US Open interviste, Federer: "Fisicamente ero davvero pronto"

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US Open interviste, Federer: “Fisicamente ero davvero pronto”

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TENNIS US OPEN – R. Federer b. G. Monfils 4-6, 3-6, 6-4, 7-5, 6-2. L’intervista del dopo partita al campione svizzero. (Trad. Andrea Pagnozzi)

LA CRONACA DEL MATCH

Come descriveresti la situazione in cui ti sei trovato e come ne sei uscito?

Allora…è stata una di quelle situazioni dove ti trovi con le spalle al muro e la speranza è appunto quella di trovare dei colpi fortunati o quelli che ti consentono di prevalere nelle fasi di gioco. Bisogna cercare di riuscirci. Ma chiaramente non è una bella sensazione, perchè avvertivo che non dipendeva più solo da me. Quindi sono molto, molto felice di esserci riuscito.

Due giorni fa avevi già parlato di quanto potesse essere pericoloso il tuo avversario. Poi come hai detto, ti ha messo con le spalle al muro. Per tutto questo e per essere riuscito a salvare due match point, quanto ci si sente bene?

Si, voglio dire, è semplicemente incredibile vincere partite come queste. Si ne ho vinte altre così in altri tornei. Ma al meglio dei 5 set, salvare match point contro Gael in una partita giocata con questa atmosfera, è sicuramente molto speciale. Non sono sicuro di aver mai salvato match point prima in uno Slam. Se fosse davvero così, sono incredibilmente felice che sia avvenuto oggi, perchè sapevo che avrei potuto giocare meglio dopo i primi due set e credevo di poter girare la partita già all’inizio del terzo set. Il pubblico mi ha dato un grande supporto e ne ho tratto giovamento. Nel quinto set poi ho servito alla grande, quando contava, e quindi è stata nel complesso una partita davvero piacevole da giocare perchè ci sono state tutte le fasi, con alti e bassi, proprie delle grandi partite come quella della finale di Wimbledon.

Qual’è stata la svolta? Ovviamente nei primi due set non hai giocato il tennis migliore, ma poi l’hai trovato.

Si penso di essere cresciuto durante la partita. In ogni caso sono stato in grado di mantenermi ad un alto livello sia fisicamente che mentalmente. Di testa non vorrei mai venire meno, ma fisicamente ero davvero pronto. Mi sentivo alla grande sia nel quinto set contro Djokovic che nel quinto set di oggi. Sono felice perché stasera la mia resistenza ha pagato. Sarebbe stata una vera delusione perdere nel quarto set perchè stavo bene. Non sarebbe stato molto “cool”, devo dire. (Sorridendo).

In una partita di 5 set, 74 volte a rete. Tante volte davvero. E’ la tua mentalità o Stefan ti ha davvero influenzato molto?

Non dimenticare che dipende sempre da come gioca il tuo avversario. Ho giocato con Bautista Agut e oggi con Gael. Difendono molto bene e ti permettono però di venire a rete una volta di più. So che posso uccidere lo scambio in questo modo ma oggi non credo di essere sceso a rete quanto avrei potuto perchè non ho colpito abbastanza bene la palla fuori la linea di fondo. Durante la partita le cose sono migliorate e ho iniziato a giocare serve&volley con continuità. Mi trovo bene, ma non so se riuscirò a tenere il ritmo, sai. Ora giocherò contro Cilic. L’ho già battuto a Toronto in condizioni altrettanto veloci in notturna. Ora vediamo, però per ora sono felice di aver passato il turno. Contro Gael sai sempre che potrebbe esserci la possibilità di giocare un colpo in più e nel match point ho solo sperato che andasse fuori. Sono contento di aver continuato a premere, ho avuto una ricompensa stasera.

Credo che in qualche modo mi hai risposto. Hai vinto 53 punti a rete e 57 dalla linea di fondo. Per vincere il torneo, pensi di dover continuare ad attaccare così tanto?

Voglio dire….dipende da chi è il tuo avversario! Ci sono diversi modi per scendere a rete e il serve&volley è solo uno di questi. So che Cilic rimane spesso sulla linea di fondo per cercare di dettare meglio il gioco. Per il resto è molto simile a Gael: è alto, ha un gran servizio e una gran risposta. Da questo punto di vista direi che è stato un bene giocare contro Gael stasera in vista del match contro Cilic.

Parliamo del pubblico. Hai detto che ti ha davvero aiutato. Puoi spiegarcelo? Com’è che funziona? Quando hai 23.000 tifosi, hai uno sbalzo di adrenalina?

