Fosse stato solo 2-0....pazienza, ma è stato 6-0 con 5 breakpoint

Coppa Davis

Fosse stato solo 2-0….pazienza, ma è stato 6-0 con 5 breakpoint

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TENNIS COPPA DAVIS – Una sconfitta scontata, ma troppo netta. Pagata l’assenza di …San Gennaro. Simone Bolelli non poteva far molto di più. Fognini sì…forse. Federer e Wawrinka, altra categoria. La Svizzera andrà a Lille, Fognini e Pennetta alle Maldive

 

Il commento di Ubaldo e Marco Lombardo (Il Giornale)

Fognini in inglese

Fognini e Barazzutti in italiano

 

GINEVRA – Sei set a zero e non solo due a zero per la Svizzera sull’Italia.

In due singolari i nostri azzurri sono stati capaci di conquistare in tutto soltanto cinque misere palle break, una sola trasformata…ma per l’appunto dall’azzurro che alla fine ha perso 62 63 62 facendo assai peggior figura del connazionale che invece aveva perso 76 64 64.

Il primo singolare è durato due ore e 19 minuti, il secondo un’ora e mezzo, come una partita di calcio senza minuti di recupero.

Se non una Caporetto quasi, anche se una sconfitta era ampiamente e oggettivamente prevista, anzi scontata. Non in questi termini però.

Sventola ovunque al PalaExpo ginevrino, ben più famoso per il Salone dell’Automobile, la croce bianca in campo rosso in un putiferio di maglie e camicie rosse che avrebbero fatto felice Garibaldi.

Gli svizzeri, e anche tanti italiani supertifosi di Federer – ne ho incontrati tanti qui, vi assicuro – sono in festa come se avessero battuto uno squadrone che purtroppo a Ginevra non s’è proprio visto. Per elvetici e fans di Roger – invocato come una divinità lungo tutto il prio match “Rodgi, Rodgi!” – la finale è a meno di un tiro di schioppo, e forse anche il primo trionfo in Davis, la sola manifestazione fin qui sfuggita a Sua Maestà Roger Federer. Il quale per vincerla si è fatto attendere a lungo, noblesse oblige. Ma alla fine, prima di abdicare – e che giorno triste sarà – pare essersi deciso.

La nostra squadra – che non è purtroppo davvero uno squadrone sul “veloce”, anche se sarebbe eccessivo chiamare squadretta perchè sarebbe ingiusto dimenticare che contro la Svizzera perderebbe la gran parte di tutte le squadre del World Group- stasera potrebbe andar via, ammaccata com’è, nell’ambulanza con la croce rossa in campo bianco.

Perchè la batosta c’è stata. Ed è stata dura, durissima, non ha senso negarlo.

In conferenza stampa post match si è invocato due volte – prima da Fognini poi da Barazzutti – l’intervento anticipato di San Gennaro, che però il suo miracolo lo farà semmai il 19 settembre. Troppo tardi per noi. Il tennis non deve essere una priorità per il Santo Patrono di Napoli. Posso solo dire che al nostro desk è stata una continua processione di colleghi svizzeri che ci chiedevano: “Ma chi è San Gennaro? Perchè viene invocato sempre questo Santo?”

Se anche l’Italia, grazie a un San Gennaro pentito, vincesse il doppio – scommetto che giocheranno Bolelli e Fognini anche se ufficialmente la formazione è ancora ridicolmente “mascherata” da Barazzutti, “Ci penseremo stasera e poi decideremo” ha risposto con un sorrisetto finto furbo ad un interdetto interlocutore svizzero che non poteva immaginare quanto a Corrado piaccia interpretare il patetico giochino della pretattica – dubbi sul verdetto finale non se ne potranno comunque nutrire, almeno per quanto si è potuto vedere oggi.

Tre pallebreak in tutto “conquistate” da Simone Bolelli, le prime due sul 4-5 per acchiappare il 5 pari del secondo set, la terza sul 2-3, per recuperare il break subito nel terzo game, per recuperare anche lì un break di svantaggio: nessuna delle tre è stata trasformata. E tutti i punti importanti li ha fatti Federer, senza che nessuno potesse davvero stupirsi. Diciamo che per il calcolo delle probabilità ci poteva stare che almeno una Simone la facesse sua. Nulla da fare invece.

