Australian Open interviste, Cibulkova: "Non penso debba per forza confermare la finale dello scorso anno"

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Australian Open interviste, Cibulkova: “Non penso debba per forza confermare la finale dello scorso anno”

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Australian Open: Cibulkova b. Azarenka 62 36 63. L’intervista del dopo partita a Dominika Cibulkova

È stata un’altra prestazione importante da parte tua. Cosa credi ti abbia aiutato ad andare oltre i limiti nel terzo set?
Sì, oggi da parte mia è stata una partita estremamente positiva. Abbiamo giocato un livello di tennis molto alto. Nel primo set ho giocato perfettamente, senza errori. Tiravo tutto e facevo le cose giuste. Le mettevo molta pressione. E poi nel secondo set lei è migliorata molto. Ha iniziato a servire e a rispondere meglio. Mi ha tenuta più lontana dalla linea di fondo. Alla fine, nel terzo set sapevo di dover dare più del 100%. Sapevo che sarei dovuta essere molto più aggressiva e che sarei dovuta giocarmi punto per punto, tirando al massimo. Quindi, sì oggi è stata una partita molto dura, ma sono riuscita a superarla. È stato un gran match.

È stato il test più duro che hai avuto in questo torneo?
Sì, beh è difficile dire se sia stato il più duro. Ho avuto tutte partite difficili, con giocatrici difficili. Sto semplicemente giocando bene, giocando il mio tennis ed oggi è stato sufficiente. Comunque la partita è stata lottata, si è risolta su pochi punti nel terzo.

Spesso quando dei giocatori tornano l’anno successivo agli AO da campioni uscenti, gli chiediamo quanto sia difficile difendere il titolo. Probabilmente è ugualmente difficile per i finalisti dell’anno precedente. Senti un po’ di pressione?
Non lo so.. Non credo che io debba per forza raggiungere la finale. Non è mai semplice, anche per i grandi nomi. Non so, per me è un nuovo anno, un nuovo inizio. Sto iniziando l’anno ancora molto bene.

In campo si è parlato della tua altezza. C’è qualche vantaggio nell’essere piccolino? Justine probabilmente ne saprebbe dire qualcuno.
Si, era un tipo di giocatrice diversa. Io ovviamente non ho un gran servizio, ma ci lavoro costantemente. Non credo che sia più una debolezza. Comunque, sì, devo compensare alla mia statura con qualcosa, quindi metto molta energia nel mio tennis, cerco spesso il vincente, non sono la tipica giocatrice piccola che sta sempre sulla difensiva.

Da dove viene questo tuo modo di giocare? Eri la più piccola in famiglia ed hai dovuto lottare per tutto?
Non lo so, si tratta solo di energia che ho. È come mi piace giocare a tennis.

La sconfitta dello scorso anno ti ha dato più motivazioni quest’anno?
Si, ho sempre giocato match duri con Vika. Mi trovo bene con il suo tipo di tennis. Oggi, comunque, è stato il mio miglior match contro di lei. Ci ho perso un po’ di volte quando ero in vantaggio magari di un set e 5-2 o 5-3 nel secondo, senza riuscire a chiudere. La prima volta in cui sono riuscita finalmente a batterla è stato due anni fa al Roland Garros sulla terra. Quella partita mi diede tanta fiducia. Oggi non pensavo al punteggio, giocavo e basta. Quando ero su nel punteggio non sentivo alcun tipo di pressione.

Vorresti giocare sempre a Melbourne?
Sì, è bello essere qui. Ma non si tratta solo del posto, per me è anche il periodo dell’anno. È all’inizio, quindi mi sento sempre fresca.  Dopo l’off-season sto sempre bene, lavoro sempre duramente. Ovviamente tutti lavorano duro nella off-season, ma il lavoro mi da tanta fiducia.

Credi che dopo la scorsa stagione, dove hai trovato difficoltà nella seconda metà, sarai tentata di cambiare la tua programmazione?
Si, sicuramente farò qualcosa di diverso. Ho iniziato bene un’altra volta quest’anno. Sto imparando dai miei errori passati e quindi, sì, so cosa fare. Beh, non voglio dire che lo so, ma almeno proverò a non fare gli stessi errori.

Hai avuto una coaching violation nel secondo set. Non ne vedevo da un po’. Era parecchio che non la prendevi?
Sì. È buffo, perché dagli angoli di ogni giocatore, gli allenatori urlano o mostrano qualcosa. Io non stavo neanche guardando al mio allenatore. A volte comunichiamo, è normale. Tutti parlano col proprio coach, ma a me ha dato il warning e l’ho accettato.

 

Traduzione di Lorenzo Dicandia

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