Australian Open interviste, V. Williams: “Madison ricorda la Davenport. Sarà una buona partita”

Interviste

Australian Open interviste, V. Williams: “Madison ricorda la Davenport. Sarà una buona partita”

Pubblicato

il

 

Australian Open: V. Williams b. Radwanska 63 26 61. L’intervista del dopo partita a Venus Williams 

Dopo essere andata subito sotto di un break nel terzo set, cosa provavi? Cosa ti dicevi?
Onestamente, non lo so. Provavo solo a giocare come avevo giocato nel primo set. Non avevo giocato male in quel primo game. Sono andata fuori giri con qualche colpo, ne ho sbagliato uno facilissimo che mi avrebbe sicuramente aiutata. È stato frustrante ma sono rimasta concentrata e ho giocato continuato a giocare come ho fatto in quel game perché era la giusta tattica da adottare.

Pensi che la tua mentalità nel terzo set di oggi sia differente rispetto alla tua mentalità dello scorso anno? Eri più positiva, più fiduciosa?
Credo di sì, Non lo so. Un anno è tanto tempo. Ovviamente sono molto più costante. Un anno fa avevo difficoltà a giocare più di qualche punto bene consecutivamente. Per un po’ andavo a corrente alternata, ed inizia a pesare dopo un po’, indipendentemente da quante partite tu vinca. Quest’anno sono stata brava a costruire sul momento positivo che sto attraversando. Iniziare a giocare bene un punto dopo l’altro fa una grande differenza.

Credi che sia stata la tua vittoria più importante da un po’ di tempo a questa parte, vista l’avversaria e l’occasione?
Credo che vedendola da fuori si possa dire di sì. Ma per me si tratta solo di essere concentrata. Ci sono già passata quindi non mi sento sovreccitata della serie: “oh wow, che ho fatto? Non mi era mai successo..” Sì, mi è già successo. È quello che penso in ogni torneo, anche quando perdo subito.

Pensi che questa tua ripresa sia tardiva?
Ogni cosa prende il suo tempo. Certo, io voglio arrivare in fondo ad ogni torneo che gioco. Tutti lo vogliono, Ma non succede sempre per tutti. Ora è il mio momento e voglio continuare così tutto l’anno. Tuttavia richiederà lavoro.

L’allenatrice della tua prossima avversaria ti conosce molto bene. Credi che questo le darà un vantaggio nella partita?
Sicuramente. Linsday (Davenport) commenta molte partite, conosce il gioco di tutte. Sono sicura che è il motivo per cui Madison stia giocando così bene. Credo anche che io sia cambiata molto rispetto a quando Linsday giocava. Io sento di essere in continua evoluzione, aggiungendo nuove cose al mio gioco. Non penso che si tratti della stessa Venus di qualche tempo fa.

Tre americane nei quarti, due Williams. È successo più di 20 volte. Commenti sul fatto che Katrina sia la presidente della USTA e su 3 donne afroamericane nei quarti?

È un’altra cosa più visibile da un occhio esterno, perché io penso solo a vincere. Certo, voglio sempre che gli americani facciamo bene. Tifiamo sempre l’uno per l’altra. Ma alla fine è tutto fuori dal nostro controllo. Finché non me lo hai detto non avevo guardato al torneo da questa prospettiva. Stavo pensando al mio miglioramento e a cosa potessi fare per il mio gioco. Ovviamente, tifando anche per Serena. Sfortunatamente è come guardo alle cose la gran parte delle volte.

Credi che le tue prestazioni abbiano un’influenza sulle persone e siano d’ispirazione?
Sicuramente. Ognuno di noi tocca la vita di altre persone in una maniera che non ci saremmo mai immaginati da bimbi. Da piccolo vuoi solo essere numero 1 e vincere un major. Non pensi mai a coloro che si possano prendere ispirazione dai tuoi sforzi e dal tuo atteggiamento. Sì, questa è stata l’esperienza della mia vita e di molti giocatori professionisti.

Quanto sei soddisfatta di come hai giocato stasera e della qualità del tuo tennis?
Credo d’aver giocato bene quando contava. Il suo stile di gioco è completamente diverso rispetto a quello delle altre tre giocatrici che avevo affrontato. Le prime tre tendevano a buttarmi fuori dal campo. Questa è la prima volta che ho avuto un po’ di ritmo. Il modo in cui colpisce la palla è molto diverso. Molte volte, specialmente per giocatrici come me, ti senti di dire: Wow, perché non colpisco più vincenti? Non c’è sempre una risposta. Si tratta di trovare un giusto compromesso tra l’essere aggressiva e l’essere paziente ed intelligente perché il suo stile di gioco è molto pericoloso. Non tutte giocano così, quindi è stata sicuramente una buona vittoria.

