Sette meraviglie (su mille) di Roger Federer

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Sette meraviglie (su mille) di Roger Federer

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Per celebrare le mille vittorie di Roger Federer, abbiamo scelto sette partite dello svizzero che secondo noi hanno un valore particolare nella sua carriera. Dal primo Master Series nel 2002 alla lezione di Cincinnati 2012

 

 

[11] R. Federer B. [6] M. Safin 6-1 6-3 6-4, finale, Amburgo 2002  

Il 2002 è l’anno in cui Federer comincia a far vedere con una certa regolarità di cosa è capace. Paradossalmente, però, negli Slam non combina granché. Il primo acuto arriva ad Amburgo, dove nei quarti batte Gustavo Kuerten 6-0 1-6 6-2 in meno di un’ora e mezza. Ma è in finale che lo svizzero, che ancora porta la coda di cavallo, dà il meglio di sé. Di là c’è il numero uno della Race, Marat Safin, che ha perso l’occasione di vincere il secondo Slam ma ad Amburgo ha giocato un tennis spettacolare, stracciando il numero uno del mondo, Lleyton Hewitt, pure lui sconfitto ai quarti. Safin, però, incontra una macchina da vincenti e il confronto è impari. Federer stravince il primo set, poi il livello di Safin si alza ma non basta a fermare il numero undici del tabellone, che vince il primo Master Series della carriera e a fine anno si qualificherà per la prima volta al Masters. Safin ammette che Federer ha giocato il miglior match della sua carriera, mentre Federer, galvanizzato, si dice ottimista per il futuro: “Ho grande fiducia per il Roland Garros che parte tra otto giorni”. Perderà al primo turno contro il marocchino Hicham Arazi.

https://www.youtube.com/watch?v=0oU7m3kJyUQ

[3] R. Federer b. [5] A. Agassi 6-3 6-0 6-4, finale, Masters Cup 2003

Pochi giorni dopo un match di round robin tiratissimo, Federer si presenta in finale per la prima volta in carriera e ritrova Andre Agassi, che dello svizzero scrive su Open: “Tra tutti i giovani è quello che più mi fa sentire la mia età”. E i dodici anni si vedono tutti nella finale. A inizio settimana, lo svizzero e lo statunitense hanno giocato per oltre due ore. A fine settimana Federer passeggia su Agassi e gli lascia appena sette game in un’ora e trentasei minuti. Difficile da ipotizzare, dopo il primo match che ha inaugurato il torneo di Federer. Ma battuto Agassi al tie-break del terzo, Federer gioca un torneo perfetto e solo Andy Roddick in semifinale riesce a portarlo al tie-break. In quattro match e dieci set Federer perde appena ventidue game e conquista il primo titolo al Masters.

[1] R. Federer b. [4] L. Hewitt 6-0 7-6(3) 6-0, finale, US Open 2004

Si gioca per un solo set, in pratica, perché negli altri due parziali la superiorità di Roger Federer, numero uno del mondo, nei confronti di Lleyton Hewitt, numero quattro del mondo, è a tratti imbarazzante. È il primo tennista dopo sedici anni a vincere tre Slam nello stesso anno ed è il primo anno da dominatore del circuito. Agli Australian Open ha cominciato una striscia di 237 settimane consecutive in vetta al mondo e in quel periodo non si potrà praticamente sconfiggerlo su un campo da tennis. Hewitt, che guida gli head-to-head per 8-5, ha sconfitto Federer un anno prima in rimonta nella semifinale di Coppa Davis. Da quella partita dovrà aspettare quasi sette anni per tornare a sconfiggere lo svizzero. In quelle quindici vittorie consecutive la più impressionante è quella degli US Open 2004. La dichiarazione di Federer spiega meglio di mille parole com’è cambiato il vento: “Non ho più paura di lui anche se lo rispetto come giocatore e come avversario”. Federer vince il primo set in diciotto minuti, va avanti di un break ma si fa riprendere e deve rimediare con un tie-break giocato perfettamente. Il terzo set è una passeggiata e Federer diventa il primo a vincere le prime quattro finali Slam giocate in carriera.

https://www.youtube.com/watch?v=2z5y3iy_Bcc

[1] R. Federer b. [5] J. Blake 7-6(7) 6-0 6-7(9) 6-4, quarti di finale, US Open 2006

