Il migliore Slam dell'ultimo periodo?

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Il migliore Slam dell’ultimo periodo?

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Tante giocatrici di vertice in fiducia, giovani in crescita e il ritorno ad alti livelli di protagoniste che sembravano perdute: queste le ragioni che potrebbero rendere i prossimi Australian Open uno degli Slam più interessanti degli ultimi anni.

Cosa aspettarsi dai prossimi Australian Open?
Con questa domanda non mi riferisco al classico pronostico sul nome della vincitrice, una questione che interessa soprattutto gli scommettitori. No, intendo piuttosto ragionare come un semplice spettatore: ci attende un torneo di buona qualità, divertente e interessante, o piuttosto un’edizione sottotono?

Certezze assolute non se ne possono avere, però per questo Australian Open sono ottimista.
Innanzitutto il primo Slam dell’anno di solito vede al via la maggior parte delle giocatrici cariche di energie mentali e senza il logorio delle partite che durante l’anno si accumulano sul fisico.
Ma in questo 2015 in particolare, mi pare che tante delle migliori giocatrici siano animate da una spinta positiva, che le fa avvicinare al Major quasi nelle condizioni ideali.

Rispetto al 2014 abbiamo una mancanza grave, quella di Li Na, che a Melbourne ha storicamente giocato il suo miglior tennis (è la campionessa uscente). Ma  in cambio direi che le attuali top ten stanno mediamente meglio di un anno fa; con forse una sola eccezione, quella di Serena, e qualche dubbio su Radwanska e Bouchard.
Procedo in ordine di classifica:

Serena Williams
Nel 2014 (e anche nel 2013) aveva vinto Brisbane, un torneo che per la qualità della partecipazione sembrava un mini Slam. Ma poi a Melbourne aveva sofferto di mal di schiena, venendo eliminata da Ana Ivanovic.
Quest’anno ha scelto un avvio più morbido, alla Hopman Cup. E’ difficile interpretare i risultati di una esibizione, anche se di prestigio; e confesso di aver seguito solo alcune parti dei suoi match. Ma di certo alcune situazioni sono apparse sconcertanti: lo 0-6 nel primo set contro Flavia Pennetta, la sconfitta nettissima contro Bouchard, la vittoria solo al tiebreak del terzo contro Safarova, e poi la sconfitta contro Radwanska. E’ apparsa una giocatrice che fatica a trovare un rendimento (o una motivazione?) convincente.
E’ un aspetto negativo? Mi scuseranno i suoi sostenitori, ma se Serena non è al meglio, non è detto che sia un male per il torneo. Il mio ragionamento è un riconoscimento al suo valore: quando è in versione schiacciasassi, finisce per mancare il pathos nelle partite, e troppi confronti diventano a senso unico; come è accaduto ad esempio agli ultimi US Open.
Se invece Serena mostra qualche incertezza il pronostico è più aperto, e il torneo più appassionante.

Sharapova
Ha vinto, come da ranking, il torneo di Brisbane, e rispetto al 2014 è in tutt’altra condizione: allora era reduce dallo stop dovuto ai problemi alla spalla, quest’anno sembra che la preparazione sia stata ideale.
E’ di sicuro una delle giocatrici candidate ad arrivare in fondo, perché è una vincente e sta giocando bene. Sicuramente un punto in più per il torneo 2015.

Halep
Il 2014 l’ha portata ai vertici della classifica. Simona ha confermato gli enormi progressi dell’ultimo anno e mezzo e comincia ad affrontare i grandi appuntamenti con più esperienza e maturità.
Ha vinto senza problemi a Shenzhen, dimostrando che ormai sta diventando una sicurezza ad alto livello. Come per Sharapova: di solito è molto affidabile e anche da lei mi aspetto un tennis di alta qualità e ottime partite.

Kvitova
Scommettere su Petra fuori dall’erba e con il caldo cocente dell’estate australiana sarebbe un azzardo; ma visto che l’anno scorso era uscita al primo turno, è impossibile che faccia peggio. Per cui anche nel suo caso abbiamo solo da guadagnare.

Ivanovic
Nel 2014 aveva cominciato la stagione vincendo ad Auckland e poi aveva sorpreso eliminando Serena nello Slam; a dimostrazione che il suo tennis poteva consentirle una classifica superiore a quella di allora (era tds 14 a Melbourne).
Oggi è reduce da una stagione molto positiva che dovrebbe averle aumentato la convinzione e l’autostima. E tecnicamente è da parecchio tempo che sta giocando bene.
Anche da lei mi aspetto tennis di alto livello.

Radwanska
Agnieszka è invece una top ten in convalescenza, reduce da un anno non brillante.
Però come si fa a non considerarla una delle maggiori attrazioni dei prossimi Australian Open, visto che nel suo team è entrata addirittura Martina Navratilova?
E’ chiaro che le sue partite saranno particolarmente interessanti, non fosse che per una questione di semplice curiosità. Dovremo abituarci a tanti stacchi della regia verso il suo angolo, e io di certo non voglio perdermi i suoi match.

Bouchard
L’anno scorso Eugenie era stata capace di arrivare addirittura in semifinale. Per lei non sarà facile ripetersi, ma anche se non dovesse giocare al livello del 2014, sarà comunque interessante vedere come interpreterà il gioco dopo il divorzio dal suo storico coach Nick Saviano.
E’ un po’ come per Radwanska: anche se non fosse in grado di rendere ai massimi livelli, ci sono comunque buone ragioni per seguirla con particolare interesse.

