Nuova interrogazione su FIT e Binaghi. Stavolta è del vicepresidente della Camera!

Editoriali del Direttore

Nuova interrogazione su FIT e Binaghi. Stavolta è del vicepresidente della Camera!

Pubblicato

il

 

TENNIS – Forse nessuna federazione sportiva sembra aver provocato tante interrogazioni parlamentari quanto la federtennis. E da partiti sempre diversi. Come si spiega? Il CONI prigioniero dei presidenti. Riforma Renzi in vista?

Anche la Camera si occupa dei conti della Federtennis (Nuova Sardegna)

La scorsa settimana Ubitennis dette notizia, nell’assordante silenzio di tutta la stampa nazionale (salvo il Messaggero), di un’interrogazione di un gruppo di parlamentari appartenenti al Movimento 5 Stelle.

Adesso vengo informato di questa, assai circostanziata e molto dettagliata che arriva nuovamente da questo partito, ma dal vicepresidente della Camera Luigi Di Maio che forse, in virtù sul suo ruolo, ha qualche possibilità in più di venir preso in considerazione dal Governo Renzi, dopo che tutti i precedenti Governi avevano di fatto ignorato le precedenti interrogazioni, sia che venissero avanzate dal Pd, dal Polo della Libertà, dall’Italia dei Valori.
Insomma a prescindere dal colore della formazione politica che rilevava come qualcosa nella gestione della Fit del presidente Angelo Binaghi non apparisse così limpida e trasparente, queste interrogazioni sono stati come sassi nello stagno dell’indifferenza generale.
E’ anche vero che il nostro Paese, e il Parlamento prima e il Governo poi, in questa situazione politico-economica di crisi hanno ben altre priorità di cui occuparsi e non si possono biasimare più di un po’.
Sarà contento chi riesce ad andare per la sua strada, anche se il fatto che queste interrogazioni nascano a ripetizione e da più parti politiche senza che ci sia alcun candidato ad opporsi all’attuale dirigenza è certamente assai curioso proprio in considerazione del Paese nel quale viviamo, laddove si potrebbe pensare che perfino le interrogazioni parlamentari possano avere doppi fini, altri interessi non a prima vista percebili.
Qui invece tutte le interrogazioni che si sono succedute hanno sottolineato soltanto principi etici da rispettare, senza che nessun partito ambisse a “conquistare” chissà quale poltrona federale. Venivano intraviste, evidentemente, forti anomalie funzionali, e si interrogava il Parlamento e il Governo chiedendo spiegazioni che nessuno si è mai preoccupato di dare. Chissà se il Governo del “rottamatore” principe Matteo Renzi si comporterà come i Governi che lo hanno preceduto o invece vorrà dimostrare di essere diverso anche nel confrontarsi con il mondo, assai paludato, dello sport.
Io qui suggerirei ai lettori interessati di leggere prima questa ennesima interrogazione e poi sotto, in basso se ne hanno voglia, un mio commento ai punti principali.

 

ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/05221

Dati di presentazione dell’atto

Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 249 del 19/06/2014

Firmatari

Primo firmatario: DI MAIO LUIGI
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 19/06/2014

Elenco dei co-firmatari dell’atto

Nominativo co-firmatario

Gruppo

Data firma

FICO ROBERTO MOVIMENTO 5 STELLE

19/06/2014

LIUZZI MIRELLA MOVIMENTO 5 STELLE

19/06/2014

Destinatari

Ministero destinatario:

·    PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Attuale delegato a rispondere: PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI delegato in data 19/06/2014

Stato iter: 

