Australian Open interviste, Federer: "Negli anni, ho dovuto adattare il mio gioco a quest'epoca"

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Australian Open interviste, Federer: “Negli anni, ho dovuto adattare il mio gioco a quest’epoca”

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Australian Open. Intervista pre-torneo a Roger Federer

Cosa ti piace particolarmente di questo Grande Slam rispetto agli altri tre?
È rilassato. La città è più piccola in confronto alle altre tre. Qui è facile girare. Tutto è abbastanza comodo. È molto ben organizzato. Con questo non voglio dire che gli altri Slam non lo siano. Ma qui l’atmosfera è molto bella e rilassata e ti aiutano tanto. Ovviamente anche il tempo aiuta perché è sempre abbastanza bello. Il fatto che qui tre campi abbiano un tetto è molto speciale per noi giocatori. Così sappiamo che il torneo può proseguire a prescindere dal tempo. Per i più forti è bello sapere che il loro cammino non sia troppo legato alle condizioni del tempo. Sono tante le cose positive che mi piacciono di questo evento.

Novak Djokovic ha provato a imitare l’accento australiano. Ci vuoi provare anche tu?
No, non è il mio forte. Lo lascio fare a lui.

Neanche g’day mate?
Questo lo so dire, ma non a comando.

Prima di cominciare questo torneo ti senti diverso rispetto ad un anno fa?
Si. Quest’anno mi sento assolutamente più tranquillo. Un anno fa sono arrivato in Australia con una nuova racchetta e dopo aver superato i miei problemi alla schiena. Avevo terminato la mia preparazione e mi sentivo bene. Ma avevo bisogno di giocare partite per sapere a che punto ero. Inoltre c’era Stefan Edberg con me a darmi una mano. Quindi l’anno scorso nei 6 mesi prima degli Australian Open molte cose erano cambiate per me. Quest’anno invece ho giocato veramente bene prima di questo torneo. Sono anche riuscito a vincere Brisbane la scorsa settimana. Ecco perché quest’anno mi sento più sicuro in vista degli Australian Open.

Stefan ha passato più settimane con te del previsto l’anno scorso? E sai già per quante settimane sarà con te quest’anno?
Si, l’anno scorso alla fine forse mi ha accompagnato per due settimane in più rispetto al numero di settimane prestabilito ma in sostanza mi ha assistito per la durata che avevamo fissato. E sarà con me più o meno per 10 settimane anche quest’anno. È appena arrivato e rimarrà qui per la durata del torneo. Di fatto è Severin a fare quasi tutto il lavoro. Mi fa piacere che Stefan abbia accettato di lavorare con me per alcune settimane anche quest’anno.

Oggi quanto vicino ti senti alla forma migliore della tua carriera?
Spero che nel corso degli anni abbia costantemente migliorato il mio gioco. Credo che il mio servizio oggi sia più costante ed efficace che mai. Io la vedo così. Sono convinto che la nuova racchetta mi stia aiutando un po’ in questo senso. Anche il mio livello di concentrazione non è mai stata così alto. Almeno lo spero,  perché col passare del tempo ho sempre cercato di migliorarmi. Credo anche che il mio rovescio stia andando meglio che in passato. È una questione di fiducia, del diritto e del movimento.
Ovviamente quando vincevo quasi tutto nessuno mi metteva neanche minimamente in dubbio. Se magari avessi giocato contro avversari diversi appartenenti a un’altra epoca, forse sarebbe stato diverso. Comunque il mio tipo di gioco era perfetto per quell’epoca. Nel corso degli anni ho dovuto un po’ aggiustare il mio gioco. Ora credo stia giocando molto bene. Non so se abbia mai giocato meglio o no. Comunque sia, sono molto contento di come siano andati gli ultimi sei mesi.

