US Open
Marin Cilic re degli Us Open: il primo Slam è un monologo

TENNIS US OPEN – Marin Cilic vince lo Us Open grazie ad una prestazione monstre contro Kei Nishikori, demolito con un triplice 6-3. Balzerà dalla 16esima alla nona piazza del ranking ATP. Era dal 2007 (Federer) che a Flushing Meadows il campione maschile non perdeva neanche un set dai quarti in avanti. L’ultimo giocatore fuori dai top 10 a vincere a New York era stato Pete Sampras (17) nel 2002. E’ il 13esimo giocatore nell’Era Open a vincere il suo primo Slam negli States.
M.Cilic b. K. Nishikori 6-3 6-3 6-3 (da NY, Alberto Prestileo)
Goran Ivanisevic:”È il giorno più bella della mia vita sportiva dopo la mia vittoria a Wimbledon. Ha giocato come fosse la quindicesima finale che giocava!”
Goran Ivanisevic:”Ha giocato alla grande. Tatticamente è stato perfetto!”
Kei Nishikori:”Sono molto contento delle due settimane. Peccato per oggi, ma lui è stato più bravo di me”
Alla fine, ha vinto Marin Cilic. Il croato, dopo tutto quello che ha passato nell’ultimo anno, ha fatto suo l’ultimo Slam della stagione, battendo in finale, con un periodico 6-3, Kei Nishikori, in una partita mai messa in discussione dallo strapotere dell’allievo di Ivanisevic. Troppo solido, troppo concentrato per il giapponese, apparso molto preso dall’emozione.
Cilic ha giocato un gran match. Non ha mai dato possibilità a Nishikori, malgrado il solo 52% di prime palle in campo. Il croato ha però ottenuto l’80% di punti quando la prima è andata dentro, ed il 61% con la seconda. Davvero troppo per Nishikori, mai stato realmente in partita. Solo nel terzo set ha avuto qualche occasione per riacciuffare almeno un set, ma Cilic gliel’ha negata. “È stato incredibile. Mai nervoso, non gli è mai tremato il braccio. Come se avesse giocato 15 finali Slam,” dice Ivanisevic. Ed effettivamente, a parte il doppio fallo sul primo Champioship Point, il gigante Marin non ha mai tremato, commettendo 27 errori non forzati, al fronte di 38 vincenti.
Cilic si è sicuramente meritato questa vittoria, questo epilogo di un anno passato ai margini del circuito a causa della squalifica. Basti pensare che il 25enne non ha perso un set dai quarti di finale in poi, e solo ad altri 5 tennisti era riuscita l’impresa: Federer nel 2007, Edberg 1991, Lendl 1985 e McEnroe nel 1979 (aveva vinto quest’ultimo una partita grazie ad un ritiro).
Dall’altra parte della rete, c’è stato un Nishikori preda di emozioni troppo forti da gestire. Ha sbagliato tanto, 30 errori non forzati, al netto di solo 19 vincenti. Alla vigilia della partita, ci si chiedeva se la risposta del giapponese potesse essere determinante. Be’, così non è stato. Cilic non gli ha dato occasione di essere incisivo come al solito, nonostante un buonissimo 60% di risposte mandate in campo. Per l’allievo di Chang è stata così una disfatta totale, dopo essere riuscito a far fuori il numero uno al mondo in semifinale.
CRONACA – Eppure, ad inizio gara le cose sembravano potessero andare diversamente. Il nipponico era infatti riuscito a procurarsi una palla break nel primo game, ma Cilic l’ha annullata con un gran vincente di dritto. Da qui in poi, è andato in onda una specie di one-man show. Cilic ottiene il break nel sesto gioco, sfruttando l’errore gratuito del giapponesino. Nessun problema nei giochi successivi, con Marin che chiude dunque il set 6-3.
Il secondo set è quello, per certi versi, più equilibrato. Cilic ottiene 3 palle break nel terzo gioco, che Nishikori però annulla. Sul 40 pari, però, dagli spalti arriva un urlo durante il movimento di battuta del giapponese, che ripete così la routine notevolmente infastidito. Da qui arriva il quarto break point, poi trasformato con l’ennesimo errore non forzato di Kei. Il figlio del Sol Levante non si abbatte e prova, nel game successivo, a rimettersi in carreggiata, ma con scarsi risultati. Cilic torna così ad aggredire l’avversio che, per la seconda volta nel set, perde il servizio. Nel settimo gioco, infatti, il croato ottiene due palle break. Alla prima, ‘Nishi’ commette un altro gratuito, dando così modo all’avversario di servire per il set. A questo punto, però, Cilic pare deconcentrarsi, concedendo così tre break point, non consecutivi, all’avversario che, all’ultimo, strappa il servizio. Kei va quindi a servire sul punteggio di 5-3, avendo quindi la chance di allungare il parziale. Il croato non è del tutto d’accordo e riconquista il break perso grazie allo smash sbagliato dall’avversario. Dopo un’ora e 10 minuti, Marin Cilic è avanti 2 set a 0 nella finale degli US Open.
