Gulbis b. Federer 6-7 7-6 6-2 4-6 6-3
Intervista postpartita
Non ci hai voluto rivelare la tua strategia prima del match, non hai voluto scoprire le tue carte. Ora puoi dirci come hai vinto?
Non lo so (ride). Il piano era giocargli di più sul rovescio per poi cambiare e chiudere in lungo linea; insomma evitare di farlo spostare sul dritto, perché credo abbia il dritto più bello e pericoloso del mondo. E ovviamente servire bene.
Hai avuto problemi alla schiena, per cui hai chiesto il timeout?
Sì, schiena e tendine del ginocchio, li sentivo un po’ tirare; devo essere onesto, non mi piace prendermi i timeout, li uso quando sono necessari, sarà stato il terzo della mia carriera. Non volevo chiederlo al quinto set, quindi ne ho approfittato nel finale di quarto, sfortunatamente era sul suo servizio; non mi piace farlo, ma dovevo, avevo paura di procurarmi uno stiramento.
Ti ha sorpreso come Roger ha reagito al tuo timeout? È sembrato sbagliare molto di più dopo il tuo rientro in campo.
Preferisco vederla al contrario, ho colpito meglio e cercato di essere aggressivo io, ho tirato vincenti, anche in risposta. Non volevo essere coinvolto in scambi lunghi perché risentivo ancora del trattamento, non credo sia stato chissà quanto scosso dalla pausa. So che non è bello stare seduti ad aspettare qualcuno, ma è parte del gioco, che posso farci?
In campo hai detto che è stata la vittoria più bella della tua carriera, perché?
Senz’altro la più importante, soprattutto perché in cinque set. Per la mia fiducia, e per chiunque tennista, una vittoria in cinque set su Roger Federer è qualcosa di grosso.
Quanto ha inciso la fine del secondo set? Pensi sia stata quella la chiave del match?
Sono stato molto fortunato, devo dire, mi ha rivolto uno smash praticamente sulla racchetta, molto fortunato.
Roger ha commesso molti errori.
Sì, anche lui è umano. Io avevo un piano chiaro da seguire, giocargli sul rovescio, e da quel lato ne ha commessi parecchi davvero. Anche se è Federer, e anche se gioca colpi ad alta percentuale, gli errori capitano a tutti.
Pensi che la terra rossa rappresenti la tua miglior chance di vincere uno Slam?
È presto per dirlo, mi piace molto anche l’erba, mi piacciono le superfici più veloci, devo solo abituar mici. Sono contento di aver avuto un solo torneo andato male sulla terra quest’anno, a Montecarlo, perché di solito ne gioco male almeno due o tre. E da un po’ ho iniziato a giocare anche Barcellona, non soltanto Roma o Madrid. Se posso vincere uno Slam, posso farlo su qualsiasi superficie.
Novak sta scendendo in campo, potenzialmente potreste incontrarvi in semifinale. Vi conoscete da moltissimi anni ormai, e hai detto che il successo lo ha cambiato. Com’è il vostro rapporto oggi, e credi che una vittoria come quella di oggi possa cambiare anche te?
Spero di cambiare nel senso di essere più convinto dei miei mezzi in campo. Il cambiamento fa bene, ma quale cambiamento? Tutti cambiano, come puoi dire di essere la stessa persona che eri cinque anni fa? Come puoi dire di essere la stessa persona che eri ieri? Può succedere qualsiasi cosa nella tua vita. Quanto a Novak, eravamo due ragazzini che crescevano all’Accademia di Monaco; uscivamo insieme, andavamo nei nightclubs, e all’improvviso dopo il successo, deve stare più concentrato, non si concede più nulla. È giusto capire cosa prediligere o meno nella propria vita, ma non bisogna perdere i propri principi ed i propri ideali, tutto qui.
Qual è stata la chiave dei tuoi miglioramenti negli ultimi mesi, e quale sarà quella per raggiungere i tuoi prossimi obiettivi?
Duro lavoro e dedizione, come Floyd Mayweather disse in una sua intervista. Duro lavoro e dedizione, è questa la chiave.
Floyd Mayweather?
Sì, sono belle parole. Tutto gira intorno al duro lavoro, non puoi avere buoni risultati senza, è questo che ho capito. Ho anche capito di apprezzare di più la mia vita, facendo a pieno il mio lavoro, la mia parte. E vale per chiunque; se si lavora duramente per una settimana intera, ci si gode del tutto il sabato e la domenica.