L’anno scorso hai giocato e vinto più partite in assoluto nel circuito maschile. Ti aspetti di giocare un simile numero di tornei anche quest’anno?
Può darsi. Come ho già detto più volte, rivaluterò la situazione quando andrò in vacanza dopo gli Australian Open. Dopo questo torneo ho bisogno di una pausa perché la off-season è stata corta. Dall’altro lato non è uno svantaggio perché di solito prima degli Australian Open non si sa quanto si è in forma. Io invece ho quasi subito ripreso ad allenarmi. Ho giocato alcune esibizioni. Quando riprendevo la racchetta in mano, sapevo subito che non avevo più problemi alla schiena, che mi sentivo bene e che ero pronto a giocare esibizioni e a viaggiare. Onestamente mi sono allenato duramente perché avendo giocato talmente tante partite prima, non avevo avuto modo di allenarmi abbastanza. Dopo la preparazione mi sentivo un po’ stanco. Ma è normale quando ti alleni duramente. A Brisbane non mi sono allenato troppo in modo da mantenere la mia freschezza. Comunque dopo gli Australian Open mi prenderò una pausa più lunga. E lì deciderò quanti tornei giocherò quest’anno e dove,  anche se più o meno lo so già. Quest’anno è diverso dallo scorso anno. Quindi  vedrò come fare una volta che sarò in vacanza.

Ti sei allenato con David Goffin a Dubai. Ha detto di aver imparato molto da come ti prepari a un torneo. Perché è stato interessante per te allenarti con lui? E gli hai dato dei consigli?
L’ho visto all’inizio della sua carriera quando ci ho giocato contro al quarto turno del Roland Garros se non sbaglio. Mi ha molto impressionato il suo gioco. Penso che prima di giocare contro di me avesse già giocato altre sei partite. Nel match contro di me gli è finita la benzina. Se fosse stato fresco, forse avrei perso quel match. Poi sono arrivati alti e bassi. Ha subito alcuni infortuni e ha perso un po’ di fiducia in sé. Ma creso sia un bene per lui aver affrontato queste situazioni perché ora ha molta più esperienza. Negli ultimi sei mesi ha fatto risultati incredibili. Penso che nei prossimi mesi potrà ambire a risultati importanti. Mi ha impressionato come lavora. E´ un ragazzo molto simpatico. In campo è molto tranquillo. E´ molto serio durante gli allenamenti ma è comunque molto divertente passare del tempo insieme a lui. Si è allenato molto bene e nella maniera giusta, cosa che mi ha colpito. È stato divertente allenarmi con lui. Spero ci sarà un’altra opportunità in futuro. Credo che abbia assolutamente il potenziale per diventare un top 10. Su questo non c’è dubbio.

Nel corso della tua carriera è diventato più importante per te essere in forma fisicamente?
No, non penso. E’ cambiato solo nel senso che ora faccio più attenzione a non farmi male. Talvolta meno può essere di più. La qualità è più importante della quantità. Quando sei più giovane devi allenarti per un certo tot di ore. Non importa se sei stanco o meno. Devi resistere e prepararti alle partite lavorando duramente. Più avanti nella carriera si ha esperienza e si sa cosa bisogna fare per preparare un torneo o di cosa si ha bisogno durante la off-season. Nel corso degli anni ho commesso degli errori ma ho anche preso delle decisioni giuste. E ora cerco di sfruttare la mia esperienza per la progettazione della off-season. Non c’è dubbio, ora mi preparo in modo diverso rispetto a prima. Piuttosto che allenarmi troppo ora cerco di avere sessioni di allenamento di qualità. Insomma, ho 33 anni. Quindi non è più come dieci anni fa.

Hai detto che hai bisogno di una pausa. Vuol dire che non giocherai la Coppa Davis quest’anno?
Il turno di Coppa Davis sarà molto più avanti. Non ho detto che non giocherò la Coppa Davis. Probabilmente deciderò anche questo una volta che gli Australian Open saranno terminati. Abbiamo parlato di questo argomento. E` difficile trovare la motivazione per giocarla ora che finalmente abbiamo vinto. Vincere la Coppa Davis è sempre stato un obiettivo sia per me che per il tennis svizzero e per il mio team. Era un mio obiettivo dopo 15 anni che giocavo.
Ne sto parlando col capitano in questi giorni per capire cosa ha in mente. Gli spiegherò anche le mie idee e dopo aver capito quali sono le intenzioni di tutte le componenti della squadra, credo che mi prenderò un po’ di tempo per pensarci su. Probabilmente gli farò  una chiamata dopo gli Australian Open.
Traduzione di Tobias Pur

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