Il set finale è quello della consacrazione. Cilic conquista il break nel quarto gioco, dopo un lungo scambio col giapponese, terminato con un errore gratuito di quest’ultimo. Marin, da qui in avanti, non trema mai. Sì, sul 4-2 e servizio concede tre palle break e, sull’ultima, è fortunato perché la risposta di Nishikori si spegne sul nastro, ma Cilic ha comunque mostrato un tranquillità ed una sicurezza di altissimo livello, pari, o quasi, permettetemi di dire, a quella dei sicuramente più esperti Federer, Nadal o Djokovic. Nell’ultimo game, poi, dopo essersi procurato tre match point con il solo servizio ed un gratuito di Nishikori, mostra il suo primo segno di cedimento. Dopo che il signore sedutomi accanto mi preannuncia un ace, chiedendomi quindi di prestare particolare attenzione, il croato commette il doppio fallo che nessuno si aspettava. È però solo una questione di tempo perché il punto successivo lo gioca a regola d’arte, concludendo con vincente di rovescio.
Il Chair Umpire annuncia così tranquillamente il Game, Set and Match al termine di un’ora e 54 minuti e di tre 6-3. Cilic, preda delle emozioni, si lascia cadere sul cemento di Flushing Meadows, prima di andare a salutare il suo avversario. Quindi, classica arrampicata, più o meno, per andare a salutare team e fidanzata, prima di ricevere il suo primo trofeo del Grande Slam.
Flash
Ufficiale: da quest’anno lo US Open in chiaro
SuperTennis trasmetterà l’ultimo Slam stagionale in chiaro gratuitamente, dopo oltre trent’anni

Come già preannunciato la settimana scorsa, lo US Open torna in chiaro sulla televisione italiana dopo 34 anni. Il canale televisivo SuperTennis gestito dalla Federazione Italiana Tennis e Padel annuncia di aver trovato l’accordo con la United States Tennis Association (la federtennis statunitense) per acquistare in esclusiva tutti i diritti media dello US Open, in un accordo pluriennale. Nel comunicato si legge che: “SuperTennis trasmetterà i match più importanti sia in diretta che in differita nell’arco delle 24 ore, mentre, in aggiunta, la piattaforma digitale SuperTenniX darà ai tesserati FITP e ai propri abbonati la possibilità di vedere tutte le partite del torneo in streaming”.
SuperTennis è visibile sul canale 64 del digitale terrestre e sul canale 212 di Sky Sport. SuperTenniX è scaricabile da Google Play, Apple Store e Prime Video ed è visibile gratuitamente da tutti i tesserati FITP o a pagamento dai non tesserati. L’abbonamento costa 3,99 euro al mese o 34,99 all’anno.
“La Federazione Italiana Tennis e Padel prosegue nella sua politica di sviluppo attraverso la promozione del Grande Tennis nel nostro Paese – ha commentato il Presidente Angelo Binaghi – Dopo aver fondato, 15 anni fa, il canale SuperTennis, riportando così il nostro sport nelle case di tutti gli italiani, e dopo aver riaperto una finestra in chiaro su Wimbledon, siamo ora orgogliosi di mettere a disposizione di tutta la vasta platea degli appassionati tricolori un altro dei quattro tornei più importanti del mondo. Gli US Open sono una delle competizioni che di recente ci hanno regalato le migliori soddisfazioni, inclusa la storica finale del 2015 vinta da Flavia Pennetta su Roberta Vinci, e, qualora questa fresca tradizione venga riaffermata nei prossimi anni sotto gli occhi del grande pubblico televisivo nazionale, ritengo che SuperTennis possa così contribuire non solo a promuovere vieppiù il tennis ma anche a incentivare i nostri giocatori a migliorarsi e a guadagnare in popolarità”.
Kirsten Corio, Chief Commercial Officer, USTA: “SuperTennis ha dimostrato di essere una fidata casa dello sport in Italia. Con così tanti giocatori italiani in questa nuova generazione di astri nascenti, è il momento ideale per dare il via a questa nuova collaborazione. Non vediamo l’ora di iniziare il lavoro a fianco di SuperTennis, con il comune obiettivo di accrescere sempre più la visibilità dello US Open”.
