ATP a Shanghai per l'ultima tappa in Asia; WTA a Osaka, Tianjin e Linz

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ATP a Shanghai per l’ultima tappa in Asia; WTA a Osaka, Tianjin e Linz

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TENNIS WTAUltimi passi in Asia prima delle WTA Championships di Singapore. Questa settimana lo Japan Women’s Open Tennis, la prima edizione del Tianjin Open e la numero ventisette per il Generali Ladies di Linz. In campo Jankovic, Ivanovic, Schiavone, Knapp e Giorgi. A Shanghai per il circuito maschile, tutti i big per il penultimo Master 1000 dell’anno.

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Quello di Osaka è un torneo piuttosto giovane poiché è entrato a far parte della categoria International nel 2009. La prima finale si disputò tra Samantha Stosur e Francesca Schiavone e nessuna delle due forse avrebbe mai immaginato di ritrovarsi qualche mese dopo dai lati opposti della rete del Philippe Chatrier per aggiudicarsi il titolo del Roland Garros. La partita “preparatoria” in vista dell’Open di Francia andò a favore dell’australiana, la quale ha un certo feeling con Osaka, dove si è aggiudicata un secondo titolo nell’edizione 2013 contro una Eugenie Bouchard ancora acerba ed incapace di assestare il colpo di grazia: 3-6 7-5 6-2.
Altra ottima performance di Sam è quella del 2011, anno in cui arrivò in finale anche se fu letteralmente spazzata via da Marion Bartoli con un netto 6-3 6-1.
Le sole edizioni in cui non compare il suo nome tra le finaliste sono quelle del 2010 e 2012 e tra le due quella più curiosa è certamente la prima, ricordata nella storia dei record della WTA per l’età “avanzata” delle giocatrici: 33 anni per Tamarine Tanasugarn che batte la 40enne Kimoko Date Krumm per 7-5 6-7 6-1.
Quest’anno Sam Stosur si presenta da favorita, sia per la buona prova al China Open (anche se l’accesso alla semifinale è stato facilitato dal forfait di Serena Williams), sia per il livello non eccezionale delle possibili avversarie che vanno da Heather Watson, a Elina Svitolina e comprendono un nutrito team USA con Shelby Rogers, Lauren Davis, CoCo Vandeweghe, Christina McHale e Madison Keys.

C’è anche il sesto ed ultimo torneo WTA da disputarsi in Cina, che è quello che si disputa a Tianjin, appena all’esordio. Il cuore della città è industriale e finanziario e ciò le ha permesso di divenire la quarta città più popolosa della Cina e la più estesa della costa nord. In un tabellone ovviamente affollato di nomi asiatici, spicca quello della prima testa di serie Jelena Jankovic e probabile favorita alla vittoria finale, anche se i numeri della serba di quest’anno non sono certo entusiasmanti. La serba non ha vinto nessun torneo e ha un bilancio di 37 match vinti su 57 disputati. Giocando in casa, le cinesi potrebbero comunque avere una marcia in più, prima fra tutte la seconda testa di serie Shuai Peng, già qualificata per disputare le WTA Finals di Singapore in doppio insieme a Hsieh Su Wei.
Sul lato della Jankovic troviamo Francesca Schiavone, unica italiana iscritta al torneo. L’italiana al primo turno dovrebbe passeggiare contro Olga Govortsova, bielorussa numero 156 del mondo, ma le si prospetta un secondo turno un po’ più complicato contro Alison Riske.

Abbandoniamo l’Asia per una breve fuga in Austria, dove prende avvio il Generali Ladies Linz, torneo disputato sul cemento indoor fin dal 1987, quando era ancora organizzato dall’ITF a Wels.
L’albo d’oro vede quasi esclusivamente vincitrici europee con alcune importanti eccezioni, come Chanda Rubin nel 1997 o la doppietta 2000 e 2001 infilata da Davenport o il trionfo di Ai Sugiyama nel 2003, ultima vittoria non europea. Nessuna italiana ha mai conquistato il titolo in singolare, ma Raffaella Reggi, insieme a Manuela Maleeva è riuscita ad accaparrarsi il titolo nel 1991 e ad approdare alla finale l’anno successivo, impresa riuscita anche a Silvia Farina Elia in coppia con Marion Bartoli nel 2003.
Da quando il torneo è approdato alla categoria International (2009) il titolo non è mai stato vinto dalla stessa giocatrice: Wickmayer nel 2009, Ivanovic 2010, Kvitova 2011, Azarenka 2012 e Kerber 2013.  Tra queste giocatrici partecipa soltanto Ivanovic all’edizione 2014, con la curiosità di osservare se i problemi alla coscia accusati al torneo di Wuhan appartengano ormai al passato. La speranza è quella di avere una serba in forma in vista delle WTA Finals al via tra dieci giorni, per lei e per lo spettacolo. Ivanovic non avrà problemi a superare i primi turni e ad accedere alle fasi finali. La parte alta del tabellone è invece un poco più ricca di nomi, con Bouchard prima testa di serie, seguita da Kanepi, Knapp, Lisicki, Petkovic e Giorgi.

