Australian Open interviste, Djokovic: “Delpo è un amico, spero di rivederlo presto in campo”

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Australian Open interviste, Djokovic: “Delpo è un amico, spero di rivederlo presto in campo”

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Australian Open, conferenza stampa di pre-torneo di Novak Djokovic

 

Credi di aver avuto un buon periodo di off-season diventando papà e giocando l’ IPTL?

Sì, è stata una off-season diversa dalle precedenti. Ovviamente diventando padre si è aperto un nuovo capitolo nella mia vita, sto formando una famiglia con mia moglie. È la prima volta in vita mia e certamente porta molta gioia e soddisfazione. D’altro canto è stato importante per me capire come organizzare la mia vita, ma credo che il mio team si sia assicurato che io mantenga il mio programma, e che sia disciplinato e impegnato in questo sport. In termini di approccio niente è cambiato. Ho avuto una buona pre-stagione, ho seguito il programma di allenamento stabilito dal mio team e dopo ho giocato un match ad Abu Dhabi ed un paio a Doha. Credo sia stato sufficiente per prepararmi bene per gli Australian Open, il primo slam dell’anno.

Cos’è successo ieri durante l’allenamento e come ti senti ora?

Beh, ho avuto un paio di giornate dure, ma è alle spalle ora. Sono pronto per gli Open.

Di cosa stavi soffrendo? Raffreddore?

Sì, un po’ di influenza e mal di stomaco, me lo sono portato dall’Asia Centrale. Ma ora sto bene, è passato.

Cosa pensi dei campi? Sono più veloci rispetto alla stagione scorsa?

Già l’anno scorso pensavo che fossero più veloci dell’anno prima, questa è una mia sensazione personale. Parlando con altri giocatori, loro hanno confermato questa sensazione. Ma il campo è lo stesso per tutti, è per questo che veniamo qui una settimana prima e cerchiamo di spendere molto tempo allenandoci sui campi per abituarci alle condizioni. Il tempo è stato molto buono, finora non abbiamo avuto giorni di caldo estremo. Ha anche piovuto per un paio di giorni il che è piuttosto rinfrescante per un’estate australiana. Ovviamente il tempo a Melbourne è imprevedibile me credo che se resterà così sarà fantastico per il tennis.

Quali sono le tue prospettive? Pensi di poter vincere il torneo quest’anno? Chi sono i favoriti?

Non credo sia carino parlare del torneo ora che non è ancora cominciato. Ci sono così tanti giocatori che si contenderanno la vittoria del titolo, il successo che ho avuto nella mia carriera in questo torneo mi da abbastanza fiducia per credere di poter arrivare lontano. Ma ancora, sai, devo cominciare il torneo bene, è l’inizio della stagione e già abbiamo uno dei tornei più grandi nello sport. 120 giocatori vogliono dimostrare che meritano di essere in questo torneo e loro hanno, ovviamente, grandi stimoli per vincere contro i top player. È qualcosa che ci fa avere molta prudenza e noi dobbiamo avere un approccio al torneo molto corretto e umile. Dunque mi concentrerò su un match per volta.

Cosa pensi del tuo avversario nel primo turno?

Non lo conosco parecchio. Onestamente so che viene dalla Slovenia, l’ho visto giocare un po’ a Chennai, credo in semifinale. Ho visto che è un giocatore che sta sulla linea di fondo, buono, solido, rovescio a due mani. Ovviamente sarà molto motivato a far bene. Se giocheremo sul Centrale sono sicuro che sarà una esperienza unica per lui. Rispondendo alla domanda di prima, giocatori con basso ranking o giovan,i non hanno nulla da perdere ed è questo che li rende pericolosi nei turni iniziali. Per questo spero di iniziare con la giusta intensività, la stessa con la quale ho iniziato negli anni precedenti. Se farò così avrò buone chance di vincere.

È piuttosto ironico che dieci anni fa la LTA ha fatto una offerta a te e alla tua famiglia. Lui, Bedene, sta provando a diventare un giocatore britannico?

Veramente? Non lo sapevo. Dunque come ti senti al riguardo (sorride)?

Non credo accadrà ma lui ci sta provando ugualmente.

