Napoli, il Foro e poi il tempio di Wimbledon

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Napoli, il Foro e poi il tempio di Wimbledon

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TENNIS – Racconto di 3 “mission” speciali come inviato per Ubitennis nella prima metà del 2014. La Davis sul mare partenopeo, lo spettacolo degli Internazionali, l’atmosfera magica dello Slam londinese.

Il primo semestre del 2014 mi ha riservato 3 “mission” come inviato di Ubitennis, una più bella dell’altra, ognuna con le sue emozioni e i suoi ricordi che per chi fa queste cose per passione difficilmente spariranno mai dalla propria memoria.

Di seguito il loro racconto in ordine cronologico, ma mi preme innanzitutto sottolineare che per tutti gli inviati di Ubitennis sarebbe impossibile fare il proprio lavoro (se lo vogliamo chiamare lavoro, io preferisco più definirlo un divertimento) “sul campo” senza l’aiuto di tutti i ragazzi della redazione che da casa ci supportano, perché no anche sopportano e cercano di non farci mai mancare nulla, costituendo un importantissimo collante tra noi che siamo presenti all’evento e raccogliamo cronache, interviste, foto, e voi lettori che visitate il nostro sito ogni giorno.

Quindi a loro va il mio più sentito ringraziamento, senza di loro proprio non saprei come fare nelle mie avventure per Ubitennis.
Così come è alquanto scontato che senza il grosso sacrificio di mia moglie (abbiamo due bimbi e si può immaginare che sforzo comporti l’organizzazione familiare) queste esperienza da inviato sarebbero impossibili.

COPPA DAVIS ITALIA-GRAN BRETAGNA, NAPOLI

L’acquisizione del tesserino da giornalista pubblicista avvenuta a dicembre 2013 a seguito della collaborazione con Ubitennis mi ha sbloccato la possibilità di richiedere gli accrediti per le competizioni organizzate dalla nostra Federazione in Italia.
Perché paradossalmente mentre per la FIT il possesso del tesserino è condizione essenziale per poter chiedere l’accredito, all’estero lo stesso non è un requisito fondamentale.
Così l’occasione si presenta ghiotta ad aprile, quando per i quarti di finale di Coppa Davis l’Italia sfida la Gran Bretagna di Andy Murray a Napoli, la mia città.
Vuoi mettere la possibilità di seguire la Davis a casa tua, sul mare, dove conosci tutti gli angoli a menadito e sai come muoverti più di chiunque altro?

Una volta avuta la conferma dell’accredito inizia lo “sporco” lavoro pre-Davis, con la conferenza di presentazione dell’evento, qualche foto della splendida Arena costruita sul mare e poi la visita all’interno del Tennis Club Napoli (che organizza la manifestazione) la domenica prima della sfida.
Mio compagno di avventura nella 3 giorni sarà il Direttore, che scende appositamente da Firenze con moglie e figlia al seguito anche per festeggiare i suoi 25 anni di matrimonio.
Così gli faccio anche da “Cicerone” per le indicazioni stradali e nel suggerirgli qualche locale simpatico e affidabile.
Il giovedì, all’atto del sorteggio degli incontri, lo vado a prendere direttamente sotto l’albergo (io lavoro a circa 15 minuti a piedi dalla Villa Comunale dove per l’appunto c’è il Tennis Club Napoli) e prendiamo in compagnia del mitico Gianni Clerici il pullman che si occupa di trasportare i giornalisti al campo.
Ubaldo subito mi dice:”Te lo presento dopo Clerici, sul pullman sembra brutto..:”, gli rispondo:”Non ti preoccupare, ci mancherebbe”….ma siccome con Clerici scambiamo qualche battuta subito, non appena scendiamo dal pullman con la suo inconfondibile voce e con il suo stile mi fa:”Mi pare non ci abbiano presentati, Clerici Giovanni”…..insomma un mito, senza se e senza ma.
Con Clerici ci saranno un paio di scenette da ricordare, in quanto con la tecnologia non proprio ha confidenza e quindi con grandissima umiltà mi viene a chiedere ogni tanto di dargli una mano con il pc, cosa della quale ne vado fiero.
In cambio (si fa per dire) del mio aiuto tecnologico gli chiederò una dedica sul suo libro “Wimbledon” che mi avevano regalato a Natale, cosa che farà con la solita grandissima signorilità.

Cosa mi resta dei 3 giorni di Davis?