Quando giochi contro qualcuna molto più giovane, come confronti il vantaggio dell’esperienza rispetto a quello di avere un corpo più giovane?
Penso che a questo livello avere un fisico più giovane non aiuti più di tanto. Tutte quante sono preparate. Se sei qui ed arrivi in fondo, vuol dire che sei in forma ed hai lavorato. Quindi indipendentemente dall’età, devi andare in palestra, devi lavorare in campo. L’età non è un fattore. L’esperienza lo è. Ma anche io ho avuto 19 anni ed ho battuto giocatrici molto più esperte di me. Per cui alla fine se riesci a tenere la pallina in campo a sufficienza ed a fare più punti, vincerai indipendentemente da quello che dicano i numeri.

Linsday è la giocatrice che hai affrontato di più in carriera, 27 volte. Ci sono momenti nella vostra rivalità che emergono rispetto ad altri?
Credo che quello che emerga di più sia quanto fosse sbilanciata all’inizio. Lei probabilmente non se lo ricorda, perché quando vinci ti dimentichi di contare, ma quando perdi lo fai. Ricordo che quando abbiamo giocato la nostra prima finale di Wimbledon lei aveva nove vittorie contro di me ed io solo tre contro di lei. Per cui era molto, molto sbilanciata, specialmente per le sue vittorie. Io credo di essere stata in grado di giocare bene in alcuni dei nostri match più importanti.

Noti delle somiglianze fra il gioco di Madison e quello di Linsday?
Sì. Linsday colpiva la palla in maniera pulita. Era divertente vederla giocare, mi piaceva tanto. Ovviamente non mi piaceva vederla colpire in maniera pulita contro di me. Credo abbia dato tanto al tennis, e secondo me dovrebbe ricevere più credito per quello che ha fatto. Spesso le persone non parlano di lei, ma era una giocatrice fantastica. Madison anche colpisce la palla in maniera pulita. Credo sarà una buona partita.

Cosa ti ricordi del tuo primo quarto di finale o della tua prima semi in un major? Nel ’97 giocasti contro Testud e Spirlea.
Sì, tanto tempo fa. Ricordo solo che ero soddisfatta per come avevo giocato nei quarti. Poi ricordo anche in quella partita di aver colpito un passante di rovescio più forte che potevo sul matchpoint, gli arbitri l’avevano chiamata dentro, lei era contraria alla chiamata, ed è finita lì. Occhio di falco non c’era. Anche contro Spirlea giocai dei passanti che erano fondamentali in quella partita. Forse ne ricordo qualcuno. In ogni caso sono sempre concentrata sul futuro, quindi non ricordo bene, però sicuramente erano bei tempi.

Con il tempo di recupero tra una partita e l’altra, i giorni off, sei in grado oggi di fare le stesse cose che facevi cinque o sei anni fa per massimizzare il tuo livello di energia fra un match e l’altro?
Sì, non faccio tutto quello che facevo prima. Sicuramente non esco più così tanto. Mi riposo, niente cene o shopping.

Ti diverti ancora?
Oh sì, mi piace tanto stare nella calma della mia stanza. Quella stanza salta, si muove. No, no, cerco solo di restare concentrata a preservare le mie energie.

Quando hai battuto Linsday nella finale di Wimbledon, la tua celebrazione è stata memorabile.
Sì, perché ho rincorso per tutto il match. Nell’ultimo game è stata la prima volta in cui mi sono trovata avanti. Ricordo d’essermi detta, prendi quest’opportunità. Quando vengono, prendile. E poi è finita. Quelle sono le partite che ricordi di più, quelle per cui hai lottato. Sono sicuramente i momenti che significano tanto.

Ora hai un’opportunità. Ti senti pronta ad afferrarla?
Sì, c’è sempre un’opportunità. Mercoledì giocherò ancora con il cuore.

Che tipo di emozione ti da per te, che hai vinto slams e sei stata numero 1, essere a questo punto del torneo? Ti dà quella scarica d’adrenalina in più o solo vincere il torneo te la dà?
Tutte le vittorie ti danno una scarica d’adrenalina, che sia il primo o l’ultimo turno. Sia vincere che perdere creano delle emozioni molto intense. Ma io mi sto godendo ogni momento, come ho sempre fatto. Mai guardando indietro e solo guardando avanti.

 

Traduzione a cura di Lorenzo Dicandia

Continua a leggere
Commenti
Advertisement

⚠️ Warning, la newsletter di Ubitennis

Iscriviti a WARNING ⚠️

La nostra newsletter, divertente, arriva ogni venerdì ed è scritta con tanta competenza ed ironia. Privacy Policy.

 

Advertisement
Advertisement
Advertisement