IN CORSO

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-05221

presentato da

DI MAIO Luigi

testo di

Giovedì 19 giugno 2014, seduta n. 249

LUIGI DI MAIO, FICO e LIUZZI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri. — Per sapere – premesso che:
la Federazione italiana tennis (FIT), quale soggetto di personalità giuridica di diritto privato riconosciuto dal Comitato olimpico nazionale italiano (CONI) opera sotto la vigilanza tecnica, amministrativa e funzionale dello stesso ed è un’associazione senza fini di lucro;
la FIT è l’unico organismo autorizzato a disciplinare, regolare e gestire lo sport del tennis nel territorio nazionale e a rappresentarlo in campo internazionale;
la FIT, soprattutto in considerazione della valenza pubblicistica di specifici aspetti dell’attività sportiva svolta, dovrebbe operare sotto la vigilanza del CONI, con autonomia tecnica, organizzativa e gestionale in armonia con l’ordinamento sportivo nazionale ed internazionale, nonché con le deliberazioni e gli indirizzi del Comitato internazionale olimpico (CIO) e dello stesso CONI;
secondo quanto segnalato ai deputati interroganti, la FIT, nonostante sia un’associazione senza fini di lucro, dal 2007 ha costituito tre società partecipate con fini di lucro: la FIT Servizi Srl, la Mario Belardinelli ADS e la Sportcast srl. Inoltre, la FIT e la CONI servizi srl hanno costituito un’associazione in partecipazione per la gestione degli Internazionali d’Italia da cui derivano profitti che dovrebbero essere reimpiegati nell’attività sportiva;
risulta ai deputati interroganti che in un consiglio federale, si sarebbe deliberato che possano partecipare alle manifestazioni giovanili nazionali (come ad esempio la coppa Belardinelli e la coppa d’inverno, secondo quanto stabilito dall’articolo 2 del regolamento delle suddette manifestazioni) solo ed esclusivamente quei ragazzi tennisti che abbiano frequentato a pagamento i centri estivi FIT determinandosi in tal modo una evidente discriminazione ai danni di quei ragazzi che provengono da famiglie che non possono permettersi di affrontare gli onerosi costi dei centri estivi, facendo così prevalere sul merito sportivo il criterio censitario;
ai deputati interroganti sono state segnalate incompatibilità tra i soci, gli amministratori e i consulenti della FIT e delle società partecipate, quali ad esempio: il ragionier Perciballi, consulente della FIT e delle sue partecipate (per importi annui complessivi di una certa importanza), nonché socio della FIT servizi Srl e quindi della Mario Belardinelli, nonché fornitore di servizi e di manodopera per le suddette società e non solo; il signor Carlo Ignazio Fantola, presidente della società Sportcast, sino al marzo 2014, ed allo stesso tempo zio materno di primo grado (fratello della madre) del presidente della FIT Angelo Binaghi, del signor Giancarlo Baccini già direttore – ancorché a titolo gratuito – di Sportcast, della testata giornalistica Supertennis e dei telegiornali della stessa, delle comunicazioni della FIT sino al febbraio 2014, nonché amministratore della stessa Sportcast attraverso la sua azienda di famiglia Qua Srl; il signor Francesco Soru, già capo di gabinetto del Presidente del CONI Giovanni Malagò, a quanto risulta al deputato interrogante, sarebbe stato recentemente nominato presidente della società Sportcast Srl che gestisce il canale televisivo Supertennis, anche se non è ben chiaro quale sia il compenso per la sua attività;
risulta ai deputati interroganti che la FIT, anche in deroga a circolari interne (circolare CONI Petrucci del febbraio 2012 in materia di acquisto di immobili da parte delle federazioni), abbia proceduto all’acquisto di immobili con risorse provenienti dal bilancio corrente e ad avviso degli interroganti alcune sottratte all’attività primaria della FIT medesima, ovverosia la promozione del tennis; così facendo la Federazione, in spregio al principio generale che imporrebbe l’impiega delle proprie risorse finanziarie nell’attività di promozione del tennis di base e di eccellenza, ha distratto ingenti risorse di bilancio corrente (di matrice pubblica quelle provenienti direttamente dal CONI e di matrice pubblicistica quelle derivanti dalle quote dei circoli e dei tesserati) per impiegarle in operazioni immobiliari, la cui opportunità è tutta da dimostrare e verificare e che esulano totalmente dalla ratio di una federazione sportiva;
risulta altresì agli interroganti che, in deroga a tutte le circolari emanate negli ultimi anni in tema di spending review ed in particolare rispetto alle linee guida per la gestione economica e finanziaria delle federazioni sportive nazionali del 17 marzo 2010 a firma del segretario generale Raffaele Pagnozzi, sia stato convocato un consiglio federale della FIT a Parigi il 5 giugno 2010 (con altissimi ed ingiustificati costi suppletivi di trasferta a carico della FIT per i numerosi membri del Consiglio medesimo ed il seguito). Non è ben chiaro quale fosse la ragione di tale convocazione «fuori sede»;
la situazione del CONI e delle federazioni sportive è stata oggetto anche di una puntata del programma televisivo Report il 7 maggio 2014 –:
se il Governo sia a conoscenza dei fatti sopra esposti, se tutto quanto sopra esposto corrisponda a verità e, in caso affermativo, quale sia l’orientamento del Ministro in merito;
se il Governo sia a conoscenza della eventuale autorizzazione da parte del CONI alla costituzione delle suddette società partecipate dalla FIT e se il CONI abbia vigilato sulle procedure di scelta dei soci e sulle procedure di nomina dei rappresentanti nelle varie società;
se il Governo sia a conoscenza della eventuale autorizzazione da parte del CONI alla costituzione di una società per la gestione del canale televisivo, Supertennis;
se sia stata oggetto dell’attenzione del CONI la questione della incompatibilità tra i soci, gli amministratori e i consulenti della FIT e delle società partecipate;
se il Governo sia a conoscenza della eventuale approvazione da parte del CONI dei bilanci della FIT e delle sue partecipate dalla loro costituzione ad oggi con le relazioni note integrative e le relazioni dei collegi sindacali;
se il Governo sia a conoscenza della eventuale autorizzazione da parte del CONI, anche in deroga a circolari interne, dell’acquisto di alcuni appartamenti con risorse provenienti dal bilancio corrente e sottratte all’attività primaria della FIT, ovverosia promozione del tennis e se risultino elementi circa la trasparenza e la regolarità delle relative procedure di acquisto e pagamento;
se il Governo sia a conoscenza della eventuale autorizzazione da parte del CONI alla convocazione del Consiglio federale della FIT tenutosi a Parigi il 5 giugno 2010;
se rispetto alla circolare Pagnozzi del 17 marzo 2010 la FIT abbia trasmesso, al Segretario Generale del CONI, negli ultimi tre anni la relazione strutturata ed analitica dalla quale risultino le specifiche azioni di riduzione dei costi unitamente alla relazione con l’esame e il parere da parte dei revisori dei conti;
se il Governo sia al corrente dell’entità della indennità di carica del Presidente della FIT Binaghi (al suo quarto mandato che lo porterà a restare in carica per 16 anni). (4-05221)

