Australian Open interviste, Kokkinakis: "E' stato molto importante l'allenamento con Federer a Dubai"

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Australian Open interviste, Kokkinakis: “E’ stato molto importante l’allenamento con Federer a Dubai”

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Australian Open: Kokkinakis b. Gulbis 5-7 6-0 1-6 7-6 8-6. L’intervista del dopo partita a Thanasi Kokkinakis

Come ti senti? Un misto di gioia e spossatezza, immagino.
Sì, un po’ di entrambe. Fisicamente mi sento abbastanza bene, molto meglio dell’anno scorso, ma era anche meno caldo. Sono molto felice di come mi sento fisicamente. Certo, sono entusiasta di questa vittoria, la migliore della mia carriera. Ne ho avuto una due settimane fa a Brisbane (vs Benneteau, ndr) e oggi ne è arrivata una ancora più importante. Sono felice di come ho giocato oggi.

C’è stato un momento nel quarto set in cui hai pensato che sarebbe stata troppo dura?
Per un attimo. Avevo perso il ritmo. Ho giocato un secondo set ottimo e avevo preso il sopravvento. Sapevo che i primi games del terzo erano fondamentali ma non li ho vinti e lui si è preso il set. I primi game dei set sono fondamentali e non ho giocato bene in quei momenti. Lui è salito 2-0 nel quarto ma io ho continuato a farlo giocare. Mi ha dato un paio di opportunità quando ne avevo bisogno e questo mi ha riacceso la scintilla e poi il pubblico è stato incredibile tutta la sera, mi ha spinto verso la vittoria.

Cosa può fare una vittoria del genere per la tua fiducia?
Moltissimo. E si è visto, come la settimana scorsa a Brisbane. L’anno scorso riuscivo a vincere un set contro dei buoni giocatori ma poi non riuscivo a chiudere i match. Sono molto felice di come sono rimasto sul pezzo. Anche se per un lungo periodo ho pensato di non stare giocando il mio miglior tennis sono riuscito a trovare il modo per vincere i punti e i game di cui avevo bisogno.

Come hai fatto a trovare la chiave del match? Hai continuato a trovare le giuste soluzioni nei punti cruciali.
Ottimi servizi quando ne avevo bisogno. Sui match points ho semplicemente avuto fiducia nelle mie armi, quelle su cui lavoro ogni giorno, i miei colpi preferiti. Ho provato qualche dritto, magari sono stati colpi un po’ fortunati ma voglio pensare che ci sia stata anche dell’abilità. Un po’ di entrambe. Ma avevo bisogno di quei colpi e ci ho creduto. Non fai il punto giocando di rimessa perché i buoni giocatori ti fanno comunque il vincente.

Quanto è stato importante il periodo a Dubai ad allenarti con Federer e l’allenamento fisico?
Molto importante. Mi sono allenato molto, ho giocato molto là. Ci sono stato solo due settimane. Poi due settimane ad Adelaide e due a Melbourne. Ho corso molto, sapevo cosa fare per giocare il tennis 3 su 5. L’anno scorso non ero abbastanza preparato ma sono riuscito comunque a superare un turno. Quest’anno mi sento bene fisicamente per cui sono felice di come il mio corpo sta rispondendo.

Quanto conosci il tuo prossimo avversario (il connazionale Groth, ndr)?
Lo conosco abbastanza bene. Era in Davis l’ultima volta. È migliorato molto. Gran servizio, ottima voleè, anche i suoi colpi da fondo sono migliorati molto. Come oggi, un altro gran battitore, dovrò subire diversi ace. Ma cercherò di metterlo in difficoltà, fargli giocare colpi che non gli piacciono e magari quando arriveranno i momenti decisivi sarò pronto a sfruttare le opportunità.

Che cosa ti è passato per la mente quando hai chiamato il challenge sul break point nel quinto set, con la palla che ha appena toccato la linea?
Quando l’ho colpita ho pensato fosse buona, poi lui ha chiamato il challenge. Ho pensato, oh no, magari è fuori. Hanno detto entrambi che era fuori e io speravo davvero che fosse dentro, altrimenti avrei dovuto lottare. Non gli avevo tolto il servizio, avevo avuto solo un breakpoint e lui aveva fatto ace. Avevo proprio bisogno che quella palla fosse dentro e ringrazio alcune persone perché lo era.

Avevi un look vistoso per il match di oggi. Ti sei ispirato ad Agassi per quel completo?
Non lo so, devi chiederlo alla Nike. Mi hanno dato loro il completo. Hanno detto “lo diamo a pochi, se ti piace, usalo”. Ok, lo uso. L’anno scorso indossavo le strisce ma non era niente rispetto al completo di quest’anno. Quindi sono andato in campo e ho pensato che con quel completo dovevo vincere.

Sarà sulle prime pagine dei giornali. Ci tieni?
È stato esaltante. So che è stata una bella vittoria ma ce ne saranno altre in futuro. Non voglio vincere solo un match. Ovviamente è la mia vittoria più bella finora, me la godrò per il resto della notte ma domani dovrò prepararmi per il match contro Sam.

Quanto puoi arrivare lontano?
Non lo so, vedremo. Non mi pongo limiti. Voglio prendere un match alla volta. Ho battuto un giocatore che ha fatto semifinale al Roland Garros. Probabilmente non era al massimo stasera. Ma tu controlli solo ciò che puoi controllare, per cui ho solo cercato di metterlo in difficoltà. Certo, lui ha battuto grandi giocatori in passato e io ho battuto lui, quindi vedremo come andrà.

Ci saranno ovviamente dei paragoni con Lleyton Hewitt e le sue vittorie in cinque set.
Lui l’ha fatto più di una volta. È il riferimento per tutti i giocatori australiani per come lotta. È ancora forte, gioca un buon tennis anche se non è più giovanissimo. È sempre positivo, specialmente in Davis, averlo con noi. È di grande supporto quando gli parli, mi piace andare in giro con lui.

È stata una scelta particolare per te quella di prendere grossi rischi nei punti decisivi?
Ho solo pensato che dovevo farlo. Lui stava giocando bene e avevo bisogno di venirne fuori con quello su cui mi alleno. Il mio dritto è il mio colpo preferito e l’ho cercato, per fortuna è riuscito.

 

Traduzione di Paolo Valente

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