Innanzitutto una buona organizzazione, cosa non da poco per la mia città. Ma è risaputo, quando si tratta di fare le cose per bene, Napoli e i napoletani si fanno sempre trovare pronti.
Poi ho negli occhi lo sforzo inimmaginabile di Ubaldo, che ha la verve e la passione di un ragazzino, che non si ferma mai, che fa interviste su interviste e non si perde nulla, dall’inizio alla fine.
Fa 3000 cose.
Si è vero, è esigente, ma talvolta fa notare delle cose che noi che scimmiottiamo il suo mestiere dovremmo a ragion veduta sapere e capire, perché talvolta proprio in esse si nascondono i segreti del giornalismo, che in un modo o nell’altro vanno carpiti.
E poi, resta l’incredibile boato del pubblico napoletano quando Fabio Fognini batte Andy Murray in tre perfetti ed esemplari set, dandoci quel 2-2 insperato che poi Andreas Seppi capitalizzerà battendo il nr.2 britannico Ward e consentendoci dopo 16 lunghissimi anni di tornare in semifinale di Davis.
E’ tale l’atmosfera magica dopo la vittoria di Fognini che il sottoscritto, in preda all’euforia più assoluta, si dimenticherà completamente di mangiare, ma poco importa, siamo in semifinale, è questo quello che conta di più.

 

INTERNAZIONALI D’ITALIA, ROMA

Visto che c’ero, che per l’accredito in Italia non c’erano più problemi e che a Roma ci sono i miei cognati (quindi almeno l’alloggio è assicurato), perché non andare agli Internazionali?
Detto, fatto, sempre con la sacrosanta pazienza di mia moglie che rende possibile ciò, anche perché non potendomi prendere una settimana intera di ferie a lavoro (ce la siamo riservata per la seguente avventura per Ubitennis) tocca stilare un vero e proprio piano di battaglia, che coinvolgono non solo la famiglia ma anche Ubaldo e gli altri ragazzi che saranno con noi al Foro, nell’ordine il “romanaccio” che fa il burbero (ma alla fine è un simpaticone) Claudio Giuliani, Alberto Giorni e Daniele Flavi, con il quale ho esordito a Praga due anni prima come inviato.
Sarò così a Roma il sabato per le qualificazioni e per ritirare l’accredito, il lunedì (in entrambe le giornate con arrivo la mattina e ritorno la sera a Napoli), e poi dal giovedì sino alla domenica (con pernottamento dai miei cognati).
L’atmosfera del Foro è magica, soprattutto la sera, quando nonostante cali una forte umidità, vedere il Centrale stracolmo è un vero e proprio spettacolo.
E’ il mio primo torneo, perché fin qui ho seguito solo match di Davis e le differenze sono sostanziali.

In Davis è tutto concentrato in 3 giorni ed hai tutto sotto controllo, a Roma è un continuo correre dietro a questo e a quello, devi avere tanto di occhi aperti per non farti sfuggire nessuna conferenza stampa, non si respira un attimo, priorità assoluta (ed è ovvio) seguire gli italiani.
Ubi come al solito è impagabile, Clerici onnipresente e lucido come non mai, si vede anche Tommasi.
La cosa simpatica è che come postazione siamo vicini ai colleghi di Sky, e così ad esempio con Angelo Mangiante che sei abituato a vedere in televisione, ti vai a prendere un panino al bar e ci scambi 4 chiacchiere come se lo conoscessi da sempre.
Elena Pero è li davanti a te e subito dibattiamo su questo o quell’aspetto tecnico, l’ultimo giorno conosco anche Stefano Meloccaro, al quale faccio i complimenti per il suo libro su Paolo Bertolucci.

Sportivamente mi infiamma Sara Errani, che in finale si arrende tra le lacrime a Serena Williams ma anche ad un infortunio.
Peccato, perché il suo approdo all’atto conclusivo era stato davvero meritato, grazie ad alcune prestazioni davvero superbe.
Mi occupo io della cronaca della finale femminile e poi durante il primo set di quella maschile torno a casa, non voglio fare tardi, mia moglie ha già consentito troppo (il lunedì di ritorno da Roma ero arrivato a casa oltre le 2 di notte), va benissimo così.

 

WIMBLEDON, LONDRA (1° SETTIMANA)

Credo che per ogni appassionato di tennis avere la possibilità di entrare all’ALL ENGLAND TENNIS CLUB sia il sogno di una vita, sia l’essenza del tennis stesso.
Ubi per gli Slam preferirebbe avere i collaboratori presenti entrambe le settimane, ma laddove ciò non è possibile, in mancanza di disponibilità, si accontenta anche di una sola settimana.
Così, mi avventuro in quella che potremmo definire “la mission” per eccellenza, Wimbledon.

