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Federer-Djokovic-Nadal: qual è la migliore rivalità?

Carl Bialik di FiveTirthyEight.com offre un punto di vista insolito per confrontare le rivalità tra i tre maggiori protagonisti del tennis moderno, indicando in Federer-Djokovic quella più avvincente. L’analisi può essere estesa anche all’aspetto tecnico e a quello stilistico: qual è, analizzati tutti i fattori, la migliore sfida?
Dal 2004, ossia da quando sul cemento di Miami un teenager spagnolo con la faccia da indio e l’abbigliamento non poco insolito fece il suo sorprendente ingresso sul palcoscenico dei grandi, iniziando a mettere in discussione il regno del giocatore tuttora indicato da molti come il migliore di ogni epoca, il tennis ha assistito a un’epoca d’oro in cui Roger Federer e Rafael Nadal hanno dato vita a una guerra feroce per aggiudicarsi titoli e vetta del ranking mondiale. Qualche anno più tardi Novak Djokovic, serbo di Belgrado, cresciuto scambiando i primi colpi fra le bombe del conflitto intestino all’ex-Jugoslavia, pose fine a questo duopolio, consacrandosi come grandissimo dopo un 2011 da urlo. Andy Murray, orgoglioso scozzese, ha affiancato Djokovic nell’estensione del regno ai cosiddetti Fab-Four, affermandosi come il primo britannico a conquistare Wimbledon dai tempi di Fred Perry, ma non è mai riuscito a trovare la continuità dei primi tre nelle prove dello Slam. Federer, Nadal e Djokovic hanno regalato agli appassionati sfide memorabili, caratterizzate da talento, forza fisica e mentale, finali thriller, recuperi e giocate inimmaginabili. La più grande rivalità, comunque, rimane per i più quella tra lo svizzero di Basilea e lo spagnolo di Manacor, il confronto di stili iniziato di fatto nel 2005, con la prima vittoria di Rafa al Roland Garros e la fine del dominio incontrastato di Roger Federer.
Non la pensa così Carl Bialik, importante firma di www.fivethirtyeight.com, un sito di proprietà di ESPN che tratta diversi temi, non solo sportivi, offrendo un punto di vista statistico. Secondo il giornalista londinese, “la più grande rivalità nella storia del tennis continua a svolgersi, e non è Roger Federer contro Rafael Nadal, bensì Federer-Djokovic”.
“Lo svizzero e lo spagnolo sono probabilmente i migliori giocatori di tutti i tempi. Forse hanno disputato il miglior match di tutti i tempi (la finale di Wimbledon 2008, ndr). Ma la storia dei loro testa a testa è facilmente decifrabile e sbilanciata da una parte (quella di Rafa). È forse meglio di ogni altra rivalità del passato, ma è dietro le altre due rivalità attuali.
Il confronto tra Nadal e Djokovic, attuale numero 1 del ranking, è molto meglio: Rafa e Nole si sono incontrati 42 volte, più di ogni altra coppia da quando il tennis divenne professionistico nel 1968 (ossia l’Era Open, ndr), secondo i dati forniti da Jeff Sackmann di tennisabstract.com. Da Settembre 2010 a Giugno 2014, Nadal e Djokovic si sono affrontati 21 volte, tra cui si annoverano sette finali Slam. Ma i due hanno anche giocato molti match deludenti, ovvero senza storia, come sara più chiaro in seguito. E se da un lato il bilancio globale è sostanzialmente pari (23 a 19 per Nadal), la rivalità si sbilancia se guardiamo i confronti superficie per superficie: Nadal domina sulla terra (14-4), Djokovic sul duro (14-7). Rafa ha avuto la meglio in 14 delle loro prime 18 sfide, Novak ha trionfato 15 volte negli ultimi 24 match.
