Nadal: "Il mio trattamento alla schiena non è doping"

Interviste

Nadal: “Il mio trattamento alla schiena non è doping”

Pubblicato

il

 

TENNIS INTERVISTE – In un’intervista al quotidiano spagnolo “El Mundo”, Rafael Nadal precisa che il trattamento alla schiena al quale si sta sottoponendo, considerato doping in Italia, è disciplinato da standard internazionali e per questo più che legale. Sul suo rientro: “Se lavoro duro a dicembre, da gennaio potrò iniziare la risalita”. Traduzione Milena Ferrante

Leggi qui ‘intervista originale apparsa su “El Mundo”

Tennis, golf, calcio, poker, playstation … Non ti stanchi mai di giocare, di competere, di vincere.
Be’ non mi stancherò mai di divertirmi. Negli ultimi mesi non sono praticamente riuscito a praticare nessuno sport. Nemmeno il calcio, che adoro, perché ero infortunato al polso e potevo mettere a rischio altre parti del corpo. Con questo infortunio, ovviamente, non ho potuto giocare a golf. Ho dovuto pensare a recuperare. Poi, terminato il recupero, ho avuto l’appendicite; quindi, ho dovuto trovare qualcos’altro. La verità è che giocare a poker mi diverte. A volte gioco con la mia famiglia o con gli amici di Maiorca. È divertente e si crea una buona atmosfera.

In questo tuo gusto per il gioco, c’è un tentativo di difendere il bambino che è in te?
Dipende più dal fatto che sono una persona attiva. Non sto bene se sto senza far niente. Inoltre, mi piace circondarmi di persone, stare con gli amici, la famiglia. Cerco qualcosa che possa farci stare assieme, divertirci, e penso di essere fortunato perché i miei famigliari sono vicino a me.

Come sta la schiena?
Bene. Niente di nuovo. Ho sofferto in momenti diversi della stagione, come al Roland Garros e in altri tornei in cui non ero al meglio. Sto approfittando di questo periodo per capire se riuscirò a guarire completamente.

In che cosa consiste il trattamento? Qual è la differenza rispetto alle cure al ginocchio?
È un po’diverso. Sarebbe meglio che fosse Angel [Ruiz Cotorro], il mio medico, a spiegarlo, ma è semplice. Prendono il plasma del sangue, lo centrifugano ed estraggono fattori di crescita che vengono iniettati per favorire la rigenerazione delle cellule. La metodologia di trattamento non è molto diversa, solo che questa è un po’ più aggressiva perché devono praticare iniezioni nella parte inferiore della schiena per estrarti le cellule staminali dalla cresta iliaca. Poi si devono preparare colture in modo che le cellule si riproducano per cercare di rigenerare i tessuti più velocemente.

Cosa pensi del fatto che in Italia questa pratica è vietata perché è considerata doping?
Non credo che lo sia. Non lo sapevo, ma le nostre pratiche sono disciplinate da standard internazionali, non da standard spagnoli o italiani. Chiaramente, se si può fare va bene, ma non farei nulla che possa compromettere la mia salute.

In attesa di tornare in campo avrai, più tempo per te.
Non mi piace avere tempo per me. Va benissimo quando ho l’opportunità di fare le cose che mi piacciono, ma molto di ciò che mi piace fare è legato allo sport. Ora sono con le persone cui voglio bene e che mi vogliono bene, ma la verità è che quest’anno è stata dura. È anche vero che oggi, con una carriera alle spalle, riesco a gestire questi momenti meglio che a inizio carriera. Nessun confronto con la lesione del 2005, ad esempio.

Questo ti permette di osservare più da vicino la realtà della Spagna…
Per la verità siccome sono di Maiorca, di Manacor, ogni volta che finisco un torneo vado a casa, quindi sono sempre stato immerso nella realtà. Sono consapevole della vita reale. Non è perché viaggio diverse settimane l’anno che dimentico dove vivo e ho sempre vissuto, in Spagna, a Maiorca.

Cosa ne pensi di movimenti come quello di Pablo Iglesias?
Voglio essere onesto. Non voglio rispondere a questa domanda, per il semplice fatto che sono un personaggio pubblico e le mie parole possono essere mal interpretate. Conosco la situazione, ma non voglio che le mie parole siano fraintese. Dunque mi tengo la mia opinione per me.

Ne parli con i tuoi amici?
Sì, naturalmente. Seguo l’attualità della Spagna e ciò che accade nel mondo. Alcune cose sono positive, altre meno. Cerco di analizzare tutto da un punto di vista neutrale.

Tutti i tuoi ritorni dopo un periodo di inattività sono stati eccezionali. Ti aspetti molto dall’anno prossimo?
Mi auguro, come al solito, di iniziare in sordina e di migliorare gradualmente il mio livello nelle settimane successive. So che non si può passare da zero a cento. In proporzione, se mi allenerò bene e avrò la massima disponibilità a lavorare per tutto il mese di dicembre per cercare di sistemare le cose, potrò cominciare la risalita dal primo gennaio.

Come giudichi il Masters? Sembra sia in atto un passaggio generazionale. Che ne pensi del fatto che Federer non ha giocato la finale del torneo contro Djokovic?
È stato un Masters particolare, perché ci sono stati pochi incontri emozionanti, come dovrebbe accadere in un torneo che vede in lizza i primi otto giocatori del mondo. E purtroppo si è concluso senza finale, che non è un bene per i tifosi, per il torneo e soprattutto per Federer, che non ha potuto lottare per il titolo.

A tuo parere, qual è il motivo di questa carenza di competitività?
Non so. Penso che alcuni dettagli non abbiano certo aiutato, come le palle non all’altezza. Questo ingenera sfiducia nei giocatori. Serve un cambiamento e l’abbiamo da tempo chiesto all’ATP. Non sono nemmeno spiegabili risultati come 6-1, 6-0; 6-3, 6-1 per giocatori la cui distanza uno dall’altro non è così netta.

Continua a leggere
Commenti
Advertisement

⚠️ Warning, la newsletter di Ubitennis

Iscriviti a WARNING ⚠️

La nostra newsletter, divertente, arriva ogni venerdì ed è scritta con tanta competenza ed ironia. Privacy Policy.

 

Advertisement
Advertisement
Advertisement