A Wimbledon il "panda" Stakhovsky cerca l'ottavo contro Chardy

Personaggi

A Wimbledon il “panda” Stakhovsky cerca l’ottavo contro Chardy

Pubblicato

il

 

TENNIS WIMBLEDON PERSONAGGI – Sergiy Stakhovsky ha nuovamente sorpreso ai Championship. Il giustiziere di Federer nell’edizione passata ha ripetuto l’exploit mandando a casa Gulbis e ora sfida Chardy per accedere finalmente alla seconda settimana di uno Slam. Da sempre “In ombra” nella considerazione di addetti ai lavori e tifosi, l’ucraino potrebbe trovare il suo posto al sole.

La giornata di mercoledì ha riservato diversi spunti degni di nota: la sconfitta di David Ferrer per mano del giovane russo Kuznetsov, quella della rientrante Vika Azarenka contro la serba Jovanovski, l’impresa di Jimmy Wang che butta fuori dal torneo lo specialista Youzhny, la strenua resistenza del “panda” Stepanek contro il tennis moderno di Djokovic…

E poi c’è un risultato passato un po’ in sordina, forse perché ottenuto su un campo ultra-periferico (il 12) ad inizio giornata: Sergiy Stakhovsky ha estromesso in 3 set (6-4 6-3 7-6) il principino Gulbis, sorpresa dell’ultimo Roland Garros e giunto a Londra con ambizioni di un nuovo exploit. A parte il risultato, occorre sottolineare la maniera con cui l’ucraino ha vinto: un serve-and-volley d’antan, discese a rete non appena se ne presentasse l’opportunità, risposte tese in allungo col suo splendido rovescio in back.

In giornata si, Stakho ha sfruttato a pieno le sue doti offensive e l’innata capacità di prendere a rete (giocando ad esempio molte volée vincenti da metà campo), ma allo stesso tempo se l’è cavata più che egregiamente nella fase difensiva, suo tallone d’Achille storico. Certo, è stato aiutato da un Gulbis fallosissimo alla battuta –non si contano le sequele di doppi falli  nei game in cui ha perso il servizio- e assolutamente incapace di adattare l’enorme apertura del suo dritto al rimbalzo dei campi di Wimbledon, ma ha comunque disputato un match sontuoso. Sontuoso come quello disputato un anno fa su questi stessi campi e sempre al 2°turno, quando l’attuale numero 90 delle classifiche batté in 4 set the King of Grass Roger Federer, estromettendolo dalla seconda settimana di uno Slam dopo 9 anni: anche allora il 28enne di Kiev prese alla sprovvista il 7 volte vincitore di Wimbledon con un serve-and-volley al limite della perfezione, che gli tolse il ritmo e lo mandò in confusione perfino dei suoi turni di servizio..

Eppure, malgrado i ripetuti exploit, il nome di Stakhovsky continua a passare relativamente inosservato, tra addetti ai lavori e tifosi, quando si parla dei cosiddetti “ figli di un Dio minore”  (terminologia presa in prestito dal forum My Mag), quei tennisti promettenti e dal gioco gradevole che per una ragione o l’altra faticano a fare il salto di qualità e giungere nella élite del tennis mondiale. Questi tennisti si possono dividere in almeno quattro categorie: quelli che hanno avuto sostanzialmente il merito di battere Nadal (i Darcis e Rosol) e quindi sono attesi come un’epifania ogni volta che la loro strada incrocia quella del maiorchino: i geni alla Dolgopolov (che comunque appartiene a tutti gli effetti all’elite del tennis);  i tennisti che amano giocare sull’ “uno-due” (alla Dancevic o Brown per intenderci) infine le giovani promesse (i Krygios, Vesely, Thiem, ora Kuznetsov) dotati di un gioco brillante ed esplosivo, destinato a diventare vincente non appena il numero degli errori calerà.  Costoro, generalmente, sono attesi alla vigilia di ogni Slam o torneo minore come possibili sorprese, e ogni loro vittoria, specialmente se di spicco, accolta con giubilo.

In queste categorie, “Sergio” non entra. Certo, quando ottiene il gran risultato lo si accoglie con soddisfazione e gli si fanno i complimenti, ma in assenza di quello il suo nome entra quasi nel dimenticatoio, come se non avesse veri e propri tifosi ( a parte me stesso, ne conoscerò si e no 3 o 4..). Perché mi chiedo? Forse perché l’ucraino ha un gioco troppo “schematico”, privo della “fantasia” alla Dolgopolov? Forse perché non ha una personalità forte e non evoca particolare simpatia (ricordate l’episodio della foto del segno al Roland Garros 2013?

Francamente non so darmi una risposta, e mi limito a sperare che possa attirare maggior attenzione con le sue vittorie.. a cominciare dal 3°turno di domani, che lo vede affrontare Chardy. Credo che il francese sia un osso duro per Sergiy, perché, pur non avendo un gioco “erbivoro” si adatta bene alla superficie, è solido coi colpi da fondocampo e non dovrebbe esser soggetto a vuoti mentali come Gulbis: per batterlo, l’ex numero 31 del mondo dovrà eseguire alla perfezione il suo piano di serve-and-volley, onde evitare di essere infilato dai passanti del transalpino, e dargli pochissimo ritmo nei game di risposta. Difficile, ma non impossibile, tanto più che l’ucraino dovrebbe avere un ulteriore stimolo: la possibilità di cogliere il primo ottavo di finale in uno Slam, dopo averne solo annusato l’odore in tutti i Majors. In principio vi fu il trittico Us Open-Australian Open-Roland Garros: nel periodo migliore della sua carriera, tra fine 2010 e 2011, il nostro  giunse al 3° turno in questi 3 Slam consecutivi cozzando curiosamente contro tre spagnoli( Lopez, Robredo e Ferrer). Poi appunto l’anno scorso a Wimbledon, forse “confuso” dall’impresa che aveva appena compiuto, cadde sotto i colpi di Jurgen Melzer, uno che sa come ci si muove e come si tocca la palla sui prati londinesi.. Con Chardy si riproporrà la medesima situazione? Vedremo domani, sperando che, vada come vada, Sergio trovi finalmente il suo posto al sole.

Continua a leggere
Commenti
Advertisement

⚠️ Warning, la newsletter di Ubitennis

Iscriviti a WARNING ⚠️

La nostra newsletter, divertente, arriva ogni venerdì ed è scritta con tanta competenza ed ironia. Privacy Policy.

 

Advertisement
Advertisement
Advertisement