Henri Leconte: "Federer non è finito"

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Henri Leconte: “Federer non è finito”

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TENNIS – Intervistato dal sito tennisactu.net, l’ex campione francese, Henri Leconte, ha parlato dell’ultimo Wimbledon e della finale.

Finalista al Roland Garros nel 1988 e semifinalista a Wimbledon nel 1986, l’ex campione francese Henri Leconte si è soffermato sulla passata edizione dello slam londinese, confidando di aver rivisto Roger Federer in ottime condizioni e che continuerà ancora a essere uno tra i favoriti per la vittoria in uno slam. Onore al merito anche al vincitore, Novak Djokovic.

Che cosa pensa della finale di Wimbledon?

E’ stata una partita straordinaria, con molti colpi di scena. Il match-point salvato da Federer nel quarto set per poi vincerlo, la grande forza mentale di Djokovic nel quinto. Abbiamo visto due giocatori semplicemente eccezionali, capaci di giocare un tennis di altissimo livello per 4 ore. I giovani devono lavorare duramente per farsi spazio in classifica, se loro giocano con questa intensità. Roger Federer ha giocato come non si vedeva da tempo. Credo che abbia trovato nuove motivazioni, voglia di giocare e vincere altri tornei. Purtroppo ha incontrato un giocatore che viene da un altro pianeta. Fantastico nella risposta e una mostruosa tenuta mentale. La finale è stata una bellissima lezione di tennis. Molti consideravano la carriera di Federer ormai terminata ma lui ha dimostrato il contrario. Non sono sicuro se ha perso la sua ultima occasione, tenterà sempre di vincere un altro slam. Ce ne fossero di altre simili finali!

Al di là della sfida tra due grandi giocatori, c’è stato anche un confronto a distanza tra gli allenatori, Boris Becker e Stefan Edberg, che hanno disputato ben 3 finali a Wimbledon consecutive l’uno contro l’altro. E’ solo un aneddoto?

No, non la penso così. C’è stato un vero e proprio duello a distanza. Boris ha iniziato da poco questa nuova esperienza ed era fondamentale per lui che Novak vincesse. Lo stesso certamente per Edberg. Hanno avuto entrambi un’enorme pressione addosso. Sono dei grandi campioni e bisogna avere rispetto per un giocatore che ha vinto prove dello slam. Djokovic e Federer gli hanno scelti non a caso, perché capaci di poter dare loro gli spunti per migliorare. E’ stata un’ottima finale per Federer e potrà trarne molti aspetti positivi, in termini di gioco. Nutro un grande rispetto per Djokovic e Federer. Sono i due tra i Fab 4 che mi piacciono per vivacità e  agilità. La finale mi ha ricordato la gara tra Mohammed Ali e George Foreman. Sono campioni che entrano nel cuore.

Che cosa pensa di Grigor Dimitrov e Milos Ranoic che si sono arresi alla legge dei più grandi?

Non è un caso che siano ancora ai vertici della classifica. Sicuramente Dimitrov e Raonic occuperanno il posto di altri giocatori in declino come David Ferrer, per fare un esempio. Il bulgaro sta facendo vedere i progressi fatti lavorando con Roger Rasheed. Anche il canadese ha fatto molti miglioramenti, giocando molto più a rete. Non sono lontani dal disputare una finale di slam; a Londra gli è mancata l’esperienza. Ma bisogna stare attenti che prima o poi prenderanno il sopravvento.

E’ stato un Wimbledon deludente per Andy Murray. La stampa inglese ha messo troppa pressione sul giocatore. Secondo lei è vero?

Sì, è possibile. Ha gestito bene i primi turni, con vittorie convincenti. Ai quarti forse è imploso. Non vedo altri motivi. Contro Dimitrov ha giocato una partita davvero mediocre cercando di vincere i punti da fondo campo. Avrà cercato di rimuovere tutta la pressione addosso ma non ha funzionato. Ha avuto cambiamenti nel team ma di sicuro non può accontentarsi di un quarto a Wimbledon. Questa edizione è stata un fallimento per lui. Penso che dopo Ivan Lendl, abbia perso punti di riferimento. Questo è il compito di Amélie Mauresmo per aiutarlo a vincere altri slam. Oggi Andy non può essere soddisfatto del suo Wimbledon e la qualità del suo tennis.

Che cosa si aspetta nel finale di stagione, chi vincerà gli US Open?

Per il momento lascerei i giocatori riposare, prima di parlare della stagione sul cemento. Ora per loro prevedo solo vacanze. Questi giocatori sono come le auto in Formula 1, meccanica di precisione. Hanno bisogno soprattutto di riposo dopo il Roland Garros e Wimbledon. Agli Us Open ci sono state sempre delle sorprese e delle sconfitte clamorose. Parlarne ora è prematuro e nessuno può dire chi ci sarà a New York.

 

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