IL COMMENTO DI UBALDO

Beh, quest’interrogazione mi pare molto puntuale e accenna ad argomenti anche “marginali”, come quella del consiglio federale tenuto a Parigi nel giugno 2010 – può bastare il fatto che Francesca Schiavone fosse giunta alle fasi finali del Roland Garros (poi vinto) per convocare un consiglio federale a Parigi? E’ vero che allora non si parlava ancora di spending review, ma insomma l’episodio di cui si chiede conferma parrebbe mostrerebbe una disinvoltura eccessiva per chi amministri denaro pubblico o dei tesserati – ma soprattutto chiede conto di investimenti – come quelli di alcuni immobili e della famigerata tv – che sembrano conseguenza di un grandissimo potere discrezionale anche su cifre pesanti, importanti. Senza che, apparentemente, chi dovrebbe controllare il tutto – e cio il Coni di ieri e di oggi – metta apparentemente mai bocca.

Tutti sanno come per il presidente del CONI, eletto dai presidenti federali, sia tutt’altro che semplice intervenire per “bloccare” o addirittura revocare, certe decisioni, certi investimenti. Le Federazioni hanno una loro autonomia che va rispettata. Ma sempre e senza limiti? Questo è il punto,a mio parere.

L’escamotage di “non essere società con scopo di lucro” ma di poter creare sotto il proprio ombrello società che invece quello scopo ce l’hanno eccome, a me pare molto ma molto italiano. Magari perfino comprensibile e forse pragmaticamente inevitabile, ma allora bando alle ipocrisie, una volta per tutte: cancelliamo quell’articolo che dice che le federazioni non devono avere scopo di lucro e facciamola finita. Aggiungiamo che sono libere e di far soldi e di reinvestirli come meglio credono, senza nè lacci nè vincoli “pseudo-etici” facilmente aggirabili e buona notte suonatori. Faremmo una miglior figura no? Scriviamo nuove regole dicendo che una federazione è libera di fare concorrenza commerciale a qualsiasi altra organizzazione professionistica di eventi sportivi (che non avranno mai lo stesso potere contrattuale di una federazione, in quanto “proprietaria” – fra l’altro – degli Internazionali d’Italia e quindi certamente in grado di attivare un rapporto privilegiato con le aziende in qualche modo presenti come sponsor). Si scrive che una federazione è libera di alimentare i propri Centri Estivi – a danno di concorrenti privati che hanno le loro Accademie di Tennis e possono puntare soltanto sulla propria professionalità – potendo anche (sia pure magari solo eventualmente) vincolare le convocazioni per le rappresentative nazionali giovanili alla partecipazioni a quei Centri estivi federali anziché ad altri (che potrebbero essere anche migliori ma non hanno gli stessi Santi in Paradiso). Si scriva una nuova regola che preveda che la FIT – quindi qualsiasi federazione sportiva – possa comportarsi come qualsiasi società commerciale, come qualsiasi impresa editoriale “ufficiale”, che quindi possa farsi una tv, un giornale, un sito, sfruttando la sua rendita di posizione, e finiamola lì.

Non dico che sia sbagliato fare tutto questo, sia chiaro… nel supremo interesse del Tennis con la T maiuscola, anche se poi sugli investimenti che derivano – o dovrebbero derivare – da tutte queste attività smaccatamente commerciali ci dovrebbero essere a mio avviso controlli sempre super-accurati da parte di un organismo a ciò preposto (una sorta di Corte dei Conti). Ma allora si riformino le norme, senza nascondervisi dietro facendo passare da fessi quelli che invocano quelle attualmente vigenti. Si arrivi ad un riforma delle regole e allora sarà tutto ok.

