Juan Giner, la bestia nera di Rafael Nadal

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Juan Giner, la bestia nera di Rafael Nadal

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TENNIS PERSONAGGI – Storia di Juan Giner, valenciano tutto cuore e determinazione che si allenava con Safin e dava la paga a Nadal. Non ha retto i ritmi imposti dal tennis professionistico. Adesso insegna tennis per la Federazione spagnola e per regalare un sogno ai suoi ragazzi, per poter dire un giorno: “Anch’io ho vinto contro il numero uno del mondo”.

“Ci sono due forze che ci aiutano a vivere: l’oblio e la speranza” scriveva Blasco Ibañez. Lo sa bene un altro valenciano, Juan Giner, che sin da piccolo ha solcato i campi da tennis cercando di uscire dall’anonimato che un piccolo paese può condannarti. A Cullera piove sole e il fiume Júcar trova riposo nel mare azzurro nel Mediterraneo. A 8 anni incomincia a partecipare ai primi tornei regionali, mettendosi subito in mostra. Continua a giocare, aiutato e spinto dal padre Juan e dalla madre Maria Dolores. Gli allenamenti e la scuola, la vita di tutti giorni.

Non poteva che destare attenzione e all’età di 14 anni la federazione spagnola lo convinse a fare la spola tra Barcellona e Valencia per cercare di entrare nel mondo del professionismo. Si allenava ogni tanto con Marat Safin che si era trasferito in Spagna per migliorare il suo gioco. Insieme al suo allenatore Jose Luis Aparisi nel 1996 tenta la fortuna negli Stati Uniti giocando per l’unica volta all’Orange Bowl dove arriva solo ai quarti di finale. Ma la determinazione e la tenacia sono le sue caratteristiche principali e due anni dopo arrivano le prime soddisfazioni. Vince il futures di categoria F5 contro Pedro Rico e nel 1999 raggiunge la semifinale nel challenger di Biella fermato da Oleg Ogodorv chiudendo la stagione al 279esimo posto in classifica.

Per Giner la sua superficie di predilezione è la terra e con un buon dritto gioca alla pari con Ferrer, Verdasco e Moya. Intanto un ragazzo proveniente da Manacor suscita l’interesse generale in Spagna. Tutti parlano di lui, è evidente l’alto potenziale. Sebbene fosse un giocatore classificato solo alla 990esima posizione, nel 2001 in un torneo di esibizione Nadal batte l’ex campione di Wimbledon Pat Cash. E’ proprio Juan Giner a spegnere momentaneamente i sogni di gloria al giovane maiorchino.

Nell’edizioni dei futures di categoria 7 dello stesso anno, il valenciano diventa la bestia nera di Nadal e sarà l’unico ancora oggi a poter vantare 2 vittorie su 2 incontri. Il primo scontro è nei quarti e Giner con il punteggio netto di 6-0, 6-4 ferma il futuro nove volte campione del Roland Garros. Pochi mesi dopo, si rincontrano al secondo turno ed è un’altra partita senza storia, con i parziali di 6-3, 6-2. I due giocatori prendono dopo due strade diverse e come spesso capita il destino fa fuoco con la legna che c’è.

Mentre negli anni successivi Nadal intraprende quella iperbole ascendente ben nota, anche Juan Giner continua imperterrito nel circuito maggiore raggiungendo la posizione 169 dell’ATP, la più alta in carriera. Nel suo palmares segnerà in totale tre tornei satellite, poca cosa rispetto al suo connazionale. “La verità è che quando si gioca a livello professionistico, il ritmo è molto alto e faticoso. Viaggiavo 42 settimane l’anno” dichiara in una intervista. E’ l’eccessivo stress che spinge Giner a fare una svolta alla sua vita.

La proposta viene proprio da dove si è allenato da bambino che gli propone di diventare allenatore e insegnare il tennis ai ragazzi. E’ una occasione allettante e può ritornare così a casa. Ci si dedica anima e cuore per dare al Cullera Tennis Club una scuola, che lui non ha mai avuto, all’altezza per i futuri giocatori professionisti. Trova le condizioni e le persone ideali e il progetto ha successo diventando oggi un club rinomato in Spagna dove a volte si può vedere David Ferrer o Anabel Medina Garrigues prepararsi per la stagione sulla terra.

Il tennis spagnolo, che vive il suo momento d’oro, non riesce a trovare la continuità nelle giovani leve. Nadal di recente ha parlato di Juame Munar ma è ancora troppo presto per fare un bilancio. Certo che la RFET (Real Federación Española de Tenis ) deve fronteggiare molti problemi e il movimento “Reimagina el Tenis”, fondato nel Settembre del 2013 da Toni Colo, ha denunciato le difficili condizioni economiche che avversa il tennis giovanile proponendo una serie di misure per ridurre i costi, legati ai viaggi, alberghi e allenatori, e aumentare contemporaneamente l’entrate ai giocatori dei futures.

Dare la speranza ai giovani è il compito che tutte le federazioni devono prefissarsi per evitare di perdere per sempre talenti. Solo l’aiuto economico dei genitori garantisce ai propri figli un minino di continuità ma una situazione che non rende alla fine buoni risultati. Le strutture inadeguate e i mezzi economici insufficienti possono offuscare i sogni dando spazio alla disillusione. Nel piccolo si deve ringraziare Juan Giner, la bestia nera di Nadal, che con il suo lavoro e la sua passione cerca di insegnare il tennis ai ragazzi per poter raccontare un giorno “Anch’io ho vinto contro il numero uno al mondo”.

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