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Quando uno Stato passa dall’essere considerato con un grado di sviluppo economico limitato ad emergente, la prospettiva con cui è visto dai soggetti nazionali ed imprenditoriali esteri cambia completamente. Si aprono opportunità d’investimento insperate fino a poco tempo prima, mercati da esplorare perché c’è nuova domanda da raggiungere.
Lo sport professionistico non fa eccezione, in quanto business relativo all’intrattenimento e dove gli sponsor chiamano lui si sposta. Basti pensare ai Campionati del Mondo di Calcio organizzati in Sud Africa, in Brasile, a quelli futuri del Qatar del 2022, alle Olimpiadi che saranno organizzate a Rio de Janeiro nel 2016 e a quelle ospitate da Beijing nel 2008. La Cina non avrebbe avuto chance di essere al centro del mondo per le due settimane olimpiche se non fosse stata protagonista di una crescita media della sua economia del 10% tra il 1990 e il 2004, fino al picco del 13.1% registrato nel 2007. Così come non sarebbe stata attribuita l’organizzazione a Shanghai delle ATP Tour Finals nel 2002 e di nuovo dal 2005 al 2008. In special modo queste ultime quattro edizioni hanno determinato un certo grado di visibilità del tennis in Cina e di quest’ultima verso il resto del mondo, in qualità di organizzatrice di importanti eventi sportivi.
Essere un richiamo per eventi che portano con sé pubblico, giro d’affari e sponsorizzazioni non è sufficiente per divenire sede del tanto agognato quinto Slam che secondo gli esperti dovrebbe essere localizzato in Asia. Se ben guardiamo tutti gli Slams hanno delle proprie peculiarità che hanno sviluppato durante la loro storia e tradizione tennistica ed è proprio quella caratteristica che li rende Slam e non altro. L’Australia ha prodotto giocatori formidabili fin dall’era pre Open come Rosewall, Emerson, Crawford, Laver, Margaret Smith Court, Goolagong fino ad arrivare ai più recenti Rafter e Hewitt, per non parlare della scuola statunitense con Bill Tilden, Helen Wills, Arthur Ashe, Altea Gibson e mi fermo qui senza nominare i più recenti dell’era Open. Cosa c’è di più storico della terra rossa dello Chatrier o dell’erba del centrale di Wimbledon calpestata solamente durante le due settimane di torneo e dai soli addetti nei 340 giorni dell’anno rimanenti? Creare il quinto Slam in Cina e magari a Shanghai significherebbe costruirlo a tavolino senza che ci sia un’evoluzione culturale attorno a racchetta e pallina. Va ricordato che nel ranking maschile non c’è neppure un’atleta cinese classificato nei primi cento e in quella femminile sono soltanto tre e nessuna col guizzo di Na Li, ormai ex punta di diamante difficilmente replicabile.

Dal 2009 al 2015 l’organizzazione delle ATP World Tour Finals spetta a Londra, ma a Shanghai l’ATP ha consegnato il penultimo Master 1000 della stagione, così da mantenere l’interesse vivo in oriente e contenti gli sponsor. Lo spettacolo negli ultimi anni non è certo mancato con la vittoria nel 2009 di un Davydenko d’annata che conquista in quinto torneo dell’anno, le due consecutive di un Andy Murray ancora considerabile a pieno titolo facente parte dei Fabulous Four e la doppietta di Djokovic alle spese prima di Murray e poi di Del Potro. Godiamoci lo spettacolo che Shanghai mostrerà quest’anno e gli Slam che abbiamo.

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