Chissà chi mai avrà voglia di riformare, ad esempio, le elezioni dello sport. Oggi alcune federazioni si sono specializzate ad organizzarle, con il vecchio sistema delle deleghe, in luoghi…scoraggianti, difficili da raggiungere. Si facciano sempre a Roma, invece, ma consentendo il voto via internet, certificato da notai, così come accade ormai negli Stati Uniti per tante elezioni ben più importanti delle nostre. Si rivedano gli assurdi statuti che obbligano chi ha diritto al voto a candidare ufficialmente qualcuno esponendosi ad ogni genere di difficoltà. Le elezioni devono essere democratiche. Chi vuole votare deve poterlo fare. E deve poter votare per chi gli pare.

Si impedisca ad un presidente di candidarsi per più di due mandati quadriennali. Vedrete che quei presidenti costretti ad andare a casa dopo 8 anni, non dovendo preoccuparsi di gestire il dopo, saranno molto più motivati a fare solamente bene che a costruirsi anche posizioni di potere clientelare per poter essere eletti, rieletti e rieletti ancora. Otto anni sono più che sufficienti a gestire bene uno sport, se si è capaci. In America, con ben altri budget bastano 2 anni; prima erano 4 hanno ridotto i mandati e da noi 8 anni non bastano? I nostri Governi reggono a malapena i 5 anni, e lo sport, qualunque sport, ne ha bisogno di 16 che diventino 20, e 20 che diventino 24 perché chi si siede su una poltrona non la molla a nessun costo (per lui)?

Le interrogazioni sull’operato della FIT, a mio avviso, non dovrebbero incentrarsi sulla FIT – e di quanto dico qui si sorprenderanno quanti pensano che io ce l’abbia con Binaghi e questa sua federtennis per partito preso – ma dovrebbero essere l’occasione per un Governo davvero riformatore, di mettere mano a tutta l’organizzazione del mondo italiano dello sport. Coni e tutte le federazioni. Lo stesso Malagò non sarebbe molto più libero di fare le sue scelte – sebbene eletto dai presidenti delle federazioni – se sapesse di non dover rapportarsi ad interlocutori dal potere eterno ed infinito (perché qualsiasi potenziale candidato è stato scoraggiato in tutti i modi dal farsi avanti dalle modifiche statutarie recentemente approvate)? E non sarebbe meglio che potesse muoversi più liberamente?

Una nota finale a commento dell’interrogazione di Di Maio, Fico e Luzzi: ma è solo un caso che tutti i nomi denunciati a suo tempo da Ubitennis, quale voce nel deserto, siano oggi quasi tutti “desaparecidos”? E senza che la FIT abbia mai spiegato che cosa è loro successo, perchè questi personaggi importanti non fanno più quel che facevano? Fantola, Perciballi, Baccini: che se ne siano andati loro, che li abbiano persuasi ad andarsene, che siano ancora in qualche modo coinvolti nelle varie operazioni …beh, non lo so e non lo voglio nemmeno sapere. Certo è che non hanno il ruolo che avevano e per il quale le inchieste di Ubitennis.com avevano segnalato un certo qual tipo di incongruenza, ciascuno per il suo verso. Forse la funzione del giornalismo indipendente, sia pur a costi più pesanti di quanto non si possa immaginare per il mantenimento della sua autonomia, ha ancora ragione di esistere. A salvaguardia di tutti. E io spero che i lettori di Ubitennis, quali che siano le loro opinioni sugli argomenti che ogni tanto mi trovo a sollevare e dibattere da solo o quasi – eppure insomma, un’interrogazione parlamentare nel nostro Paese dovrebbe ancora ottenere un minimo di riguardo – ne siano consapevoli.


Tutte le interrogazioni parlamentari sulla F.I.T. presentate dal 2009 ad oggi:

2009, On. Riccardo Villari (Gruppo  PD fino al 3/12/2008; Gruppo Misto fino al 28/02/11, CN fino al 15/03/13, PdL dal 15/03/13)

2012, On. Giuseppina Castiello (PdL)

2012, On. Belisario e Giambrone (IdV)

2014, On. Serra, Fucksia, Castaldi, Morra (M5S)

Continua a leggere
Commenti
Advertisement

⚠️ Warning, la newsletter di Ubitennis

Iscriviti a WARNING ⚠️

La nostra newsletter, divertente, arriva ogni venerdì ed è scritta con tanta competenza ed ironia. Privacy Policy.

 

Advertisement
Advertisement
Advertisement