Roberto Marcora: ''Punto alle qualificazioni degli US Open''

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Roberto Marcora: ”Punto alle qualificazioni degli US Open”

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TENNIS- L’intervista a Roberto Marcora, 24enne di Busto Arsizio, che da lunedì è numero 279 nel ranking mondiale ATP. Yelena Apebe

Ascolta l’intervista di Yelena Apebe a Roberto Marcora

In occasione dell’ ITF Men’s Future di Busto Arsizio, Yelena Apebe ha avuto l’occasione di scambiare qualche chiacchiera con Roberto Marcora, che qui gioca in casa, giovane 24enne che cerca la scalata della classifica ATP.
Cosa significa questo torneo per te, cosa significherebbe vincerlo, a maggior ragione visto che è tuo padre l’organizzatore?
Sicuramente è uno degli obiettivi più importanti della stagione, non tanto perché è un 15mila dollari, ma perché in questo circolo ci sono nato e cresciuto. Sarebbe un’emozione davvero indescrivibile vincerlo. Due anni fa sono riuscito ad arrivare in semifinale ed è stata una bellissima settimana, l’anno scorso purtroppo mi sono fermato al secondo turno contro Rui Machado e quest’anno ci riproviamo nonostante sia un tabellone di altissimo livello per essere un 15mila dollari. Oggi incontro Sinicropi, che tra l’altro si allena con me per cui ci conosciamo benissimo, contro il quale ho giocato poco più di un mese e mezzo fa in finale ad un torneo 10mila (6-1, 3-6, 6-2) e oggi invece ci incontriamo al primo turno. Ogni partita ha una storia a sé.

Come pensi che potrà andare qua?
Beh, speriamo bene anche se già da oggi non sarà facile. Bisognerà lottare punto su punto perché nessuno ti regala niente e sono tutti giocatori di ottimo livello.

Dopo la tua vittoria di Bergamo hai detto di aver lavorato molto sull’aspetto mentale e che prima eri un po’ scettico sull’argomento. In che senso scettico?
No, non è che ero scettico. Non ho lavorato molto ma ho iniziato a lavorare sull’aspetto mentale partendo da zero. Io non ho mai lavorato dal punto di vista psicologico, su come affrontare e gestire meglio la tensione e dopo quest’inverno, insieme al mio allenatore, abbiamo deciso che sarebbe stato meglio farsi aiutare perché mi rendevo conto che avevo un problema a gestire la tensione nervosa anche durante gli allenamenti.

Anche durante gli allenamenti?
Si, si, soprattutto durante gli allenamenti. Ero proprio nervoso quando mi allenavo a Milano. Di mio sono molto perfezionista,non accetto molto l’errore e insieme al mio coach, Uros Vico, abbiamo deciso che era il caso di farmi aiutare da qualcuno. Colpo di fortuna una fisioterapista di Busto mi ha consigliato una persona, ci siamo incontrati, ci siamo piaciuti e abbiamo iniziato a lavorare, non facendo niente di trascendentale. Chiacchieriamo e analizziamo, cerchiamo un po’ di sviscerare il perché di questi momenti che potremmo chiamare “isterie” e devo dire che mi sta aiutando molto lavorare con lui e sono molto contento.

In questo caso ti ha aiutato una figura femminile?
No, la persona che mi ha aiutato è Roberto Botturi, professore universitario della Bicocca, se non sbaglio. La figura femminile è invece la mia fisioterapista di Busto che abita vicino casa mia e che mi conosce bene. Più salgo di classifica e di livello più mi accorgo che sono i dettagli a fare la differenza quindi non va trascurato niente e per questo motivo l’aspetto mentale è tutto tranne che un dettaglio. Nel tennis è importantissimo.

Leggendomi una tua intervista del 2012 che avevi rilasciato a Spazio Tennis, avevi detto che il tuo obiettivo era quello di entrare tra i primi 500 nel ranking mondiale. Dopo un anno e mezzo, da lunedì sei nella Top300.
Sì, da lunedì scorso sono in Top300, da ieri sono numero 279 del ranking e lunedì scorso 280.

Sicuramente per te è un buon risultato, anzi ottimo.
Sicuramente sono molto contento e soddisfatto però come si dice “L’appetito vien mangiando”, quindi quando sali, vai su, ne vuoi sempre di più. Io ho iniziato a giocare a tennis tardissimo rispetto ai tutti i miei colleghi, quattro o cinque anni fa. Io ho finito il liceo statale e mi sono preso un anno, mezzo anno sabbatico e poi mi sono detto “No, voglio provarci davvero”. A maggior ragione che hai iniziato tardi e sei arrivato sino a qui, penso che puoi solo continuare a salire. Infatti sono determinatissimo e mi sono sempre posto obiettivi non troppo alla lunga, sempre abbastanza sul futuro immediato. Adesso la mia testa è rivolta alle qualificazioni degli Slam ed ora mi mancano 40 punti per accedere alle qualificazioni a New York e se non riuscirò a farli punterò a quelle degli Australian Open. Sarebbe un ulteriore risultato e di cui ne andrei molto fiero.

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