3-0 alla prima finale: un risultato per molti ma non per tutti

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3-0 alla prima finale: un risultato per molti ma non per tutti

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TENNIS – Marin Cilic ha infoltito la truppa di coloro che sono riusciti a imporsi senza perdere set nella loro prima finale major. Ma la statistica più impressionante sul torneo del croato è un’altra…

È nutrita forse più di quanto ci si possa aspettare la galassia degli esordienti in una finale del Grande Slam che sono riusciti a imporsi col punteggio di tre a zero. Marin Cilic è quindi solo l’ultima stella di una famiglia che ha tra i propri membri campioni immortali dello sport della racchetta ma anche mono-vincitori Slam dalla carriera non così lucente.

Era dal Roland Garros del 2005 che non si affrontavano due esordienti all’atto conclusivo di un major. Allora l’uno contro l’altro il giovanissimo Rafael Nadal e Mariano Puerta: vittoria per Rafa, ma primo set lasciato al tie-break all’avversario.
Anche l’altro mostro sacro dell’Open di Francia, Bjon Borg, seppur vincente nella sua prima finale importante, aveva dovuto rimontare uno svantaggio di due parziali a Orantes prima di imporsi al Roland Garros del 1974 col punteggio di 2-6 6-7 6-0 6-1 6-1.
Hanno bagnato il loro esordio in finale e la loro prima vittoria Slam con un tre a zero John McEnroe (Us Open 1979 7-5 6-3 6-3 a Gerulaitis), Stefan Edberg (Australian Open 1985 6-4 6-3 6-3 a Wilander), Pete Sampras (Us Open 1990 6-4 6-3 6-2 ad Agassi) e ovviamente Roger Federer, che non poteva non rientrare anche in quest’altro particolare libro dei record (Wimbledon 2003 7-6 6-2 7-6 a Philippoussis). Tra gli altri immacolati all’esordio anche Lleyton Hewitt (a New York 2001 7-6 6-1 6-1 a Sampras) e soprattutto Marat Safin, capace di cannibalizzare un Sampras ancora al massimo della forma nella finale di New York del 2000 col punteggio di 6-4 6-3 6-2, in un match che a molti è venuto alla mente durante la semifinale di pochi giorni fa tra Cilic e Federer.

Tra i grandissimi della storia che non rientrano in questa famiglia c’è Rod Laver, che ha perso al suo esordio in finale Slam sia prima che all’inizio dell’era Open. Nel 1959 ai Championships fu sconfitto da Olmedo, nel 1968 al Roland Garros fu Ken Rosewall a sbarrargli la strada. Agassi e Lendl hanno dovuto attendere anni per vincere il loro primo major, Djokovic ha trionfato al secondo tentativo, mentre altri leggendari esordienti sono riusciti sì a vincere ma, come Nadal e Borg, lasciando almeno un set per strada: è il caso di Jimmy Connors, vittorioso su Phil Dent all’Australian Open del 1974 col punteggio di 7-6 6-4 4-6 6-4, e di Boris Becker, giovanissimo trionfatore del Wimbledon 1985 grazie a un combattuto 6-3 6-7 7-6 6-4 ai danni di Kevin Curren.

E le meteore? Detto di Hewitt e Safin, capaci comunque di altre finali e soprattutto di altri titoli, due spiccano su tutti: Richard Krajicek, che nel 1996 riuscì nell’impresa di interrompere il regno di Sampras vincendo la sua prima e ultima finale Slam a Wimbledon su Washington (6-3 6-4 6-3 il punteggio) e Michael Stich, dominatore prima di Edberg e poi di Becker nel Wimbledon 1991 (6-4 7-6 6-4 il punteggio dell’ultimo match). Stich avrebbe comunque successivamente giocato, perdendole, altre due finali Slam. Non si può invece definire meteora Gustavo Kuerten, capace di imporsi tre volte al Roland Garros, la prima da esordiente con un secco 6-3 6-4 6-2 all’esperto Bruguera, nel 1997.

Insomma, più di un campione è riuscito a vincere tre a zero la sua prima finale Slam, ma stupisce che Cilic sia il primo dal lontano 2003, quando Roddick bruciò Ferrero proprio a New York col punteggio di 6-3 7-6 6-3. Dall’Australian Open 2004 è iniziato infatti il dominio di Federer e più in generale, arrivando ai giorni nostri, dei Fab Four che hanno monopolizzato finali, trofei e record.
La statistica che impressiona maggiormente nel cammino di Cilic quindi non è tanto l’aver dominato la finale, quanto il fatto di non aver perso alcun set, da esordiente, dai quarti di finale in poi. Un percorso netto e glaciale riservato solo a pochissimi eletti. Quale il più recente? Guarda caso, Roger Federer. Che nell’anno della sua prima vittoria a Wimbledon nel 2003 regolò senza lasciare parziali per strada prima Schalken, poi Roddick e infine Philippoussis.

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