Confrontiamo le caratteristiche di queste due rivalità con quella tra il primatista Slam e l’attuale numero 1 del mondo:dopo le prime quattro sfide vinte da Federer, i due disputano partite sul filo di lana dal loro incontro dopo il ventesimo compleanno di Djokovic, quando il serbo vinse al fotofinish, ossia al decisivo tie-break del terzo set (ATP Master 1000 di Montreal, 5 Agosto 2007, finale: Djokovic b. Federer 7-6 (2) 2-6 7-6 (2), in quello che fu il suo secondo Master 1000 della carriera, ndr). Da allora, nessuno dei due ha vinto più di tre confronti consecutivi. L’equilibrio persiste anche per ogni superficie: 1-1 sull’erba e leggerissimo vantaggio di Federer 4-3 sulla terra e 14-13 sulle superfici rigide (ricordando che la statistica ufficiale non tiene conto della fresca vittoria di Nole nella finale delle ATP Finals di Londra di Novembre per walk-over, dopo il forfeit di Federer dell’ultimo minuto, in quello che sarebbe stato il trentasettesimo head to head, ndr). Il serbo è avanti 6-4 nelle finali e lo svizzero 11-10 nelle semifinali. I due si sono divisi equamente 12 sfide in tornei dello Slam.
Nel grafico seguente, viene rappresentato l’andamento delle 3 rivalità in termini di numero di match disputati alla fine di ogni stagione.
Il confronto Federer-Djokovic offre molti spunti d’interesse. Molti dei loro incontri sono stati memorabili e pieni di significato: alla storica semifinale del Roland Garros 2011 vinta da Federer, che interruppe la striscia di 43 vittorie di Novak nel suo anno di grazia (e di fatto gli negò la possibilità di realizzare il Grande Slam), Djokovic rispose con le due semifinali US Open consecutive (2010 e 2011) risolte al quinto set dopo che Federer in entrambe non riuscì a sfruttare due match point in entrambi i match. La finale di Wimbledon di quest’anno è stata, per emozioni, capovolgimenti di fronte e qualità di gioco espressa, all’altezza della leggendaria finale del 2008 tra Federer e Nadal, celebrata da molti come il match più bello di sempre.
Non sono poi affatto secondarie le figure dei due coach: Boris Becker e Stefan Edberg sono stati i protagonisti di un’altra grande rivalità tra numeri 1 del mondo, che li ha visti incrociare le racchette in 35 occasioni. Una rivalità trasferita dal campo alle tribune, con Edberg figura chiave della rinascita di Federer dopo il disastroso 2013 (specie in termini di contributo nel gioco aggressivo a rete) e Becker artefice del secondo successo sui prati londinesi del campione di Belgrado”.
A partire dall’analisi statistica della firma di FiveThirtEight, si analizzano nel seguito le tre rivalità affiancando al confronto statistico (spiegando e integrando i dati forniti dall’autore), un confronto di tipo tecnico e uno sul piano stilistico.
CONFRONTO STATISTICO
Va da sé che il metro di giudizio della migliore rivalità nel tennis è per forza di cose soggettivo. Non esiste un metodo oggettivo e universalmente accettato per decretarla, ma certamente è facile riconoscerne le caratteristiche essenziali: numero di sfide, importanza della posta in palio, incertezza del risultato. Federer-Djokovic risponde a tutti i requisiti, che analizziamo in dettaglio.
1) NUMERO DI SFIDE
Come detto, la rivalità che ha avuto più puntate nell’Era Open è quella tra Nadal e Djokovic, con 42 partite. Roger e Novak seguono a ruota al secondo posto di questa speciale classifica con 36 match, pronti a superare alla prossima sfida la coppia Lendl-McEnroe, fermatasi appunto a quota 36. Il classico Federer-Nadal occupa solo l’ottava piazza con 33 battaglie.
DATO: numero di sfide disputate
1) Nadal-Djokovic: 42 match
2) Federer-Djokovic: 36 match
3) Federer-Nadal: 33 match
2) IMPORTANZA DELLA POSTA IN PALIO
Qui la rivalità tra lo svizzero di Basilea e il mancino di Manacor sembra farla da padrone: delle 33 sfide disputate, ben 20 sono state delle finali, esattamente il doppio delle finali tra Federer e Djokovic. Interrogato di recente sul paragone tra il confronto con Rafa e quello con Nole, Roger attribuisce maggiore peso a quello con lo spagnolo proprio per tutte le finali che hanno giocato: “Mi diverto molto a sfidare Novak, i nostri match sono sempre tiratissimi, ma ho giocato con lui più spesso in semifinale che in finale, mentre con Rafa è stato il contrario”.