Due le palle break “guadagnate” da Fabio Fognini, una trasformata – ma anche lui era già sotto 3-1 – e l’altra no. Ma quell’unico break italiano di giornata Fognini sarebbe stato così generoso da volerlo restituire sei volte nel corso della partita, due per set, per non far torto ad alcun set. “Ha deciso il servizio, lui batteva a 220 l’ora e io facevo doppi falli”.

La mia sensazione è sì, il diverso rendimento del servizio è stato importante, ma non solo quello.

Sei break quasi sempre favoriti, appunto, da inopportuni e intempestivi doppi falli, otto in tutto, spesso sul 15 pari, cui poi sul 15-30 seguiva quasi immancabilmente – come mi sottolineava Balasz Taroczy, l’ex davisman ungherese che non di rado batteva Panatta e Barazzutti a fine anni ’70 e ora fa il telecronista – “una seconda palla tirata a 135/138 km orari. Troppo facile per le risposte di Wawrinka”. Beh, sì, roba da far impallidire Sara Errani.

Anche se Simone Bolelli è uscito comunque a testa alta dal suo match – alla luce della successiva prova di Fognini…a testa altissima – e merita il nostro plauso per aver almeno lottato, tentando di opporsi con tutti i mezzi di cui dispone alla classe indiscutibilmente superiore di Roger Federer, non c’è dubbio che, anche senza eccedere in ottimismo patriottico, si poteva almeno sognare di fare un pochino meglio.

Invece è stato un mezzo massacro, tipo quello di Fort Apache, con Barazzutti vestito da impotente Davy Crockett: “Simone ha giocato bene, mi dispiace che Fabio non lo abbia fatto, ma a lui dobbiamo essere grati per aver conquistato punti preziosi per arrivare a questa semifinale” era la generosa sintesi del capitano, fra una smorfia un tantino disgustata e l’altra..

Stavolta, evviva, Fognini ci ha risparmiato la sua fatidica frase: “Ci ho messo la faccia”. Perchè Bolelli la faccia l’ha salvata eccome, lui no.

Potrà felicemente confermare i biglietti per le vacanze alle Maldive, con la sua amata, mentre Federer e Wawrinka andranno invece a Lille a cercare di conquistare in terra di Francia la prima Coppa Davis per la Svizzera.

Dicevo più su che il risultato era ampiamente previsto e che non deve scandalizzare nessuno.

Federer e Wawrinka sono n.3 e n. 4 del mondo, Bolelli è n.76 e Fognini è n.17. Roger ha vinto 17 Slam in mezzo a 80 tornei. Bolelli ultimamente fa calcoli, e poi festa, se riesce a qualificarsi per uno Slam. Piccole differenze.

Wawrinka di tornei ne ha vinti molti meno di Federer, 7, fra cui però spicca lo Slam conquistato quest’anno in Australia: quasi un decimo di quelli di Roger ma comunque più del doppio dei 3 vinti da Fognini. Oltrettutto tutti e tre vinti sulla terra rossa.

Sarebbe stata quindi una sorpresa se uno dei due avesse vinto. Semmai ci si poteva illudere di evitare una stesa così.

Dopo aver visto la solita andatura da caballero stanco di Fognini con Wawrinka, abbiamo rimpianto la prima partita che almeno aveva avuto sprazzi di grande qualità, in particolare nei primi due set quando Federer aveva servito più dell’80 per cento di prime palle di servizio e lo stesso Bolelli aveva rinviato – per un’ora – la concessione della prima pallabreak per lo svizzero.

Simone ci ha fatto vedere una partita, Fabio no.

Oggi gli stessi due giocatori, che in coppia hanno raggiunto anche una semifinale all’US Open, proveranno ad allungare la nostra…agonia.

Masochisti come siamo ormai diventati, altrimenti non affronteremmo queste trasferte assai onerose – conoscete un Paese più caro della Svizzera? – vorremmo poter vivere una domenica senza dover assistere ad un Chiudinelli-Lorenzi e ad un Lammer-Seppi. Con tutto il rispetto per questi validissimi quattro giocatori.

E se magari a novembre invece di andare a Lille andassimo tutti alle Maldive a far compagnia a Fognini e Pennetta? Sono sicuro che sarebbero felici di vedermi laggiù.

Svizzera b. Italia 2-0:

Federer b.Bolelli 7-6 (7-5),6-4,6-4 in 2h e 19 m

Wawrinka b.Fognini 6-2,6-3,6-2 in 1h e 30m

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