Flash
Jake Garner sarà il nuovo giudice arbitro dello US Open
L’ex giudice di sedia Jake Garner è stato nominato referee dello Slam newyorchese a partire da quest’anno

L’ex giudice di sedia Jake Garner è stato nominato dalla USTA referee (giudice arbitro) dello US Open, un ruolo centrale nella conduzione dell’ultimo Slam dell’anno. A partire dall’edizione 2023, lo statunitense famoso per aver fatto infuriare Roger Federer (durante la finale dello US Open 2009, il campione svizzero contestò animatamente la sua decisione di concedere la verifica elettronica a Del Porto, nonostante la richiesta fosse giunta con un certo ritardo), si occuperà dei sorteggi dei tabelloni, della preparazione del programma giornaliero degli incontri e supervisionerà il lavoro dei suoi ormai ex colleghi arbitri.
Garner è stato giudice di sedia nella cerchia ristrettissima dei possessori del Gold Badge dal 2008 al 2016 e ha condotto ben 18 finali Slam, 4 finali di Coppa Davis, una finale di BJK Cup e la finale maschile dei giochi olimpici di Pechino 2008. In questi anni, ha svolto diversi ruoli (Senior Director, Professional Pathway, Officianting) per conto della USTA, la Federazione del tennis statunitense e l’anno scorso è stato assistente del referee dello US Open, Wayne McKewen che ha ricoperto questo ruolo nel 2021 e nel 2022, che, da quest’anno, sarà Grand Slam Supervisor.
“Jake è uno degli arbitri più noti e rispettati al mondo e abbiamo grande fiducia nelle sue capacità e, insieme a Melanie a Andrew, garantirà che lo US Open sia arbitrato ad alti livelli di professionalità e integrità” ha detto la direttrice del torneo Stacey Allaster. Melanie Tabb sarà l’assistente di Garner ed Andrew Walker sarà Chief Umpire del torneo.
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Il governo USA metterà fine allo stato d’emergenza COVID entro maggio. Via libera per Djokovic?
L’amministrazione Biden sta per approvare una legge per concludere lo stato d’emergenza sanitaria. Potrebbe essere rimosso l’obbligo di vaccinazione per i visitatori

Il parlamento statunitense sta considerando una proposta di legge chiamata “Pandemic Is Over Act” che si pone come obiettivo quello di mettere fine allo stato di emergenza sanitaria dichiarato quasi tre anni fa a causa dell’epidemia di COVID-19, il New York Times ha pubblicato nella serata di lunedì.
Questa proposta di legge e altre che sono anch’esse al vaglio dell’esecutivo creerebbero le condizioni per passare ad una nuova fase di controllo della pandemia che però non prevederebbe le misure straordinarie che sono state in vigore fino a questo momento. Una volta approvate queste norme, poi, il governo Biden ha lasciato intendere che non estenderà il formale stato di emergenza che al momento dovrebbe scadere il prossimo 11 maggio.
Tra le norme legate all’emergenza sanitaria c’è anche quella che prevede la presentazione del certificato vaccinale per tutti i non americani e non residenti negli USA che vogliano entrare nel Paese, norma che durante l’ultimo anno ha impedito al neo n. 1 del mondo Novak Djokovic di disputare i tre Masters 1000 che si disputano sul territorio statunitense (il BNP Paribas Open di Indian Wells, il Miami Open e il Western&Southern Open di Cincinnati) così come lo US Open a Flushing Meadows.
Il prerequisito è tutt’ora in vigore formalmente per tutti i visitatori stranieri che vogliono entrare nel Paese per via aerea, e sostanzialmente anche per chi entra via terra, nonostante la norma non venga ormai più fatta rispettare da qualche tempo ai posti di frontera tra gli USA e il Canada o il Messico. La norma è formalmente in vigore fino al 10 aprile prossimo, anche se naturalmente potrebbe essere estesa o revocata in ogni momento
Tuttavia anche se dovessero essere approvate le leggi per gradualmente rimuovere lo stato di emergenza sanitaria, non è automatico che anche le condizioni per poter entrare negli Stati Uniti come straniero verranno adeguate di conseguenza. È infatti consuetudine imporre condizioni molto più stringenti per gli stranieri che cercano di entrare sul territorio del proprio Stato di quelle che invece vengono imposte ai cittadini dello Stato stesso. In ogni caso, siccome gli USA sono uno dei pochi Paesi che ha mantenuto questo prerequisito che invece è stato fatto decadere in gran parte del pianeta, è verosimile pensare che ci potrebbe essere un adeguamento nel corso dei prossimi mesi che potrebbe spalancare le porte alla partecipazione di Djokovic almeno ai tornei estivi sul cemento americano, dato che sembra improbabile che le cose possano cambiare abbastanza velocemente da permettergli di essere ai nastri di partenza dei tornei del Sunshine Double in marzo.