Grande Sfida, una serata da brividi: perdono McEnroe e Chang

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Grande Sfida, una serata da brividi: perdono McEnroe e Chang

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TENNIS FOCUS – Goran Ivanisevic e Ivan Lendl si aggiudicano le semifinali in una serata da brividi, con un palazzetto gremito e tanta solidarietà per gli alluvionati. Oggi le finali a Milano

Ancor più che per i risultati, la tappa genovese de “La Grande Sfida 3” sarà ricordata per l’impressionante risposta del pubblico. Nonostante l’alluvione che ha colpito la città la scorsa settimana, il 105 Stadium era praticamente gremito e ha creato un’atmosfera emozionante, da brividi, sin dalla presentazione dei giocatori. La Grande Sfida diventa la Grande Occasione già dalle 7 quando i campioni prendono la racchetta e si divertono come dei matti con gli spettatori che hanno la possibilità di fare il palleggio che sognavano da una vita. Alla fine sono più di cento che si alternano per scambiare qualche colpo con McEnroe, Chang, Ivanisevic e Lendl. Colore e calore. Qualcuno si presenta con una parrucca bionda che pare tanto Borg, altri con la divisa del proprio circolo tennistico. Pochi secondi ma basta e avanza per ricordarselo tutta la vita. Poi sono entrati in campo “loro”, uno dopo l’altro, accompagnati da una coreografia musicale e dalle rispettive bandiere. Tutti applauditi i giocatori, ma in un crescendo di decibel: Chang e Ivanisevic molto acclamati, un forte applauso per Lendl, un boato che faceva tremare il palazzetto per Supermac. E poi è stata passione, nostalgia e tanto divertimento. Genova ha risposto alla grande. Pochi posti liberi, colpo d’occhio da urlo. In prima fila anche lo sport genovese rappresentato da Sinisa Mihajlovic, tecnico della Samp, e Luca Antonini, difensore del Genoa. Un divertimento che proseguirà oggi presso il Mediolanum Forum di Milano, dove Goran Ivanisevic e Ivan Lendl si giocheranno il primo posto, mentre Michael Chang e John McEnroe lotteranno per il gradino più basso del podio. La passione del pubblico è stata incredibile: di solito, dopo una partita, le tribune si svuotano. Invece nessuno è andato via e hanno accompagnato Lendl e Chang fino all’ultima palla. Nel primo match, Goran Ivanisevic si è imposto col punteggio di 6-2 7-6 su McEnroe per la delusione del pubblico, quasi tutto schierato per il “vecchio” Mac. Qualcuno era più vivace degli altri, tanto da prendersi il ringraziamento di John: “Grazie, papà!” ha detto, col suo slang tipicamente americano. Lo stesso spettatore, dopo una risposta vincente di Ivanisevic, lo ha quasi implorato. “Aoh, tira piano!”. Come se volesse chiedere pietà per il suo campione. Il secondo set è stato decisamente più equilibrato, con McEnroe tirato a lucido e capace di alcune giocate di altissimo livello. Curiosamente, il colpo più spettacolare non è stata una volèe, bensì un passantino stretto di dritto. Di quelli che sanno tirare soltanto quelli che “danno del tu” alla palla. Senza dimenticare una demivolèe morta subito dopo la rete. Uno spettacolo. Sul 5-2. tuttavia, si è disunito e la potenza di Ivanisevic (12 anni più giovane) è emersa tutta. Lo ha ripreso e ha vinto il tie-break senza grossi problemi. Ivanisevic è apparso ancora molto tonico, in grado non solo di esplodere bombe di servizio centrali che alcuni giocatori del tour attuale invidierebbero, ma anche di colpire la palla piena, soprattutto di rovescio, con il quale ha giocato alcuni cross piatti di clamorosa penetrazione. Mac certamente era un pò appannato, forse non concentratissimo ed infastidito dall’illuminazione. Ma saltuariamente ha mostrato ancora i pezzi migliori del campionario: alcuni slice di servizio da sinistra fantastici e quel suo solito tennis-ping-pong, quel suo colpire la palla in anticipo senza sforzo apparente, esattamente come trent’anni fa.

