Australian Open interviste, Sharapova: “Sono ancora affamata e sono qui per vincere”

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Australian Open interviste, Sharapova: “Sono ancora affamata e sono qui per vincere”

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Australian Open. L’intervista pre-torneo a Maria Sharapova

 

Non potevi sperare in un avvio di stagione migliore. Cosa ha determinato la scelta di giocare dei tornei prima degli Australian Open, cosa che prima non facevi.

Sì, ho iniziato la mia stagione giocando un piccolo torneo d’esibizione ad Hong Kong. Quando è stato cancellato, giocare un torneo era la seconda opzione. Erano un po’ di anni che volevo giocare a Brisbane. Credo che prima non potessi per infortuni vari. Quindi quest’anno è stata la seconda volta che partecipavo. È stato un avvio fantastico, ho giocato buone partite. Mi sono sentita bene. Non sai mai come andranno le cose dopo l’off season. Ovviamente vuoi esprimere sul campo ciò che riesci a fare in allenamento. Ma ho giocato in maniera solida, ho fatto le cose giuste. Ho avuto una finale tosta, il che è positivo. E poi una vittoria in un torneo che non hai mai vinto prima è sempre un po’ speciale.

 

Hai lavorato su qualcosa di diverso nella off-season, qualcosa che volevi cambiare nel tuo gioco, obiettivi differenti?

Beh, sono stata felice di essere in un solo posto per tutto Dicembre. Non ho viaggiato molto. Ho fatto un po’ di giri per il mondo a Novembre. È stato fantastico sistemarsi in un posto. Il mio team è stato con me durante tutte le vacanze. È buono crearsi una base per le stagioni successive. La off-season dello scorso anno la passai facendo riabilitazione e provando a stare bene. Quest’anno sento di essere riuscita ad allenarmi bene, migliorando più la parte atletica. L’anno scorso, specialmente verso la fine della stagione, potevi vedere come tutti si muovevano bene, anche grazie ai campi più lenti degli ultimi tornei. Volevo sentirmi pronta ed in forma per l’inizio dell’anno, e voglio provare ad esserlo il più a lungo possibile.

 

Quant’è cambiata la parte atletica negli ultimi 10 anni rispetto a quando hai vinto Wimbledon? È cresciuto molto il circuito fisicamente?

Beh, si. Ora vedi molte più persone nei team, preparatori atletici ecc. 10 anni fa non ne vedevi così tanti. Io ho un preparatore atletico. Non viaggia con me in tutti i tornei, ha un calendario abbastanza limitato. È sempre con me durante le settimane d’allenamento prima dei tornei. Non c’è molto che tu possa fare durante un torneo, se hai già una buona base. Si tratta per lo più di recuperare dalla fatica e di prepararsi. Ma l’aspetto atletico dello sport è diventato, credo, molto, molto importante. Lo è sempre stato, ma ora più che mai.

 

Hai capito qualcosa in più da Brisbane e da quella settimana sul livello del tuo gioco, o è stata una conferma di ciò che ti aspettavi?

Ogni settimana è una sorpresa, per ogni persona. Non puoi essere né troppo negativo, né troppo positivo. Devi prendere le cose così come vengono. Come ho detto volevo partire bene. Credo d’aver fatto tante cose bene. Ma non inizio mai la settimana successiva ripetendomi quanto sono stata brava o cose del genere. Parto da zero. Sono affamata. Determinata a migliorare. Ho perso al quarto turno qui. Non è il risultato che voglio. Voglio fare molto meglio. Sono qua per provare a vincere il titolo.

 

Ti consideri la donna da battere?

Sono sicuramente fra le giocatrici da battere. Sono la numero 2 del mondo. Ho avuto una stagione fantastica lo scorso anno, vincendo un Grande Slam. Credo che ci siano un po’ di giocatrici con la chance di vincere questo torneo, io sono una di loro.

 

Hai una possibilità di tornare al numero 1. Ti da ancora tante motivazioni essere la numero uno o a questo punto della tua carriera è più importante vincere Slam?

Eh.. questa era una domanda che era bello non ricevere a Dicembre (sorridendo). Sì, ovviamente il numero 1 è qualcosa che tutti i giocatori vogliono ottenere e per cui lavorano duramente. Ci sono tante che hanno la chance di arrivarci, e io sono fra queste, e sono sicuramente determinata a raggiungerla. Ma per farlo devi vincere più partite di chi è al numero uno. È quello l’obiettivo.