Wozniacki
Per diversi aspetti ricorda la situazione di Ana Ivanovic. Anche Caroline è una giocatrice rifiorita, fresca di finale slam (a New York) che certifica il ritorno al suo miglior tennis. E con in più qualche recente progresso: a rete oggi è molto meglio di quando era la numero uno del mondo.
In sintesi, credo di non essere il solo a pensare che la Wozniacki di oggi batterebbe quella di dodici mesi fa. Mi auguro che il ritiro di Sydney (problema al polso) sia precauzionale. Se il polso non le darà fastidio si presenta come una protagonista di calibro molto superiore allo scorso anno.

Kerber
Sconfitta da Svitolina a Brisbane, non sembra nel suo miglior momento, ma non lo era nemmeno nel 2014. Agli Australian Open non ha mai particolarmente brillato, per cui allo stato attuale direi che è sui livelli dell’anno scorso.

Makarova
Ha recentemente preso il posto tra le dieci di Dominika Cibulkova, che l’anno scorso era stata capace di arrivare sino in finale. Pare difficile che possa fare altrettanto, ma sino ad oggi lo Slam in cui Ekaterina si è dimostrata più costante ad alti livelli è stato proprio quello australiano (e nel 2012 aveva eliminato Serena Williams).

Fuori dalla top ten
La numero 11 è Cibulkova. Forse pretendere da lei un livello di gioco pari all’anno scorso sarebbe troppo, ma questa è almeno l’occasione per recuperare il buon rendimento che manca da molti mesi.
A ridosso delle migliori ci sono altre possibili protagoniste che possono giocare bene: Safarova, Suarez Navarro, Cornet, le giocatrici tedesche e russe (più o meno giovani). Di sicuro non tutte faranno strada, ma se qualcuna di loro arrivasse in fondo non sarebbe certo una sorpresa assoluta; a conferma che in questo momento il tennis femminile è piuttosto competitivo anche nelle posizioni di rincalzo.

Venus Williams
Ha vinto ad Auckland sconfiggendo in finale Caroline Wozniacki. Da una parte gli anni passano, ma dall’altra sembra che stia riuscendo a gestire sempre meglio la sua malattia. Il risultato è che nell’ultima stagione è tornata a salire in classifica, e pensare di vederla nelle fasi finali a Melbourne non è più impossibile. Un altro recupero importante per il torneo.

Azarenka
L’anno scorso a Melbourne non aveva giocato molto bene, perdendo da Radwanska. Ma sulla carta era uno dei punti di forza del tabellone: era reduce dalla finale di Brisbane, e in quanto bicampionessa in carica sembrava una sicurezza.
Dopo tutte le traversie fisiche incontrate nel 2014, quest’anno non è più nemmeno testa di serie.
Visto che stiamo ragionando sulla qualità del torneo, forse l’aspetto che mi preoccupa di più della prima settimana è proprio il fatto che Vika potrebbe essere sorteggiata contro chiunque, e quindi anche contro le primissime sin dal primo turno.
A mio avviso la Azarenka che ha perso a Brisbane da Pliskova non è ancora una giocatrice in grado di vincere Slam, e probabilmente avrebbe bisogno di  un avvio con partite abbordabili per migliorare ulteriormente  la condizione fisica e mentale. Per questo se pescasse subito una “big” il rischio di uscire sarebbe alto; e se invece riuscisse a spuntarla (mai sottovalutare le risorse di una campionessa) significherebbe perdere in ogni caso un’altra potenziale protagonista.

Le giovani e le giovanissime
Dopo un periodo in cui sembrava che nel tennis femminile fosse quasi impossibile avere risultati se non dopo diverse stagioni di esperienza sul circuito, sono arrivate alcune giovani che stanno bruciando le tappe. L’anno scorso si è affermata Bouchard, ma quest’anno magari qualcuna tra Konjuh, Bencic, Townsend, Siniakova, Keys potrebbe fare qualche exploit.
Poi ci sono quelle un po’ più esperte (con un maggior numero di partite tra le professioniste): Pliskova, Muguruza, Garcia, Svitolina, Diyas, che potrebbero finalmente trovare il momento giusto per emergere.
Ma i nomi sono davvero tanti; se ne potrebbero fare ancora altri, e secondo me anche sotto questo aspetto stiamo mediamente meglio dell’anno scorso.

Italiane
Concludo con le italiane. Qui sono più pessimista che ottimista; tutto sommato nel 2014 la situazione di partenza sembrava migliore.
Schiavone, Vinci e Pennetta hanno un anno in più, e dopo i trenta le stagioni pesano.
Flavia l’anno scorso aveva giocato molto bene (raggiungendo i quarti di finale), ma quest’anno potrebbe avere l’handicap del doppio. Mi spiego: quando si ha come compagna una fuoriclasse come Martina Hingis è impossibile prendere la cosa alla leggera; mentalmente il torneo di doppio potrebbe influire in modo particolare.
Errani ha passato un inverno difficile, con diversi acciacchi fisici e non è apparsa in condizione.
Se Pennetta non saprà ripetersi, forse bisognerà sperare in Giorgi o Knapp. Che però per il momento non si sono dimostrate affidabili quanto lo “storico” quartetto più anziano.

Come già accaduto l’anno scorso, questa rubrica si ferma durante lo Slam. Ritornerà fra tre settimane, al termine degli Australian Open.
Buon torneo a tutti.

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