GORAN E LE CORDE ROTTE
Curiosità: il match è stato interrotto per qualche minuto in avvio di secondo set, quando Ivanisevic è rimasto…senza racchette! Gli era successo qualcosa del genere nel 2000, al torneo ATP di Brighton. Ma allora le aveva spaccate tutte per la rabbia. Stavolta gli si erano semplicemente rotte le corde. “Non mi era mai successo in tutta la mia carriera nel Senior Tour” ha detto Ivanisevic. “In effetti è stata una situazione imbarazzante – ha continuato McEnroe, che è anche uscito dal campo per qualche minuto – avrei voluto dargli una delle mie. Ma nel tennis ci sono state situazioni peggiori. Ad esempio, rispondere al servizio di Goran. Il campo era molto veloce, e mi sono trovato a dover rispondere a uno dei migliori servizi di tutti i tempi insieme a quelli di Pete Sampras e Boris Becker. Avrei potuto giocare meglio, ma la buona notizia è stata la partecipazione del pubblico”. “In effetti sto servendo bene – ha detto Ivanisevic – riesco ancora a tirare intorno a 220 km/h. Mi aiutano le racchette di oggi, sono molto confortevoli per la mia spalla”. Prima della conferenza stampa, i due campioni hanno autografato le loro divise da gioco. Saranno messe in vendita online, nell’asta “Stelle nello Sport” organizzata su Ebay per sostenere i genovesi vittime dell’alluvione. Un gesto importante e significativo. Vista la grande presenza di giovani e baby-tennisti, i due hanno voluto dare un consiglio su come crescere e intraprendere la carriera del tennista.“Non è semplice dare consigli – ha detto McEnroe – il tennis è uno sport bellissimo, ma non tutti i giorni sono uguali. Magari un giorno si giocherà male e sembrerà tutto molto duro. E’ fondamentale la figura dei genitori, ci vuole qualcuno che li capisca”. Ancora più preciso Ivanisevic: “I genitori di oggi spingono troppo al professionismo precoce. Capita di vedere ragazzini di 11-12 anni palleggiare per 3-4 ore di fila. Mi sembra assurdo, io l’ho fatto per la prima volta a 19 anni. Ci vuole tempo, bisogna crescere piano piano, un passo alla volta”. A chiudere, Ivanisevic ha spiegato le difficoltà incontrate nell’attività da coach: “All’inizio è stato molto complicato, ho dovuto imparare tante cose. A volte può essere frustrante, ma se le cose vanno bene può essere molto divertente, come all’ultimo Us Open, dove ti senti molto apprezzato dal giocatore. La cosa più difficile sono i momenti dopo una sconfitta. Devi essere bravo a trovare le risposte giuste e trasmetterle al giocatore”.

LENDL, CHE SORPRESA!
Mentre durante il primo match l’atmosfera è stata un pò circense, nel secondo incontro si è a tratti vissuta l’atmosfera del match vero. Poche scenette, ed una certa concentrazione da parte dei due giocatori. Lendl si è preso la rivincita dello storico ottavo del Roland Garros 1989, macinando l’avversario con un netto 6-4 6-2. Nonostante i 54 anni compiuti e una silhouette non più straordinaria, ho mostrato un talento eccezionale. Come se questo aspetto, negli anni 80-90, fosse un po’ sottovalutato. Botte di dritto e servizio, sorprendenti tocchi sottorete e una sensazione di sicurezza continua. In particolare il servizio di Lendl è apparso di una continuità e di un’efficacia notevoli. Molti aces e servizi vincenti, sia a pulire la riga centrale che con la battuta esterna da destra. Il problema principale di Ivan, data età e mole, è apparsa essere la mobilità laterale ed in avanti, piuttosto modesta. Ma quando si è trovato a colpire da fermo  o quasi, si è rivisto il leggendario diritto e lo spendido rovescio nelle due versioni, coperto e tagliato. Michelino Chang è apparso più mobile ma non particolarmente in palla. Il match è stato in equilibrio fino al 4-4 nel primo, poi Lendl ha mostrato una superiorità a tratti imbarazzante. Nell’ultimo game, la gente ha cercato di convincere Chang e servire “da sotto” come nel 1989, ma lui si è limitato a tentare un inatteso serve and volley. Ma non era serata. Cercherà di rifarsi contro McEnroe nella finalina. Il titolo della Grande Sfida se lo giocheranno due campioni che hanno avuto in Wimbledon il crocevia della loro carriera: Lendl le ha provate tutte per vincerlo, ma non ce l’ha mai fatta. Goran, al contrario, ha azzeccato il miracolo a fine carriera. Per entrambi è stata una Grande Sfida. Una Grande Sfida che riprenderà al Mediolanum Forum di Milano.

Un’ultima annotazione: al termine dei due incontri, frotte di bambini (ma anche di quaranta-cinquantenni) ha dato l’assalto ai campioni per ottenere un autografo. Incredibile la calca attorno a McEnroe e Lendl, in particolare. Segno che a Genova, e più in generale nel Nord Italia, i tempi per un nuovo torneo ufficiale, magari indoor, sono maturi. C’è tanta, tanta voglia di tennis, e tanta passione nell’assistervi.

ATP CHAMPIONS TOUR – LA GRANDE SFIDA
Semifinali
Goran Ivanisevic (CRO) b. John McEnroe (USA) 6-2 7-6
Ivan Lendl (USA) b. Michael Chang (USA) 6-4 6-2

 

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