David Goffin, quando un infortunio può far bene alla carriera

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David Goffin, quando un infortunio può far bene alla carriera

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TENNIS PERSONAGGI – Per David Goffin quella in corso è la miglior stagione della carriera, frutto forse… dell’infortunio che lo ha tenuto lontano dai campi. Due titoli ed una finale nel 2014 fanno ben sperare per il 2015

La stagione che volge al termine sarà da ricordare per David Goffin, riuscito nell’intento di scalare la classifica di ben 89 posizioni. Il belga, causa infortunio, ha iniziato l’anno alla posizione n.111 per poi raggiungere la 22esima piazza lo scorso lunedì. Il salto è lungo, frutto soprattutto della determinazione di un ragazzo tutto sommato giovane, vistosi definire gran talento già nel 2012 quando al Roland Garros nascose la palla a Roger Federer per un set intero. Di lì in poi la sua carriera prende il volo, il belga si stanzia stabilmente intorno al top50 per il restante 2012 e tutto il 2013. Proprio alla fine di quest’ultimo arriva la svolta negativa della sua ancor giovane carriera, il polso cede ed anche l’inguine gli dà problemi, David si allontana dai campi e di conseguenza abbandona le parti nobili del ranking ATP.

Il ritorno è targato estate 2014, tra agosto e settembre il belga mette la firma in due tornei: Kitzbuhel e Metz. Nel primo trionfa da wild card battendo Dominic Thiem in finale, nel secondo invece batte Joao Sousa all’atto conclusivo. Ai successi si aggiunge la finale di Basilea dove per la prima volta si è imposto su un top ten (Raonic). Trionfi a parte è il suo gioco ad esplodere definitivamente, si vede tutto il lavoro svolto lontano dai campi. Lavoro dal quale emerge l’intelligenza di un ragazzo che non si è dato per vinto, neanche di fronte a chi lo definiva troppo leggero per competere ai massimi livelli. Il suo gioco è un mix tra Simon, Rochus (“pollicino” come lui) e Kafelnikov. L’anticipo con il rovescio fa invidia anche ai migliori del nostro sport, la sagacia tattica è un’altra arma in più del piccolo belga. Raramente butta via i colpi, le scelte sono sempre ponderate atte a produrre vincenti o errori forzati agli avversari. La pallina esce sempre pulita dal piatto corde, il gioco è lineare, elegante ed efficace, l’allievo perfetto insomma.

Paradossalmente possiamo definire fondamentale il suo stop per infortunio, chiedersi se la sua esplosione in questo 2014 sia stata frutto del lavoro svolto nell’infortunio è più che lecito. Il suo potrebbe essere uno dei rari casi nel quale fermarsi e resettare sia produttivo, l’aspetto mentale a questo punto è però fondamentale. La Goff, nomignolo del tennista, ha fatto di necessità virtù, merita un plauso senza dubbio. Su questo e su altro il coach Thierry Van Cleemput ha lavorato insieme allo psicologo Fabrice Dezanet. “Al termine di ogni torneo, facciamo il punto con Fabrice – dice il coach – ed è lui che poi parla con David per discutere sull’impostazione da avere in campo. Attenzione, non è un guru e non ci accompagna nei torne, ci dà solo consigli su come affrontare le cose”.

Ad ogni modo non è cambiato solo l’aspetto mentale di questo ragazzo. È sempre Van Cleemput ha spiegare le modifiche fatte al gioco di Goffin: “Sul gioco, abbiamo sottolineato il fatto che David doveva essere ambizioso su tutti i punti”. Il coach inoltre sembra sicuro anche su altri aspetti, come quello dei risultati Slam: “Il nostro livello deve essere costante e credo che David sia pronto per raggiungere stabilmente i quarti di finale nei masters 1000 e gli ottavi nei tornei del Grande Slam”. Proprio su quest’ultimo punto in molti sono sempre stati scettici riguardo la tenuta fisica di un tennista così minuto sulla lunghezza dei cinque set. Chiaro è che la preparazione fisica deve essere minuziosa in vista dei grandi appuntamenti, poi dovrà spettare a lui giocare al top. Sicuramente non vincerà mai sette Slam come la sua connazionale Justin Henin, ma vederlo in semi tra qualche anno, magari all’apice della carriera, non è un’ipotesi da scartare a priori.

Intanto il 2014 è stato da incorniciare, non a caso il belga ha ricevuto anche la candidatura per il “Comeback player 2014” dall’ATP. Goffin è il suo staff durante la stagione hanno posato la prima pietra, sulla quale costruire un futuro sempre più ambizioso. Le potenzialità ci sono tutte, dal gioco alla testa, al ragazzo sembra non mancargli nulla, anche se non giovanissimo (classe ’90) lo si può inserire nel ricambio generazionale che il tennis aspetta da qualche anno. Infortuni permettendo, parleremo ancora molto di David Goffin.

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