Roland Garros interviste, Federer: "Penso già ad Halle e a Wimbledon"

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Roland Garros interviste, Federer: “Penso già ad Halle e a Wimbledon”

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TENNIS ROLAND GARROS INTERVISTE – Incontro di ottavi, Gulbis b. Federer 6-7 7-6 6-2 4-6 6-3.

 

Peccato per oggi. Cosa pensi del match?

Sono ovviamente molto contrariato, per non essere riuscito a vincere dopo aver avuto la possibilità di portare a casa il secondo set, poi rimontare nel quarto e non riuscire a giocare un quinto migliore; ho parecchi rimpianti, ma credo che Gulbis abbia fatto un ottimo lavoro a rimanere attaccato e chiaramente il secondo set è stato fondamentale per lui. È stato un match duro e sono dispiaciuto di no aver vinto.

C’è stato un timeout per infortunio piuttosto lungo alla fine del quarto set, hai avuto problemi a rimanere caldo o concentrato?

No, voglio dire, è successa la stessa cosa contro Tursunov, se le regole lo permettono non c’è nulla che si possa fare; di certo è qualcosa che non succede spesso contro di me, in due match consecutivi il mio avversario va negli spogliatoio per qualche trattamento e poi rientra. Non so cosa possa essere stato, ma qualcosa in zona lombare, o magari inguine, insomma qualcosa che in campo non si poteva gestire. Fa parte del gioco, e credo che in passato se ne sia abusato molto di più, ma cosa puoi farci? Non sembrava dolorante in alcun modo, ma se puoi, non si discute.

Quanto è difficile affrontare un giocatore come Ernests? Non sai quale lato scenderà in campo, se l’Ernests che gioca benissimo o l’Ernests con la testa altrove.

Ad essere onesto, sapevo cosa aspettarmi, so come gioca e quanto sia buono il suo servizio. Avrei voluto giocare meglio, tutto qui; in ogni caso, credo di aver approcciato l’incontro piuttosto bene. Il primo set è stato durissimo, ed è stato importante portarlo a casa al tie break; nel secondo è stato ancora più difficile, ero avanti 40-0 prima di perdere il servizio, poi ho contro breakato subito e sono andato avanti 40-15 ma non sono riuscito a chiuderlo, e da l’ le cose sono andate male per un mezz’ora almeno. Ho continuato a lottare, Ernests ha servito benissimo e giocato alla grande sulla diagonale di rovescio. In ogni caso, sapevo cosa mi aspettava.

Alla fine non sei riuscito a superare il break nel quinto set. A questo punto della tua carriera, ci sono momenti in alcuni match in cui ti distrai e diventi più vulnerabile?

Non per forza, voglio dire oggi ero a posto fisicamente e mentalmente ero pronto per la battaglia. Non sono riuscito a fare molto nei suoi turni di servizio, è stato un sollievo essere riuscito a chiudere il quarto senza ulteriori patemi, dopo i venti minuti precedenti. Forse ho perso la concentrazione per un attimo, anche se non ricordo bene il game in cui ho perso il servizio, ma credo sia stato più a causa di un turno di battuta non eccelso, piuttosto che un momento di distrazione. Penso che una volta giunti al quinto set, non per forza il più forte o il meglio messo atleticamente vinca; è una questione di opportunità, e lui ne ha create molte più di me nel quinto, oggi.

Sei senz’altro dispiaciuto, ma adesso potrai passare del tempo con la famiglia e i tuoi figli. Potranno consolarti?

Sì, non solo i miei bimbi, tutti. Ad essere onesto, mentalmente sono già proiettato all’erba; per me è come “Ok, la stagione sulla terra è stata divertente, ma adesso andiamo avanti. La terra rossa non ha più bisogno di me, mi ha già rovinato abbastanza” (ride). Di certo non vedo l’ora di passare del tempo con la mia famiglia, sono state settimane intense e cerco di essere quanto più professionale possibile per far bene in campo. Non ho ancora le idee chiare sulle prossime settimane, ma penso già ad Halle e Wimbledon.

Molti dicono che lo Slam che puoi ancora vincere, l’unico, sia Wimbledon. Credi sia così? Pensi di poter vincere Wimbledon?

Sì, lo credo. Prima mi concentrerò su Halle e cercherò di difendere il titolo lì; è bello tornare da qualche parte dove sei il campione uscente, era da un po’ che non accadeva, quindi non vedo l’ora. Sì, credo che se sono in forma, come ormai da quasi nove mesi, posso incidere più sull’esito del match rispetto a quanto potevo fare l’anno scorso, quindi sono molto contento riguardo alle mie chance di vincere Wimbledon quest’anno.

Tornando alla regola che permette di rientrare negli spogliatoi ed interrompere il gioco, ieri abbiamo visto un tuo collega perdere 6-0, ricevere un trattamento e tornare in campo come nuovo. Credi sia corretto, e credi di poter rivolgerti all’ATP per cambiare qualcosa?

Questo è un evento ITF, comunque.

Oh, chiedo scusa.

Tre, cinque o sette minuti sono davvero un problema? Non credo, in realtà, è lo stesso tempo di un’interruzione causata dalla pioggia, magari. Certamente ci sono molti modi di interpretare il timeout, adesso non si può più andare al bagno durante un set; all’inizio della mia carriera c’era gente che andava al bagno sul 5-4 quando stavo per servire per il match (ride), poi subito dopo chiamavano un medical timeout. Ci sono cresciuto, quindi adesso non è un gran problema se si approfitta di una pausa tra un set e l’altro; se poi le regole ti permettono un timeout durante un set, allora puoi utilizzarlo, purché non se ne abusi. Spero che Ernests non lo abbia fatto, perché chiamare un timeout per interrompere il gioco è davvero scorretto.

C’è qualcosa che hai appreso da questo torneo, che implementerai per l’imminente stagione sull’erba?

Sto bene fisicamente, ho avuto delle risposte dagli ultimi due match che ho giocato, due volte oltre le tre ore, il che è raro dato che tre su cinque non si gioca quasi più ormai. Sull’erba cambierà molto, accorcerò i movimenti, quando si gioca sulla terra si fa più fatica ad imprimere potenza alla palla.

Con la tua esperienza, riuscirai a dimenticare questa sconfitta? C’è stato Robredo agli US Open, Wimbledon l’anno scorso. Riuscirai a dimenticare o pensi di aver mancato un’occasione?

Non c’è per forza una spiegazione per ogni sconfitta. A volte sei dispiaciuto, altre no. Oggi non sono fuori di me, ma neanche contento, ho sprecato troppe opportunità e non ho giocato come avrei voluto. Cercherò di pensare ad altro, quel che è fatto è fatto. Con Stakhovsky fu uno shock, perché sapevo sarebbe stato insidioso ma non credevo avrei perso al secondo turno di Wimbledon dopo tanti anni; e con Robredo è stato un match difficile, nell’anno forse più difficile della mia carriera, tutto qui. Non sapevo in che condizioni ero, mentre oggi stavo bene e penso avrei potuto fare meglio, quindi sono ancora più dispiaciuto.

 

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