TENNIS ROLAND GARROS INTERVISTE – Incontro di primo turno, Garcia-Lopez b. Wawrinka 6-4 5-7 6-2 6-0
D: Parlaci dell’incontro e di come ti sentivi in campo.
R: Non bene come avrei voluto, l’intera partita è andata male. Cercavo di trovare il mio ritmo, di essere aggressivo, di trovare qualsiasi cosa funzionasse, e non ci sono riuscito. Non si tratta del gioco in sé, non so dirvi perché non abbia giocato bene; credo avrò bisogno di qualche giorno di pausa per capire meglio. È una sconfitta dura, certo, ma a volte devi affrontare momenti difficili per capire dove vuoi arrivare e come fare per arrivarci.
D: Quanto hanno influito i nervi e la pressione?
R: Mi sentivo bene, mi sono anche allenato bene, avevo assorbito la pressione abbastanza bene; io stesso mi carico di parecchie aspettative, ma non si è trattato di questo durante la partita, credo sia una questione diversa. Adesso sono ad un punto diverso della mia carriera, devo ricostruire il puzzle, dopo aver vinto uno Slam, un Master 1000, aver raggiunto il numero 3 del mondo, è tutto diverso e ancora non ho trovato tutti i pezzi.
D: Cosa pensi sia cambiato? Questo era il tuo primo Slam a cui partecipavi da campione di un Major, ha influito sulla tua mentalità e sulla tua preparazione?
R: Era tutto uguale, è il mio livello ad essere cambiato. Mi alleno benissimo, a volte in campo non riesco a soddisfare le mie aspettative, non mi accontento mai delle piccole cose perché so quanto bene posso fare. Quindi penso il problema sia il modo in cui sto cercando di far convivere tutto, trovare un modo per essere sereno, giocare bene e vincere.
D: Ne hai parlato con Roger? Riguardo al modo di gestire lo stress e l’essere diventato un favorito.
R: Roger non è il mio coach, quindi no. Lui ha tanto a cui pensare, con la famiglia, la carriera e il resto; non gliene sto parlando per niente. Nessuno di noi due ha tempo, e poi ho un ottimo team, è tutto ok.
D: Ti ha sorpreso lui o è stato più un problema tuo, oggi?
R: È un osso duro, un ottimo giocatore, lo conosco da anni; non per screditarlo, ma credo si sia trattato più di una mia serata storta, non sono riuscito ad esprimere nulla, è stato terribile.
D: In alcuni momenti è sembrato che fossi sul punto di capovolgere un set, hai avuto opportunità, palle break ma non sei riuscito a conquistare il game che ti serviva. Ti sei sentito sul punto di farcela o proprio non trovavi le risposte?
R: Credo di essere stato ad un passo dal cambiare del tutto il match, ma alla fine ho perso 6-0 al quarto quindi è difficile dirlo. Nel primo set non mi sarei mai dovuto far riprendere quando ero sul 3-1 avanti, se avessi tenuto avrei cambiato le sorti dell’incontro. In ogni caso, ero passivo, non rilassato, ho giocato alcuni scambi pessimi, è andato tutto male. Tutto qui.
D: Credi che quello che è successo a Madrid e Roma riguardo alla tua preparazione possa spiegare i tuoi sentimenti negativi di oggi?
R: Direi che è un qualcosa che va avanti da inizio anno; ho vinto un Slam, poi periodaccio dopo Miami. Sono tornato, ho vinto un torneo importante e di nuovo alti e bassi. Per questo dico di non essere al livello di Djokovic o Federer o Nadal, loro sono ai vertici da anni e continuano a vincere tutto. So che potrò raggiungerli, so che posso batterli, ma è diverso, devo trovare le giuste soluzioni perché la pressione è diversa. Non dico di averne di più, dico che è diversa, le mie aspettative sono diverse; in allenamento va benissimo, tanto che a volte chiedo troppo a me stesso in partita quando piccoli dettagli non vanno come vorrei. Vorrei sempre migliorare, e questi pensieri a volte si riflettono negativamente sul mio gioco.
D: Che ti ha detto Magnus prima, durante e dopo il match?
R: Prima abbiamo parlato dell’incontro, come sempre, dell’avversario e della tattica. Poi ad essere onesti non è una cosa divertente, abbiamo avuto una discussione che credo riprenderemo nei prossimi giorni.