Vero, ma è altrettanto vero che devi vincere le semifinali per raggiungere la finali. In quest’ottica, Bialik adotta un rapido criterio per valutare l’importanza dei singoli match nel vincere i titoli, chiamato title-leverage (il termine sta ad indicare appunto l’influenza del match sulla vittoria finale del titolo, si potrebbe dunque tradurre come ”influenza sul titolo”). Si basa semplicemente sulla seguente attribuzione di punteggio: la finale vale un punto, la semifinale mezzo punto, il quarto di finale 0,25 e l’ottavo 0,125 punti (ossia un ottavo di punto). La somma dei punti di ogni confronto dà una stima dell’importanza delle sfide disputate dalla coppia di giocatori in questione rispetto alle altre.
Con questo metro di giudizio, la rivalità Nadal-Djokovic è la prima come title-leverage globale (29.25 punti contro i 25 di Federer-Nadal, seguiti a ruota dai 24,88 punti della sfida anni ‘80 Lendl-McEnroe) e la seconda come title-leverage nelle prove dello Slam (9.25 punti contro i 9.50 di Federer-Nadal). La rivalità Federer-Nadal è dunque seconda nella classifica globale e prima in quella dei Major. Federer-Djokovic si piazza quinta e terza rispettivamente nelle due classifiche, di pochissimo davanti alla grande rivalità degli anni ’90 tra Sampras e Agassi, sesti globalmente e quarti nelle sfide Slam.
DATO: title-leveradge globale
1) Nadal-Djokovic: 29.25 punti
2) Federer-Nadal: 25 punti
3) Federer-Djokovic: 20.88 punti
DATO: title-leveradge nelle sfide Slam
1) Federer-Nadal: 9.50 punti
2) Nadal-Djokovic: 9.25 punti
3) Federer-Djokovic: 6.63 punti
3) INCERTEZZA DEL RISULTATO
Fin qua, la rivalità tra Novak e Roger non sembra essere la più grande, ma prendendo in considerazione l’equilibrio delle sfide, il confronto tra gli attuali numero 1 e 2 del mondo diventa la rivalità per eccellenza:
I risultati hanno un andamento estremamente uniforme: basti pensare che Djokovic, indietro negli head to head (17 vittorie e 19 sconfitte), ha comunque portato a casa il 47.2% dei confronti. Si tratta della percentuale di vittoria più alta per chi è indietro nelle sfide tra tutte le rivalità in cui sono state disputate almeno 25 partite (seguita da Edberg-Lendl, 12 vittorie del ceco contro le 14 dell’attuale coach di Federer, 46.2%).
DATO: % vittorie per chi insegue
- Federer-Djokovic (Djokovic insegue 17-19): 47.2%
- Nadal-Djokovic (Novak è dietro 19-23): 45.2%
- Federer-Nadal (Roger sotto 10-23): 30.3%
I loro match si concludono spesso al set decisivo: i due hanno giocato nelle loro 35 sfide (escludendo, oltre al walk over della finale dello scorso Masters, anche la semifinale di Montecarlo 2008, nella quale Djokovic si ritirò sotto 6-4 3-2) 105 set su 131 potenziali, ovvero l’80,1% (in pratica, se una sfida 3 su 5 finisce 3 set a 0, si sono giocati 3 set sui 5 potenziali, ossia il 60%; se invece finisce al quinto si sono giocati tutti i 5 set possibili, dunque 100% – lo stesso vale nei match al meglio dei 3 set: contando così tutti i set giocati e dividendo per tutti quelli che si sarebbero potuti giocare, si ottiene 105/131 = 80,1%). Si tratta di un valore superiore a 74%, ossia il valore medio dei set disputati nelle rivalità dell’Era Open con almeno 15 sfide giocate, valore che coincide curiosamente con quello della rivalità tra Nadal e Djokovic.
