.

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