Sarò a Londra la prima settimana del torneo, oltre ad Ubi ci sarà anche il mitico Gibertini, infaticabile collaboratore di Ubitennis e grandissimo organizzatore dei viaggi di tutti gli inviati, e Roberto Salerno, che si definisce un poeta, uno che più stravagante di così si fa fatica a trovare, ma che è molto pratico e ci sa fare.

Arrivo a Londra il sabato prima della partenza del torneo e con Vanni ci rechiamo prima a casa delle persone che ci ospiteranno (una coppia di inglesi che Vanni definisce eccentrici, io direi invece “very British”) e poi andiamo subito a Wimbledon, per ritirare gli accrediti.
Beh…..l’entrata nel circolo mi lascia senza fiato…..tra l’incredulo e l’emozionato…..tutto fantastico, bellissimo, resto senza parole.
Vanni mi spiega un po’ il tutto, all’atto del ritiro del pass ci regalano una borsa porta computer con il logo ed i colori di Wimbledon, insomma, ci siamo.
Il lunedì si inizia, atmosfera magica, ambiente davvero incredibile, organizzazione che non lascia nulla al caso.
Purtroppo a metà settimana perdiamo sia Vanni che Roberto.
Il primo è costretto a far ritorno in Canada (dove risiede e lavora) per problemi di salute, il secondo invece ha dei piccoli problemi familiari ma sabato sarà di ritorno.

Permettetemi di fare un grosso in bocca al lupo con questo articolo a Vanni, che come ho già detto quando si tratta di organizzare viaggi per gli inviati di Ubitennis è insuperabile.
Sa sempre darti la dritta giusta, il volo più conveniente, il consiglio fondamentale per qualsiasi cosa.
Senza di lui davvero io non saprei come fare e per questo il suo ritorno in Canada mi ha lasciato oltre che solo nella casa di Londra anche un pizzico di malinconia.

Ma siccome per due giorni c’era da stare soli con Ubaldo con buona parte degli italiani ancora in gara e con molte partite (e relative conferenze, ed interviste e tutto il resto) da seguire, non c’è stato il tempo di rattristarsi più di tanto.
Bel gruppo quello degli altri giornalisti italiani presenti, Crivelli e Marianantoni della Gazzetta dello Sport dei perfetti toscanacci simpaticissimi, ma anche gli altri non sono da meno.

La mia giornata tipo si svolge così: Esco di casa verso le 9, tappa obbligata dal “Caffé Torelli”, un bar italiano dove ti fanno un cappuccino da sogno e dove faccio una colazione abbondante, perché di tempo per mangiare ce ne è sempre poco e quindi è meglio crearti le dovute riserve.
Poi destinazione Metro, con un paio di cambi che ti portano a Southsfield, dove entri nell’atmosfera di Wimbledon.
Perché appena esci dalla stazione ti si presenta davanti a te un lungo rettilineo che dopo dieci minuti di camminata ti porta davanti al Gate 1 di Wimbledon.
Durante il tragitto respiri a pieni polmoni l’essenza di Wimbledon, con la gente accampata nelle tende per fare la fila per i biglietti (con attese che vanno oltre le 6 ore), i bagarini (tutto il mondo è paese), gli steward che sono disseminati lungo il tragitto e che sono di una cortesia e di un’educazione fuori dalla norma.
Poi, una volta arrivato al campo, inizia la battaglia. Ore e ore di match da seguire, di tweet da postare sul’account di Ubitennis, di “dirette” da aggiornare dai campi, di conferenze da tradurre e da sentire, interventi in radio e così via. Di solito fino alle 23, quando davvero esausto (ma pieno di soddisfazione) si fa rientro a casa, dove una volta sul letto crolli dal sonno.
Anche a Londra c’è Gianni Clerici, che ormai mi ha preso come suo consulente tecnologico e che quando va in difficoltà non esita (e fa bene) a chiamarmi.
Il sabato Bolelli non chiude il suo match con il giapponese Nishikori, è l’ultimo match che vedrò sul campo.
L’indomani si torna in Italia, l’avventura è finita, ma non ci avrei mai rinunciato per nulla al mondo. Un’esperienza indimenticabile.

 

 

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