DATO: % set giocati sul totale possibile
- Federer-Djokovic: 80.1%
- Federer-Nadal: 78%
- Nadal-Djokovic: 74%
I set sono sempre molto combattuti, molti si sono risolti dopo aver disputato tanti giochi. Considerando un set che termina 7-5 o 7-6 come giocato col massimo numero di giochi (ossia 12, dopo i quali c’è eventualmente il tie-break), i set che terminano 6-4 hanno un game non disputato, 6-3 due game e così via: con questo criterio, in 105 set disputati (sempre ignorando i sopracitati ritiro e walk-over), lo svizzero e il serbo hanno lasciato per strada solamente 149 giochi, in media 1.42 per set. Da notare il numero medio di game non giocati per set da Nadal-Djokovic: 1.69, settimo posto di questa speciale graduatoria, a dimostrazione dei set talvolta sbilanciati che i due hanno disputato. Curioso il fatto che il più alto numero di game in media non giocati per set sia quello della rivalità tra Jimmy Connors e Ivan Lendl (2,15 game/set), che hanno incrociato le racchette 35 volte in carriera.
DATO: numero medio di giochi non disputati per set
- Federer-Djokovic: 1.42 game/set
- Federer-Nadal: 1.54 game/set
- Nadal-Djokovic: 1.69 game/set
I match vedono molte rimonte: il 22.9% dei confronti ha visto prevalere chi si è trovato indietro di almeno un set (è successo in 8 dei 35 match). Anche qui gli head to head tra Rafa e Nole hanno visto solo 7 rimonte su 42 (il 16.7%), mentre la rivalità che ha visto più capovolgimenti di fronte è quella tra Stefan Edberg e Ivan Lendl (il 31% delle volte ha vinto chi era sotto nel computo dei parziali).
DATO: percentuale di match vinti da chi si è trovato sotto di almeno un set
1) Federer-Nadal: 24.2%
2) Federer-Djokovic: 22.2%
3) Nadal-Djokovic: 16.7%
Molto di rado le partite tra lo svizzero e il serbo sono state a senso unico: un dato può essere la percentuale di match finiti 3 set a 0 oppure 2 set a 0. È successo il 45.7% delle volte (16 su 35) nei confronti tra Roger e Nole e il 45.5% delle volte tra Roger e Rafa (15 match su 33), mentre ben il 59.5% delle sfide tra Nadal e Djokovic (25 volte su 42). Un altro dato che fa riferimento alle sfide senza storia è quello denominato flop: si tratta della percentuale di partite terminate 3 o 2 set a 0 e senza alcun set finito 7-5 o 7-6. Insomma, Bialik per flop intende i match decisamente a senso unico, anche se è corretto precisare che un match perso 6-4 6-4 (il risultato con cui Federer ha superato Djokovic nella semifinale dello scorso Master 1000 di Shangai) non è decisamente classificabile come flop. È comunque successo solo in 4 casi su 35 (11.4%), tra Federer e Djokovic (3 vittorie per lo svizzero e 1 per il serbo), contro una media del 33% (1 volta su 3) nelle rivalità che hanno visto almeno 15 match giocati.
DATO: percentuale di match vinti senza set concessi all’avversario
1) Federer-Djokovic: 45.7%
2) Federer-Nadal: 45.5%
3) Nadal-Djokovic: 59.5%
DATO: percentuale di flop (match vinti senza set concessi all’avversario e con il perdente mai arrivato a 5 giochi in un set)
1) Federer-Djokovic: 11.4%
2) Nadal-Djokovic: 30%
3) Federer-Nadal: 30,3%
Nella seconda parte di questo articolo analizzeremo le tre rivalità dal punto di visto tecnico e del confronto di stili e giungeremo ad una conclusione.
