Roberta, Vinci ancora? I perché di questo 2014

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Roberta, Vinci ancora? I perché di questo 2014

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TENNIS PERSONAGGI – Esaminando l’anno corrente, proviamo a capire i motivi della crisi della tarantina. Il 2014 di Roberta Vinci, in singolare, è stato costellato da diciassette uscite all’esordio su ventiquattro tornei giocati. Che i suoi 31 anni inizino a farsi sentire o c’è dell’altro?

 

“Con la fiducia dello scorso anno, probabilmente questa partita l’avrei portata a casa”. Parole esaustive di un momento che, per Roberta Vinci non è certo sportivamente roseo, almeno per quel che riguarda il singolare. La dichiarazione suddetta è tratta dall’intervista post-match agli Us Open 2014 contro Shuai Peng, al terzo turno. Una vittoria che, per Roberta, avrebbe potuto dare un senso ad una stagione difficile, a tratti scoraggiante; una vittoria che, in realtà, non c’è stata grazie ad una grande prestazione della cinese (spintasi poi fino in semifinale, prima del malore contro la Wozniacki), nonostante la tarantina abbia messo in mostra forse il suo miglior tennis dell’anno.

È chiaro che risulterebbe riduttivo e alquanto superficiale giudicare una stagione da un solo incontro, ma le diciassette uscite al primo turno (o comunque alla sua partita d’esordio) su ventiquattro tornei giocati, fanno il resto; non ultima la sconfitta subita da Casey Dellacqua a Wuhan, all’inizio della settimana. Poco meno di un anno fa Roberta militava stabilmente in top 15, oggi si ritrova a bazzicare nel limbo intorno alla cinquantesima posizione, dopo un lento ma costante calo in classifica, culminato con le posizioni perse dopo Flushing Meadows.

Il paragone con il 2013 è inglorioso non solo in termini di classifica ma di risultati ottenuti: due vittorie a Palermo e Katowice, più una serie di risultati di tutto rispetto come i quarti a Miami e Dubai, a fronte delle due finali stagionali (fino ad ora) a Istanbul e Bucarest, perse entrambe nettamente. Se poi il confronto tra le due stagioni si sposta sul piano dei tornei del Grande Slam, la situazione peggiora sensibilmente: nel 2013 infatti Roberta è stata in grado di raggiungere il terzo turno in Australia, gli ottavi a Parigi (perdendo da Serena), ancora ottavi a Londra (sconfitta da Na Li) e poi quarti di finale a Flushing Meadows nel derby con Flavia Pennetta. Quest’anno invece, nei “Big Four” il bottino della tarantina è risicatissimo con tre uscite ai primi turni in Australia, Francia (sconfitta dalla wild card Parmentier) e Inghilterra, e un terzo turno agli Us Open.

Palese, ai limiti dell’ovvio, che Crono stia facendo il suo corso e che i segni del tempo inizino a farsi sentire, specie nei match impostati sul fight o con giocatrici più fisiche e più giovani di Roberta. I 31anni pieni della tarantina certamente non aiutano in questo senso. Ma possibile che sia solo questo? Possibile che in nemmeno un anno le prestazioni fisiche della Vinci siano calate a tal punto da inanellare questa serie infinita di risultati negativi? A parere del sottoscritto la disamina verte anche sul piano psicologico. La Vinci, come d’altro canto la sua compagna di doppio Sara Errani, essendo emotiva soffre la pressione sul campo, sente i momenti clou del match e il suo tennis è influenzato, più del normale, dagli ultimi risultati ottenuti, sia in positivo che in negativo. Come in passato la tarantina si è trovata in condizione di vincere match che teoricamente avrebbero dovuto perdere, allo stesso modo oggi non riesce a portare a casa partite alla sua portata, per via della scarsa fiducia che la sta accompagnando in questi mesi.

La fredda (forse troppo) analisi statistica di una stagione, non può però condurre il pezzo ad un finale requiem (non essendo questo il mio intento), considerando soprattutto che il tennis pulito e originale della Vinci non ha smesso di deliziare i palati degli spettatori e che, a fasi alterne, ancora si intravede. I colpi ci sono, la corsa un po’ meno, la fiducia inizia a latitare e per non farla scomparire del tutto c’è bisogno di vittorie, anche in tornei minori. Il tennis ha bisogno di una come Roberta e i motivi sono agli occhi di tutti. La speranza è che la tarantina possa far tesoro delle sue esperienze passate senza soffrire esageratamente la delusione della sconfitta; d’altro canto non ha da dimostrare niente a nessuno, per cui noi la aspettiamo ancora sui palcoscenici che contano!

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