Coric: "L'importante per noi giovani è non montarsi la testa"

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Coric: “L’importante per noi giovani è non montarsi la testa”

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TENNIS US OPEN INTERVISTE – B. Coric b L. Rosol 64 61 62. L’intervista del dopo partita.

Come ti senti? Hai vinto un match di primo turno in uno slam contro un top 30. Cosa ne pensi?

Provo sensazioni incredibili. Sono arrivato qui e pensavo solo ad entrare nel tabellone principale, era questo il mio obiettivo. Mi son detto che se avessi raggiunto questo risultato, sarebbe stato tutto perfetto. Ora invece non riesco a credere di aver vinto, soprattutto con questa vittoria ho già ottenuto i punti per finire bene la stagione. Posso cambiare il mio programma stagionale, le cose sembrano essere un po’ più facili.

Per te è stata un’ottima estate e per ragazzi della tua età circa sta andando tutto molto bene, vi state aiutando a vicenda?

Stiamo cercando di giocare e comportarci bene. Attualmente credo ci siano quattro o cinque ragazzi della mia età ed alcuni più giovani. E’ un buon momento per tutti, ma assolutamente dobbiamo stare attenti agli infortuni e a non farci prendere troppo dall’entusiasmo. Magari qualcuno di noi può raggiungere la top 10 o addirittura meglio.

Giocare il primo turno nel tabellone principale è stato come giocar l’ultima partita della qualificazioni?

Sì, più o meno… ho giocato meglio no? Ho continuato a servire meglio e anche in risposta giocavo meglio. Ero rilassato e non avevo nulla da perdere. Se avessi perso avrei pensato ch sarebbe stato un grande torneo per me, ma ora che ho vinto posso dire che è tutto incredibile!

Hai ricevuto qualche consiglio dai più forti giocatori croati in attività e non?

Sì in verità ho parlato più o meno con tutti: Ivanisevic, Ljubicic e anche con Cilic. Mi hanno aiutato tantissimo.

Quando hai visto Kyrgios a Wimbledon, hai trovato le giuste motivazioni? Non sembra che tu debba aspettare molto per un exploit del genere.

Normalmente non guardo molto gli altri giocatori, ma quello che ha fatto è veramente incredibile. Non significa comunque molto per me. Però ha dimostrato a tutti che anche i tennisti più giovani possono competere con i top 20 e i top 10, ma io devo pensare a me stesso.

Credi che ci sia una ragione per questo fiorire di giovani tennisti? Normalmente per competere a questi livelli devi aspettare i 23, 24 o 25 anni, voi invece avete 17 anni circa.

Non ne sono certo, magari perché siamo in cinque circa e cerchiamo di superarci a vicenda. Se io gioco questo torneo, i miei coetanei cercheranno di fare meglio. Bisogna tenere e lavorare duro. Magari la ragione è questa oppure le cose stanno solo cambiando.

E’ un ottimo momento per il tennis croato, anche per le tenniste. C’è qualcosa che sta andando particolarmente bene nella tua generazione, in Croazia?

Credo più che altro perché in Croazia nulla è facile, non ci sono le giuste condizioni per allenarsi al meglio. Ci sono pochi soldi e devi essere un tipo tosto per emergere. Questa è una delle ragioni per cui il tennis croato sta andando bene.

Cosa pensi della Tomlijanovic e del cambio di nazionalità?

Esattamente non ho nessuna opinione personale… o magari sì, ma non intendo parlarne ora (risata). E’ una cosa sua comunque, non so perché abbia scelto di lasciare la nostra federazione e in quale situazione fosse. Non voglio assolutamente giudicare.

Cosa hai imparato durante questo anno, giocando tornei pro?

Ho imparato che nessuno ti regala il match, magari dopo aver vinto il primo set e nessuno lascia un punto equivocabile, si chiama il challenge o decide l’arbitro. Ho però anche visto che i tennisti pro non sono così tanto migliori degli junior. Ovviamente sono più bravi, ma se ti abitui, diventa tutto più facile.

Senti sulla tua pelle le attenzioni delle persone?

Non ne sono sicuro, probabilmente me lo potresti dire tu! Comunque non sento alcuna pressione. Magari qualcuno pensa che sentendomi un osservato speciale potrei cedere alle emozioni, ma no, non presto molta attenzione a queste cose.

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