ATP
Italiani in campo sabato 30 settembre: a Pechino Arnaldi sfida Jarry, esordio per Trevisan e Cocciaretto
Matteo Arnaldi cerca un posto nei quarti. Cocciaretto e Trevisan nel main draw, Bronzetti al turno decisivo delle qualificazioni

Chissà se Nicolas Jarry ha ancora gli incubi notturni in tonalità azzurra. Fatto sta che incrocerà nuovamente i colori italiani anche all’ATP di Pechino. Sarà Andrea Arnaldi il suo avversario agli ottavi del torneo. Per il sanremese la speranza di procedere spedito in questa competizione.
Come al solito, in terra cinese, week-end denso di appuntamenti e il sanremese avrà modo di mettere in difficoltà il n. 1 di Cile. La sfida tra questi due tennisti è la prima in assoluto. Start alle ore 6.30 italiane di sabato.
Le quote pendono dalla parte del cileno favorito a 1.75 contro i 2.20 dell’azzurro sui principali bookmaker, con qualche oscillazione, nelle ultime ore, in favore dell’azzurro.
In campo femminile, Elisabetta Cocciaretto sfiderà Marta Kostyuk nel primo turno WTA 1000 di Pechino. L’azzurra sarà in campo alle ore 6.30 contro l’ucraina apparsa in gran forma nell’ultimo periodo. Unico precedente tra le due tenniste è quello del torneo 2023 di Miami, con l’azzurra sconfitta 6-3 6-2. Cocciaretto sfavorita a 2.85, mentre la vittoria dell’ucraina è quotata 1.39. Martina Trevisan, invece, sfiderà Tatjana Maria nel primo turno del WTA di Pechino. Unico precedente tra le due tenniste risale al 2019 al torneo di Acapulco. Tedesca che vinse in due set. Quote pressoché alla pari, con il divario più ampio offerto da bwin: Martina 1,87, Tatjana 1,90.
Sempre a Pechino, si completeranno le gare per l’ingresso nel tabellone principale del torneo. In campo l’azzurra Lucia Bronzetti alle ore 8.00 italiane. La n. 65 del ranking affronterà Ashlyn Krueger. Non ci sono precedenti tra le due, con le quote che vanno da 1.64 di Eurobet per l’americana a 2.18 per l’italiana.
Flash
Wim Fissette scarica Qinwen Zheng: ritorno con Naomi Osaka?
La notizia emerge a margine dell’oro agli Asian Games della cinese: “Ha infranto il contratto”

Brutte notizie arrivano per Qinwen Zheng dopo la medaglia d’oro conquistata in singolare agli Asian Games (vittoria le dovrebbe valere la qualificazione per Parigi 2024). La numero 1 cinese si dovrà separare dal suo allenatore Wim Fissette con cui aveva iniziato una collaborazione nello scorso giugno: il coach, capitano del Belgio in Billie Jean King Cup, avrebbe infatti deciso di tornare da Naomi Osaka, che rientrerà nel circuito nel 2024 dopo la pausa per la maternità.
Una collaborazione che è stata discretamente proficua in questi mesi, considerato che Zheng ha conquistato a Palermo il suo primo titolo a livello WTA e il primo quarto di finale a livello Slam allo US Open. Una vera e propria beffa per la classe 2002 di Shiyan che aveva dato il benservito a Pere Riba, insoddisfatta dei risultati con l’allenatore spagnolo. L’iberico di lì a poco si sarebbe “accasato” con Coco Gauff, portandola insieme a Brad Gilbert a vincere Washington, Cincinnati e lo US Open.
“Fissette ha infranto il contratto, ed è stato molto immorale – sono le parole della cinese riportate da diversi media dopo la finale vinta contro la connazionale Zhu Lin – capisco la sua decisione, ma io e la mia famiglia ci sentiamo feriti. In questo momento, non voglio parlare di questa persona”. Una situazione davvero spiacevole per una giovane come Zheng che aveva investito le sue risorse in un allenatore esperto come il belga e ora si ritrova a piedi in una condizione piena di incognite: il talento è grande, ma ancora la cinese deve trovare una figura stabile che riesca a incanalare il suo grande potenziale. Evidentemente non sarà Fissette.
