Australian Open: (s)punti tecnici da bordocampo, day 1

(S)punti Tecnici

Australian Open: (s)punti tecnici da bordocampo, day 1

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Si fa sul serio a Melbourne Park: la giovanissima francese Oceane Dodin si fa strada a pallate, Simone Bolelli si ritrova definitivamente, ma il vero spettacolo è il tramonto dell’estate australiana

Arrivando verso la conclusione di una giornata a dire poco caotica, senza un attimo di pausa, come lo può essere solo l’avvio di un torneo del Grande Slam (e non è ancora finita), lo spunto di stasera sarà più estetico che tennistico.

Di cose interessanti, e sicuramente non comuni dal punto di vista tecnico ce ne sono state, figuriamoci: la principale, a mio personalissimo avviso, le botte terrificanti che tira la diciannovenne francese Oceane Dodin (183 WTA), vincitrice in tre set su Alison Riske (40 WTA). Essendo per me – ma non credo di essere il solo – una perfetta sconosciuta, ho chiesto informazioni a un collega transalpino nella “media room”. Ed ho così scoperto che Oceane è entrata in tabellone grazie a una delle wild-card garantite alla federazione francese dagli accordi di reciprocità con quella australiana, ma che non è venuta fuori dalla suddetta federazione transalpina, in quanto “giramondo” allenata dal padre. Un po’ come la nostra Camila Giorgi, insomma.

Tecnicamente, roba da far impallidire Eugenie Bouchard, violenza della palla fuori dal comune, ovviamente tanti tanti errori, ma le prospettive ci sono tutte. Vista di lato, ad altezza campo, mi è sembrata anche una di quelle che si prendono maggiori rischi in termini di “net clearance”, il che è davvero al confine tra il rischio calcolato e l’errore tecnico vero e proprio, ma finchè le stanno dentro (e vince), ha ragione lei. Segnatevi il nome, se riescono a “ordinarla” il giusto senza imbrigliarne l’esplosività può diventare una “vera”.

Spinto successivamente dai ricordi della Scuola Maestri (tanti anni fa, a Cividino da Vavassori e Ronzoni), alla conclusione dei match con i “big” ho voluto andare a vedere Simone Bolelli, uno dei “prodotti” di punta dell’accademia lombarda, impegnato sul campo 6 contro Juan Monaco.

Simone in forma, essendo il grande colpitore che è, offre sempre un bello spettacolo. Servizi potenti, dritti anticipati in avanzamento, e il suo caratteristico rovescio a una mano che riesce ad eseguire anche in semi-sospensione andando all’indietro con il peso del corpo, compensando la mancanza di appoggi con l’ampiezza e la velocità della sbracciata: esecuzione ideale per contrare i drittoni in top che “Pico” allenava tanto intensamente l’altro ieri. Bella vittoria, 6-1 al quarto, e bella soddisfazione per lo staff tecnico di Simone, presente al gran completo (Rianna e Petrazzuolo) con l’aggiunta di Corrado Barazzutti e Daniele Bracciali. Ma come dicevo, prima di divagare come al solito con la tecnica e la biomeccanica, lo spettacolo finale della giornata, oltre al brillante tennis di Bolelli, è stato quello dell’immagine di copertina: Juan Monaco al servizio, tramonto su Melbourne Park, skyline dei grattacieli dietro il South Bank (riva del fiume) sullo sfondo. Sport e bellezza.

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