Ancora US Open, due anni dopo. James Blake ha raccolto meno di quanto meritava in carriera e forse questo match spiega perché. Lo statunitense ha tre set point nel primo set nel tie-break. Fino ad allora ha sbagliato pochissimo, applicando alla perfezione il suo gioco a margine zero. Il numero di vincenti è impressionante e Federer, una volta tanto pare alle corde. Lo svizzero, con le spalle al muro, gioca però tre punti come sa fare solo lui – compreso un kick con la seconda di servizio – e per Blake resta poco da fare. Perde di schianto il secondo set dopo aver perso 9-7 il tie-break del primo e nel terzo set si trova sotto di un break. Sembra finita e invece no, perché Blake breakka Federer sul 5-3, arriva al tie-break e al quel punto succede tutto. Si fa annullare altri quattro set point, Blake, ma alla fine la spunta per 11-9, annullando un match point sul 9-8. A quel punto è Federer a rischiare grosso perché nell’ultimo punto una brutta scivolata fa scricchiolare la caviglia destra dello svizzero. Federer, evidentemente contratto per lo spavento, perde sette dei primi otto punti della partita ma si salva grazie al servizio. Da lì in poi il numero uno del mondo torna a macinare gioco, va avanti di due break, si fa breakkare nuovamente servendo per il match ma alla fine vince per la quinta volta in cinque incontri contro Blake.

https://www.youtube.com/watch?v=U19L5VqtlzE

[2] R. Federer b. T. Haas, 6-7(4) 5-7 6-4 6-0 6-2, ottavi di finale, Roland Garros 2009

Inutile girarci attorno: il giorno post-Söderling è uno shock per tutti ma è uno shock soprattutto per Roger Federer. E il Federer pallido, deconcentrato, falloso, dimesso sembra avviato all’ennesima delusione parigina. Merito di un redivivo Tommy Haas, che non vuole saperne di arrendersi e si sta riprendendo dall’ennesimo infortunio. Il punto che decide il match è quello su cui si è scritto di più quell’anno: il dritto inside-out sulla palla break che poteva mandare Haas a servire per il match. Un mix di rabbia e sconsideratezza in un punto che diventa il simbolo dello Slam più sospirato e sofferto. Catapultato nel ruolo di favorito assoluto, Federer improvvisamente si smarrisce. Non è più abituato, perché il Roland Garros è terra maiorchina da quattro anni. Il dritto però fa girare il match come pochi altri punti hanno saputo fare nella storia del tennis. Lo sanno tutti ma lo sanno soprattutto Federer e Haas. Il tedesco, che fino ad allora ha condotto un match senza una sbavatura, perde quindici dei successivi diciassette game e lascia spazio a Federer. Una settimana dopo, le lacrime dello svizzero bagneranno la terra rossa del Philippe Chatrier.

https://www.youtube.com/watch?v=omFz_TA3XEc

[1] R. Federer b. [6] N. Davydenko 2-6 6-3 6-0 7-5, quarti di finale, Australian Open 2010

Quando escono i tabelloni degli Australian Open, gli occhi di tutti si concentrano su un solo nome: Nikolay Davydenko. Tutti vogliono sapere dove finirà il russo perché pare che sì, finalmente sia pronto a diventare grande. Poche settimane prima ha giocato il miglior torneo della carriera, schiantando Federer in una semifinale da urlo e disinnescando la potenza di del Potro in finale. Il prescelto per affrontarlo ai quarti è Roger Federer, che non vince da tre anni a Melbourne ma è tornato al numero uno del mondo e vuole restaurare il suo impero. Il loro quarto di finale è forse la partita più difficile che Federer affronta in quell’Australian Open. Federer non ci capisce nulla per più di un’ora, le gambe di Kolya frottano che è un piacere e allo svizzero non resta che fare lo spettatore. Ma basta un click per ribaltare questi match e c’è da ammettere che Federer sa sampre trovare l’interrutore giusto al momento giusto. Vince d’esperienza il secondo set, di forza e di eleganza nel terzo, d’inerzia il quarto set. Per Davydenko è l’ultimo treno, per Federer solo un’altra tappa in un viaggio apparentemente senza fine.

https://www.youtube.com/watch?v=V5bq1ef5H20

[1] R. Federer b. [2] N. Djokovic 6-0 7-6(7), finale, Cincinnati 2012

La terza fase della carriera di Federer è suggellata dal settimo sigillo a Wimbledon, fino ad ora l’ultimo dei suoi diciassette Slam. Lo svizzero, ad oggi, ha vinto solo uno degli ultimi diciannove Slam ma a trentatré anni, ma è ancora tra i primi giocatori del mondo e figura ad ogni Slam tra i favoriti per la vittoria finale. Il match che ha impressionato di più in questa ultima parte di carriera è la finale di Cincinnati 2012, uno dei tornei preferiti dallo svizzero. Djokovic cerca vendetta dopo la dura sconfitta della semifinale di Wimbledon ma Federer, che è tornato al numero uno del mondo, va come un treno nell’estate del 2012. Sulla sue superficie preferita, il serbo non vince nemmeno un game nel primo set. Stordito ma non sopraffatto dalla superiorità di Federer, reagisce d’orgoglio e prova a vincerla al tie-break. Ma Federer non ha intenzione di perdere un match dove non ha concesso nemmeno una palla break e chiude 9-7, vincendo il suo quinto titolo a Mason. Una prestazione molto simile a quella di Shnaghai di poche settimane fa ma forse più simbolica. Federer, tornato al numero uno per poche settimane, farà di nuovo spazio a Djokovic. Ma non ha intenzione di mollare.

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