Australian Open interviste, Dimitrov: "I campi non sono più veloci dello scorso anno"

Interviste

Australian Open interviste, Dimitrov: “I campi non sono più veloci dello scorso anno”

Pubblicato

il

 

Australian Open. L’intervista pre-torneo a Grigor Dimitrov 

Ti è stato chiesto a lungo del famoso cambio della guardia. Senti che sia questo sia il tuo , di Nishikori e Raonic, credi che vi stiate avvicinando ai grandi? O dopo la sconfitta con Roger la settimana scorsa, credi che il gap sia ancora da colmare?
Si, ad essere onesti. È stata una partita dura quella che ho perso la settimana scorsa. Sicuramente ho intenzione di giocare meglio. Comunque questo non vuol dire che non mi senta motivato a continuare a provare e a credere che qualcuno di noi ce la faccia, diciamo cosi. D’altra parte l’anno è appena iniziato. Abbiamo già l’Australian Open, il primo Slam. Qualsiasi cosa può succedere. È un buon modo di iniziare l’anno, sperando che vada tutto bene.

Ti sei dato qualche obiettivo tecnico specifico per l’inizio della stagione? Hai lavorato su qualcosa in particolare?
Ho lavorato tanto nella off-season. Niente di specifico in realtà, avendo avuto un 2014 molto buono. Ovviamente sapevamo ciò che stava andando bene e quello su cui avevamo bisogno di concentrarci. Già questo è positivo. Abbiamo lavorato molto sia in campo che fuori. Non ho mai voluto pormi troppi obiettivi stagionali dicendomi, lavora solo su questo o su quello. Più la fai semplice, meglio è, quando sai cosa sta già andando bene.

Quanto importante è stata per te la tua performance qui lo scorso anno?
Fondamentale. Ti da sicuramente tanta sicurezza. È come se ti desse energie in più. Il torneo successivo senti che hai già iniziato su un piano positivo. Allo stesso tempo quella fiducia ti fa giocare ogni match meglio, ti fa sentire di poter giocare ad alto livello, di sconfiggere giocatori migliori. Ad un certo punto ho dovuto giocare con giocatori più forti, sono stato in grado di batterli e di vincere un po’ di tornei. Penso che il risultato dello scorso anno qui sia stato un fattore importante. In ogni caso è bene non scordarci del quadro generale.

Hai pensato spesso a quella sconfitta dura con Rafa?
Ci ho messo un po’ ad accettarla, specialmente avendo avuto quel set point nel terzo set, perso per questione di pochi centimetri. Certamente non è qualcosa che dimentichi, comunque credo di averla presa abbastanza positivamente. Ho preso quella sconfitta come una vittoria. Mi ha dato fiducia. In ogni caso credo d’aver giocato bene tutta la stagione.

Questo è il tuo secondo allenatore australiano?
Sì.

Credi che avrai un buon ritorno sui soldi investiti su di lui in questo torneo?
Eh, per quello ci vuole ancora tanto tempo… Scherzo (risata). Certo, ho un rapporto fantastico con Roger Rasheed. Credo sia una cosa reciproca. Per ora sta andando alla grande. Ma credo che ci siano ancora tante altre “terre” che vogliamo invadere, mettiamola così. È quello per cui stiamo lavorando.

Sembra che i campi siano più veloci dello scorso anno. Che ne pensi? Li preferisci?
Non credo siano più veloci dell’anno scorso. La Margaret Court Arena in realtà è uno degli stadi migliori in cui ho giocato da un bel po’ di tempo. È un’esperienza straordinaria essere su quel campo ed allenarcisi. Ho colpito qualche pallina anche col tetto chiuso. Quando l’hanno aperto è stato meraviglioso. Gran lavoro da parte del torneo, per come l’hanno fatto. È semplicemente fantastico. Sulla Rod Laver è sempre bello giocarci. Non penso molto alla superficie perché l’atmosfera che si respira ti dà sensazioni positive per poter giocare al meglio.

Cosa rende così speciale la Margaret Court Arena?
Non so. Ogni volta che entri sembra che ti stia giocando i quarti o le semifinali. È una bella sensazione da provare. Credo che tutta la zona dello stadio sia bella. Il tetto.. per me è scioccante quello che sono riusciti a fare in un anno. Sembra quasi identica alla Rod Laver. Credo sia uno stadio meraviglioso.

Quante lingue parli?
Bulgaro, Inglese.. E basta (sorridendo).

Parli russo a casa?
Quando ne ho bisogno (risata). No, l’ho studiato poco.

Non hai nessuno che ti aiuti a casa con il russo?
Sì… credo di avere qualcuno, ma parliamo l’altra lingua.

L’inglese?
Sì.

Non hai fatto anche l’accademia francese?
Capisco un po’ di francese. Ma onestamente preferisco parlare inglese.

 

Traduzione a cura di Lorenzo Dicandia

Continua a leggere
Commenti
Advertisement

⚠️ Warning, la newsletter di Ubitennis

Iscriviti a WARNING ⚠️

La nostra newsletter, divertente, arriva ogni venerdì ed è scritta con tanta competenza ed ironia. Privacy Policy.

 

Advertisement
Advertisement
Advertisement