La Sharapova gira "Il sorpasso" (Semeraro)

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La Sharapova gira “Il sorpasso” (Semeraro)

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La Sharapova gira “Il sorpasso” (Stefano Semeraro, Corriere dello Sport)

Mark Webber non è abituato a usare clacson, e soprattutto guida molto meglio di Vittorio Gassman nel famoso film di Dino Risi. Ma se Maria Sharapova a Melbourne l’ha scelto come chaffeur per farsi dare uno strappo fino allo stadio l’obiettivo è sempre quello: il Sorpasso. Masha dopo la vittoria a Brisbane in finale su Ana Ivanovic è arrivata a soli 661 punti nel ranking da Serena Williams: vincendo gli Australian Open, sarebbe sicura di scavalcare la Pantera – che l’anno scorso a Melbourne Park si è fermata come lei al quarto turno – e tomare numero sul trono dove fra il 2005 e il 2012 ha soggiornato a intermittenza per 21 settimane (contro le 224 di Sua Maestà Serena). «Con Mark á conosciamo da un po’ – ammicca la volpe siberiana – A Stoccarda durante il torneo Wta mi ha anche fatto fare un giro in spider; ed è stato molto divertente». A unirli è soprattutto un marchio, quello della Porsche, che sponsorizza Masha e fa correre l’ex compagno di squadra di Sebastian Vettel alla Red Bull nel Mondiale Endurance.

Ma se Webber l’anno scorso ha gettato sconfortato la spugna in F.1, la Sharapova non ha nessuna intenzione di mollare. Anche perché a 27 anni, con 5 Slam in bacheca, una strabordante popolarità planetaria e un valore commerciale che si aggira sui 23 milioni di dollari all’anno (è la sportiva più pagata in assoluto), è liberissima di scandirsi lei tempi e traguardi. «Le cose stanno così: al momento sono n. 2, il passo successivo è il n. 1», risponde con il solito glaciale disincanto (che nasconde una tigna infernale) a chi la stuzzica sulla rivalità con Serena. «A metà della scorsa stagione tutti non facevano che parlare di come fossi scesa in classifica, c’è stato un momento in cui sarebbe bastata una sconfitta e sarei uscita dalle prime dieci. Ho tenuto duro e alla fine ne sono uscita, contentissima fra l’altro di aver finito l’anno da n. 2. Magari se fossi ancora una teenager sarei più elettrizzata dalla possibilità di tomare al vertice, adesso bado a vincere un match dopo l’altro: perché normalmente è cosa che si sale nel ranking…». E giù con un sorrisino sottozero. Non che Masha non sappia divertirsi, intendiamoci. La sua love-story con Grigor Dimitrov procede fra un gossip e l’altro, a cavallo di novembre e dicembre ha folleggiato in giro per il mondo consumando le passerelle con vestitini griffati e tacchi da urlo, sempre curando con oculatezza i suoi interessi di business woman (vedi le ipercaloriche caramelle Sugarpova, che pare si vendano come il pane). «A Natale – racconta – è stato bello restare finalmente un po’ a casa, con la famiglia, e non sentire più una parola su risultati e classifiche».

Non fidatevi. Fuori dal campo Maria avrà pure come riferimenti Gwyneth Paltrow («La ammiro, ha lasse ed eleganza») e Cher («Mi diverto sempre a cantare le sue canzoni al karaoke»), ai party si diverte sicuramente a imitare le dj australiane Nervo inondando di cinguettii i suoi 1,42 milioni di follower. E prima e dopo i tornei non si tira certo indietro se c’è da prendere in braccio un tenero koala o farsi un selfie con i piccoli raccattapalle che fanno tanta allegria. Ma in campo Masha è sempre la stessa. Una velociraptor bionda che non sorride, sbrana. La prima ad accorgersene quest’anno è stata la Ivanovic, battuta a Brisbane in rimonta dopo una battaglia di sganassoni di dritto e rovescio (…)

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