Beh, ho avvertito che volevano che la partita proseguisse. (Sorridendo). Non importa chi giocava, credo. Eppure ho avvertito un sostegno davvero caloroso, ho avuto la sensazione che volessero che combattessi e credessi nella possibilità di superare il turno. Quando è così cresce la convinzione nei propri colpi migliori, puoi riuscire nei movimenti più difficili e puoi servire meglio. Questo aiuta a solidificare la propria speranza di farcela. Stasera è stato emozionante per me, il pubblico è stato incredibile. Hanno avuto un ruolo importante nella  mia vittoria e non vedo l’ora di ritrovarli nella prossima partita.

L’Arthur Ashe è semplicemente eccezionale, non c’è nulla di simile.

Credo di si, non c’è nessuno come i newyorkesi e questo stadio è fenomenale. Ho giocato partite incredibili qui, ma forse non abbastanza nel corso dell’anno. Sono felice di quanto ho ricevuto stasera. A prescindere dalla vittoria o dalla sconfitta, è stato speciale.

Torniamo ai primi due set. Gael ha giocato molto bene, hai mai avvertito che la partita ti stava scivolando via?

Non proprio perchè ho avuto diverse possibilità sul suo servizio ma il mio dritto non funzionava bene. Anche al servizio ho avuto difficoltà ma penso dipendesse da come stava giocando Gael. Ovviamente sapevo che avrei potuto giocare meglio a tennis e che iniziando a giocare meglio sarei tornato in controllo. Mi sentivo bene ma non riuscivo a concretizzare le opportunità. Ho perso tanti punti ai vantaggi e questo ha fatto la differenza nei primi due set. Piuttosto frustrante devo dire. Il vento poi non mi ha aiutato a trovare ritmo e sono felice di essere rimasto calmo e di aver ritrovato il mio gioco a partire dal terzo. Da lì ho giocato molto meglio.

Stante la tua esperienza negli Slam, ci puoi parlare dei due match point salvati? Quando stai per uscire da un torneo del Grande Slam, sei teso o ti concentri maggiormente per vincere quel punto?

Si tratta di un momento frustrante perché è un match point e non è divertente. Sei vicino a lasciare il campo con la testa penzoloni. Poi vai a fare la doccia, vai in sala stampa e segui la routine che è sempre fastidiosa dopo che hai perso. Non dico che comincio a pensare a  tutte queste cose, ma è un insieme di cose che ti scorre velocemente nella mente, questo si. Quando si arriva alle fasi finali di un torneo ci si trova in queste situazioni più facilmente e bisogna scattare subito, non importa in quale direzione, non bisogna pensare troppo, occorre provarci. Nel mio caso dovevo servire bene, perché non volevo colpire una seconda. A volte funziona, altre chiaramente no. Non c’è comunque la possibilità di controllare i pensieri.

Sono situazioni che hai già vissuto in passato. Quanta forza puoi trarre da ricordi di simili episodi?

In termini di esperienza è importante ma non ci si abitua mai. I margini sono esigui e a quel punto il controllo non c’è più. In alcuni casi è proprio questione di fortuna e nel tennis è importante. Sai quando tra ragazzi ci si augura buona fortuna? (sorridendo). Si spera sempre che accada ma forse non accadrà. Oggi ho avuto fortuna.

Marin ha detto che ha utilizzato il suo tempo lo scorso anno per sviluppare il suo gioco e sente che sta giocando il miglior tennis della sua carriera.

Si sono d’accordo.

Anche Tomas ha detto la stessa cosa. Parlaci di lui, hai già giocato con lui quest’anno ma parlaci della sfida che ci sarà in semifinale.

Marin sta giocando veramente bene e il suo gioco è davvero pulito. Già in passato ha fatto bene perchè è stato tra i primi della nuova generazione a  bussare alla porta della Top 10. Siamo onesti. Ho pensato che oggi ha giocato alla grande e credo che ormai sia diventato quel tipo di giocatore che può decidere da solo le sorti di un risultato. Proprio come i migliori tennisti. Se batti Berdych lo dimostri. Forse Tomas non è in fiducia adesso, ma se lo batti hai qualità.
Con Marin ho giocato a Toronto. Partita divertente, sai. Non ho giocato molto nel primo set ma l’ho fatto mio, nel secondo ho sprecato otto match point e ho chiuso al terzo set. Era tarda notte, credo le 00:30, ma superare partite simili mi ha poi consentito di vincere Cincinnati e di abituarmi a situazioni simili a quella di oggi.
Con Marin sarà una partita diffiicile.

 

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