US Open interviste, Djokovic: "Non sono stato all'altezza"

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US Open interviste, Djokovic: “Non sono stato all’altezza”

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TENNIS US OPEN INTERVISTE – Semifinale, K. Nishikori batte N. Djokovic 64 16 76 63. L’intervista a Djokovic del dopo partita.


Ci puoi parlare delle condizioni in campo e soprattutto del caldo?

Non era semplice giocare con queste condizioni, ma erano le stesse per entrambi. In più lui ha speso più energie di me in campo durante il torneo. Non ci sono scuse.

Ti ha sorpreso il modo in cui ha giocato, considerando le battaglie al quinto set che aveva appena affrontato?

Mi aspettavo che fosse pronto ad un’altra maratona perché aveva avuto due giorni di riposo e non aveva giocato prima di questo torneo. Quindi ha avuto una lunga pausa e si è preparato al meglio. Ha espresso un bel tennis e mi congratulo con lui per averlo dimostrato. In campo è stato il giocatore migliore.

Com’è migliorato il suo gioco, da un anno a questa parte?

Credo che al tempo non avesse un diritto così efficace. Il suo rovescio è molto solido, uno dei rovesci a due mani migliori, da ogni parte del campo. E’ aggressivo e molto rapido, riesce a ribattere diverse palle e ovviamente attacca appena ne ha la possibilità. Ormai è completo.

Hai vinto il secondo set per 61 e sei arrivato al tiebreak del terzo. Lui stava servendo per il set: cosa hai pensato?

Onestamente cosa posso dire? A parte il secondo set, il mio tennis non è stato lontanamente all’altezza, non ho giocato come avrei voluto. Troppi errori, poca profondità… non era il mio tennis.

Hai però vinto più punti; hai più vincenti e meno errori di lui.

E ho perso il match… (ridendo).

Cosa in particolare non ti ha soddisfatto del tuo gioco? Erano le condizioni?

No, veramente… non voglio parlare delle condizioni, erano le stesse per entrambi. Credo solo che abbia giocato meglio di come ho fatto io. Non riuscivo a trovare la palla e non trovavo il mio equilibrio. Troppi errori. E poi giocavo troppo corto, facevo il suo gioco, non il mio.

Ti sei ripreso la vetta della classifica; hai vinto Wimbledon e hai raggiunto una finale. Come giudichi l’anno?

La stagione non è ancora finita, ovviamente sentivo di poter raggiungere la finale qui, ma è stata proprio una delusione. E’ così, è il tennis. Mi devo congratulare con un avversario migliore di me e cercare di finire l’anno come quello scorso.

Ti sei davvero concentrato su questo torneo oppure eri un po’ preoccupato per tua moglie, per la gravidanza e per l’imminente nascita?

Naturalmente sono molto vicino a mia moglie, sono più che disponibile. Non c’è però nessuna differenza in termini di preparazione di un match o di un torneo. Mi sono dedicato molto a questo US Open, ho cercato di fare del mio meglio e l’ho fatto, oggi però quello che ho dato non è bastato.

Con la nascita prevista tra un mese o poco più, è possibile che sia questa la tua ultima partita dell’anno?

Non lo so, è comunque troppo presto per decidere… non lo so.

Come tu sei stato un grande esempio per il tennis nella tua nazione, ci puoi dire cosa pensi a proposito dell’impatto che può avere un giocatore come Kei sul suo Paese, raggiungendo per primo una finale Slam?

E’ molto importante per il Giappone, è un grande Paese. Un evento del genere può avvicinare molto al tennis. Ormai è sul circuito da qualche anno e ogni volta riscuote sempre maggiore successo. Però giocare una finale Slam lottando per il titolo è una cosa proprio diversa, più importante. Ha raggiunto un livello migliore ed avrà un grande tifo.

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