TENNIS WIMBLEDON CHAMPIONSHIPS – Non è obbligatorio vedere le partite per godere del fascino della tradizione del Major più bello dell’anno, specie se si ha avuto la fortuna di accedervi anche una sola volta e la stanchezza quotidiana stimola la fantasia, allucinazioni a parte…
Se vivi la prima settimana di Wimbledon oppresso dal giogo del lavoro e del traffico in tangenziale per tornare a casa non prima delle 20:30, le ultime immagini in tv di Church Road all’imbrunire non fanno altro che aumentare vertiginosamente la tua voglia di tennis, che saprai resterà insoddisfatta. Non rimane allora che rilassarsi rassegnati a tavola, ma dopo una lauta cena caratterizzata da un fame chimica figlia del tempo che non hai, il dolce ricordo di una giornata passata all’All England Lawn Tennis and Croquet Club l’anno scorso e le suadenti note di un pianoforte in lontananza accarezzano la mente, facendo emergere queste parole:
“Un tennis siderale sopra l’erba, incontrastato sulle piazze vuote deluse dai Mondiali. A tratti come discese a rete del Re svizzero, disintegrava i residui pallonari …
E intorno il fascino delle fragole rosse plasticose, immerse nella panna…”
I voli pindarici del mio discutibile ammasso cerebrale si spostano sul programma di Sabato:“Seduti sui gradini del Campo 1, aspettavamo che finisse Serena ed entrassero le belle. Poi guardavamo con le facce assenti, la grazia innaturale di Lisicki … e poi di lei s’innamorò perdutamente il sottoscritto autore, e degli urletti russi, provenienti dal Centrale … e poi di lei s’innamorò perdutamente il sottoscritto autore, e degli urletti russi…”.
Le immagini si fanno sempre più accattivanti, sebbene un tantino confuse. Roger Federer mi si para innanzi, ma indossa un improbabile colbacco. Mi chiedo che cosa gli passi per la testa e lui mi gela: “Un giorno sulla prospettiva Nevski, per caso v’incontrai … Sergiy Stakhovsky”.
“E il mio maestro m’insegnò com’è difficile trovare l’alba dentro l’imbrunire…”, appunto per tornare ai dieci minuti quotidiani di Wimbledon che quest’anno mi sono concessi. Con l’alba fatta di caffè, macchina e ufficio, altro che gesti bianchi. Meno male che l’erba del Tempio ha effetti decisamente rasserenanti, ancorché alquanto bizzarri … perdonami Franco Battiato!
Tu invece Roger, dimenticati dell’anno scorso e smentisci il cantautore siciliano, le mie follie mentali e il tempo che passa: nel tuo imbrunire fatto di sublimi serve&volley, ritrova l’alba dell’ottavo sigillo: Wimbledon è il tuo regno, e poi la Spagna l’hanno appena eliminata… Ah no, quelli sono i Mondiali: ok, da oggi in poi solo erba sotto le scarpe.