Flash
WTA Ningbo: in finale Jabeur e la sorpresa Shnaider, sconfitte Podoroska e Linda Fruhvirtova
La tunisina disinnesca con attenzione il dritto dell’argentina, la russa si impone facilmente nella contesa tra giovanissime

Al Ningbo Open le due semifinali emettono verdetti positivi per la testa di serie numero uno Ons Jabeur e per la sorpresa russa Diana Shnaider.
D. Shnaider b. L. Fruhvirtova 6-4 6-1
Diana Shnaider prevale nella sfida tra teenager contro Linda Fruhvirtova nella prima semifinale del Ningbo Open. La classe 2004 russa supera in poco più di un’ora e mezza la ceca più giovane di lei di un anno imponendo il proprio robusto forcing con il dritto ma giocando anche alcune traiettorie di rovescio in particolar modo incrociate che sono risultate molto importanti per neutralizzare le risorse della rivale. Fruhvirtova si è trovata in tal modo spesso impegnata a rincorrere: il suo gioco di contenimento le ha permesso di rimanere a galla per quasi tutto il primo set. Poi la moscovita ha dilagato.
Nella prima frazione l’atleta di Praga trova per prima il break nel secondo gioco, approfittando di un dritto lungolinea di poco largo di Shnaider. Il vantaggio dura poco e la ceca lo rende mettendo in rete uno smash a rimbalzo. Sullo slancio la russa sale 4-2 strappando nuovamente il servizio alla rivale alla sesta palla break del game. Diana è sempre più in palla e dimostra i suoi miglioramenti in fase difensiva annullando una palla per il controbreak con un dritto lungolinea in corsa irraggiungibile per l’avversaria.
Le è sufficiente tenere ancora un turno alla battuta e il primo set è suo: tre ace a testa ma cinque doppi falli per chi ha perso contro due per chi ha vinto. Il secondo parziale conferma la tendenza degli ultimi game e Shnaider infila 5 giochi consecutivi prima di subire un break che non fa male: al termine è un 6-1 in 37 minuti.
Per Fruhvirtova un torneo che le ha comunque consentito di rompere la serie negativa di 9 sconfitte consecutive con relativo crollo in classifica oltre la centesima posizione. Per Shnaider una vittoria che vale la prima finale nella carriera e il miglior piazzamento nel ranking, vicinissimo alla sessantesima posizione. Che ovviamente può ancora migliorare…
[1] O. Jabeur b. N. Podoroska 6-3 1-6 6-2
La testa di serie numero 1 del tabellone Ons Jabeur “riempie il contratto” ed entra in finale superando l’Argentina Nadia Podoroska con il punteggio di 6-3 1-6 6-2.
La numero 87 del ranking non sfigura e oltre a conquistare nettamente il secondo set, nel resto del match riesce a tratti a mettere alla frusta le qualità difensive in back della settima giocatrice del mondo, che è però brava a non perdere la concentrazione e a giocare con buona continuità i due parziali vinti.
Jabeur cede in apertura la battuta e la recupera nel quarto gioco: la tennista sudamericana fa ottimo uso del dritto e conduce spesso gli scambi da fondo campo, ma una volta subita la rimonta, perde smalto e subisce un secondo break nell’ottavo gioco, che l’atleta nordafricana conquista con un portentoso dritto inside-out. Chiusa la prima partita nel game successivo, Jabeur, quasi soddisfatta del successo parziale, lascia l’iniziativa a Podoroska, che in poco più di mezz’ora pareggia il conto dei set lasciando un solo gioco all’avversaria.
L’inizio del set decisivo è forse il momento più delicato per Jabeur, che sul punteggio di 2-1 manca una palla break e si fa nuovamente raggiungere dall’argentina. Da qui in poi però il rendimento di Nadia cala nettamente e Ons trova il break a zero per un 4-2 che diventa 6-2 poco dopo.