Ok, gli auguro il meglio. Se lui crede che sia il modo migliore per continuare la sua carriera nel tennis, allora lo sostengo nel suo intento. Ovviamente in quel momento della mia vita le cose non erano facili, cercavo condizioni adatte e un sostegno per la mia carriera. In quel periodo il paese, la Serbia, stava passando attraverso molti problemi economici, avevano cose più importanti che supportare finanziariamente un tennista di 15 anni. Il tennis non era un grande sport con una lunga tradizione nel nostro paese quindo so cosa si prova, forse lui prova qualcosa di simile. Ma lui è già un tennista professionista, non so quale sia la ragione dietro ciò. Nel mio caso, alla fine, non c’era nessun dubbio che io volessi continuare a giocare per il mio paese perché ci furono solo pochi anni di conflitti, ma più o meno avevo una visione di ciò che volevo fare e sotto quale bandiera giocare.

Credi che i giocatori dovrebbero essere in grado di cambiare il loro paese quando vogliono?

Buona domanda, ci stavo pensando su. Onestamente credo sia un po’ troppo fiscale la regola che puoi giocare solo per un paese. In alcuni casi particolari, come Bedene, o chiunque, chi voglia cambiare per motivi personali, privati, finanziari, o qualsiasi altro motivo tu voglia cambiare la nazionalità, credo che ITF, ATP, tutti i corpi governanti dovrebbero permettere a questi giocatori di giocare per un altro paese. Credo che con la regola precedente si dovesse aspettare cinque anni se vuoi giocare per un altro paese, e poi altri cinque per un altro e se non l’hai fatto devi aspettare per tre anni. Io non ho conosco la regola attuale ma credo sia la stessa. Credo che ai giocatori dovrebbe essere permesso di giocare per un altro paese se lo vogliono.

Delpo si è ritirato. Quanto il gioco sente la sua mancanza?

È stato molto sfortunato, non vedevo l’ora di guardarlo, non l’ho ancora mai visto qui, e ora non credo che lo vedrò. Si è ritirato dal torneo ed è decisamente una grande perdita, anche per il tennis, non averlo in giro. Lui è prima di tutto una persona fantastica, un grande tennista, molto potente, ha un gioco che attrae i fan, ha vinto uno slam, lui è qualcuno che è stato al top a livello maschile per molti anni. Sfortunatamente ora ha perso due degli anni più cruciali per la carriera a causa di infortuni, gli auguro il meglio, sono un suo grande amico e abbiamo un buon rapporto sul campo. È triste veder succedere questo, gli infortuni sono il più grade nemico di qualsiasi atleta. Da come ho capito, il polso gli dà fastidio e non c’è molto che può fare al riguardo. La scorsa stagione anch’io ho avuto un infortunio al polso, più leggero e non serio come il suo, ma so quanto è complicato perché non puoi farci niente. O fai una operazione chirurgica o aspetti che guarisca, non puoi fare molto stretching. Le soluzioni a breve termine sono ovviamente cortisone o iniezioni, le quali possono aiutare solo se devi giocare un match tra due o tre giorni. A lungo termine non può aiutare. Dunque io spero sinceramente di vederlo molto presto

Lui è tornato una volta. Quanto è difficile farlo una seconda?

Ho visto alcuni suoi incontri a Sydney, ha giocato bene considerando le circostanze in cui si trovava, l’assenza dal circuito praticamente per tutto il 2014. Quindi sono sicuro che lui è contento di aver giocato almeno un torneo. Sarà deluso che non potrà giocare in uno slam perché, sai, lì è dove vuole riuscire al meglio, ma spero che resterà positivo e sarà perseverante nel voler tornare.

Hai modo di parlare con lui qui?

Purtroppo no, non l’ho visto affatto.

Sono passati 10 anni da quando giocasti il tuo primo match in uno slam qui contro Safin. Puoi paragonare le motivazioni che hai tornando ora avendo vinto il torneo?

Beh, le circostanze sono piuttosto diverse tra 10 anni fa e ora. Io amo questo sport, giocare a tennis mi dà grande piacere. Quindi finché sarà così, di motivazioni ne avrò in abbondanza per giocare e per giocare ai livelli più alti. Questo è uno dei palcoscenici più grandi che tu possa avere nello sport. Ricordo nel 2005 quando mi sono qualificato per la prima volta in carriera in uno slam, e giocare contro Marat Safin, i quale poi divenne un campione, fu un’esperienza. Non rimasi molto su campo ma comunque mi divertii molto.

Traduzione a cura di Paolo Di Lorito

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