 

Ho sentito molti giocatori dire che i campi sono troppo veloci. Il meteo quest’anno è migliore. Tu cosa ne pensi?

Si, in realtà credo che i tre campi su cui mi sono allenata finora sono stati l’uno diverso dall’altro, tutti comunque un po’ più rapidi dello scorso anno, cosa che preferisco. Per quanto riguarda il meteo, è stata una bella settimana. Ma sicuramente la prossima settimana si riscalderà. È quello che è sempre successo qui a Melbourne. Una settimana può essere più fresca, e l’altra è calda. Dobbiamo semplicemente prendere quello che viene.

 

Cosa ti rende più felice?

La cosa migliore è che io sia qui. Mi rende felice il solo fatto che io abbia una scelta. Ma la parte migliore è che io abbia l’opportunità di giocare e di vincere questo torneo. Mi sono messa in questa situazione e ne sono molto contenta. A volte è bello pensare che potrei essere sul divano a guardare la TV. Beh, non so se guarderei la TV ma… si, non so magari berrei vino. O sangria forse.

 

Ti stai autoconvincendo.

Non so, sembra così bello. Ma quando sollevi la coppa, oh… puoi avere quante sangria vuoi ma non cambia niente. Si, è decisamente meglio.

 

Che giocatrice ti ha più impressionato negli ultimi mesi prima del torneo?

Negli ultimi mesi? È una domanda un po’ generale, dato che c’è una pausa grande fra l’ultimo torneo e i primi di queste settimane. Solitamente quando sono ad un torneo, guardo i giocatori che sono li perché li mandano in TV. Seguo i loro risultati, ma non esco solamente per guardare le partite. Non so, è difficile da dire.

 

Abbiamo iniziato a vedere una serie di campionesse del passato iniziare ad allenare. Che significa per te, dal tuo punto di vista?

Beh, per esperienza posso dire che non c’è persona migliore che può aiutarti in certe situazioni come un coach, qualcuno che è già stato li, che c’è già passato. Penso sia meraviglioso da vedere. È sempre bello vedere che alla fine della carriera hai l’opportunità o la voglia di condividerla con altre giocatrici, di condividere la tua esperienza e conoscenza. Credo sia fantastico.

 

Non hai fatto niente come l’IPTL nell’off season.

Si in realtà. Ho giocato due partite a Manila.

 

Ti sei sentita bene? Prima dicevi di essere stata felice di stare in un solo posto.

È stato a Novembre. Ho giocato due partite nell’IPTL a Novembre. In realtà è stata una grande esperienza. Per essere stato il primo anno, credo sia stato davvero organizzato bene, sono stati molto professionali. Penso sia stato fantastico vedere il tennis presente in mercati che non hanno mai visto sport e campioni di quel livello. Il loro incitamento era incredibile. Mi sentivo davvero come una rockstar, sono tornata a terra solo il giorno dopo. È stato molto divertente. Il formato anche era divertente, veloce, e molti giocatori l’hanno presa molto seriamente. Voglio dire, io ho giocato senza essermi allenata per settimane. Mi dicevo, ok, me la prendo con calma. Ma alcuni compagni di doppio l’hanno presa davvero sul serio, il che è meraviglioso. Però, si, personalmente non farei mai il tour completo. Troppo lungo. Alcuni di quelli che l’hanno fatto si sono infortunati alla fine, che non è proprio il massimo. Ma sono disponibile a giocare in nuovi mercati che non hanno mai visto tennis di questa qualità.

 

Qual è la partita migliore che ricordi qui all’Australian Open?

Tante. La mia partita migliore? Ovviamente la finale vinta nel 2008. Vincere un torneo è un gran momento, specialmente un Grande Slam. È stato il mio terzo Grande Slam nella carriera. Durante quelle due settimane ho giocato come quasi mai ho fatto in carriera. Tra l’altro avevo anche uno dei tabelloni più tosti. Penso addirittura che la finale non sia stata la miglior partita che io abbia giocato nel torneo. Ma tutto sommato ho vinto tante battaglie. È difficile da scegliere.

 

Stai pensando alle Olimpiadi in Brasile? Alla medaglia d’oro?

Certo, molte di noi lo fanno. È un’occasione speciale. Molto speciale per me, essendo cresciuta in una cultura per cui le Olimpiadi sono il massimo. Ho avuto un’esperienza fantastica a Londra. Era la mia prima Olimpiade. Mi piacerebbe provare qualcosa del genere, se non meglio, in Brasile.

 

Lorenzo Dicandia

 

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