Roland Garros interviste, Raonic: "Posso diventare numero 1 al mondo"

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Roland Garros interviste, Raonic: “Posso diventare numero 1 al mondo”

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TENNIS ROLAND GARROS – Incontro di terzo turno. M. Raonic b. G. Simon 4-6 6-3 2-6 6-2 7-5. Intervista del dopo partita a Milos Raonic.
Q. In termini di fiducia e soddisfazione, questa vittoria è più importante di altre negli Slam?
MILOS RAONIC: Sì, è sicuramente tra le più importanti. È un territorio nuovo per me questo torneo. Sono riuscito a darmi un’opportunità di proseguire nel tabellone.

Q. Come la classificheresti? La più soddisfacente?
MILOS RAONIC: E’ lì tra le prime. Forse le vittorie in Australia al primo anno, lo sono state un po’ di più. Ma in generale negli ultimi due anni direi di sì.

Q. Qual è la differenza ora quando sei in uno scambio lungo sulla terra rispetto a un anno fa, nella tua testa?
MILOS RAONIC: La differenza più grande è che negli scambi lunghi sento di essere neutrale o un po’ in vantaggio: prima invece quando gli scambi si allungavano, sentivo di avere sempre meno possibilità di vincere il punto. Ora sto più vicino alla linea di fondo e ho maggiori opportunità di vincere lo scambio sia da tre o da dieci colpi.

Q. Piatti e Ljubicic stanno facendo un ottimo lavoro con te perché ti muovi meglio, migliori in tutti i colpi, anche nel rovescio. Puoi fare un paragone tra questa partita e quella che hai giocato a Roma contro Djokovic, dove penso tu abbia giocato una grande partita? Di quale match sei più contento?
MILOS RAONIC: Ovviamente questo. Ci sono tanti fattori da considerare soprattutto il fatto di aver vinto. Se mi chiedi in quale partita ho giocato meglio, direi Roma. Ho avuto una chance contro l’eventuale vincitore del torneo, che stava giocando bene e che è al top da che io sono sul tour. Quindi è stato molto importante per me, penso che sia stata un’esperienza determinante per me: averla avuta, mi ha dato la possibilità di vincere oggi superando le difficoltà.

Q. Cosa dici di Granollers?
MILOS RAONIC: giocatore furbo, può fare tutto, è al suo primo quarto turno qui, gli piace giocare qui, andare a rete. È anche un ottimo giocatore di doppio.

Q. Ha risposto bene al tuo servizio ad inizio match e poi in vari momenti del match. Alla fine sei però riuscito a controllarlo. Cosa hai fatto?
MILOS RAONIC: Ho servito più prime. Sentivo che il mio servizio in alcuni momenti della partita era prevedibile, non contava quanto forte servissi. L’avversario sapeva dove tiravo, aveva più possibilità di rispondere.

Q. Piatti dice che tu hai il potenziale per essere numero 1. Senti la pressione o prendi la situazione come viene?
MILOS RAONIC: No, penso di poterlo fare. Non penso che tutti lo pensino, ma io ci credo. Non sento la pressione. Ho sempre detto che dal primo all’ultimo giorno in cui giocherò, lo farò per me stesso.

Q. Molti giocatori lasciano il proprio paese: anche tu ti sei trasferito a Monaco tre anni fa. Come mai?
MILOS RAONIC: Molti tornei sono in Europa, quindi è una base comoda. Ora ho un team con due persone che vivono qui, un terzo sta a Torino a due ore di viaggio e il quarto sta a 8 ore. È anche una questione di comodità.

Q. Come ti senti fisicamente? Per essere stata una partita in 5 set è andata molto veloce.
MILOS RAONIC: Ho giocato cinque set non molto più lunghi della semifinale di Roma. I set non sono stati molto lunghi.

Q. Quando hai cambiato leggermente il tuo diritto? Prima lo giocavi vicino al corpo, ora un po’ più lontano. Cosa ci dici del tuo rapporto con il Montenegro?
MILOS RAONIC: Sì, ci ho lavorato. Abbiamo fatto molta analisi video con Riccardo, Ivan e Pizzorno. Non so se lo colpisco più lontano, ma lo abbiamo pulito per avere un suono più strutturato. Per la seconda domanda, ho un rapporto stretto con il Montenegro. La mia famiglia ci vive. Non solo la mia famiglia più prossima, ci sono anche cugini, nonni che non se ne sono mai andati. Ci vado ogni anno. Se potessi aiutare con il mio nome e il mio peso il Montenegro, ovunque nel mondo, lo farei. Lo farei anche per il Canada. Mi sento a casa lì quando c’è la mia famiglia.

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