Australian bagel, Day 14 - Non si uccidono così anche i tacchini?

Australian Open

Australian bagel, Day 14 – Non si uccidono così anche i tacchini?

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Novak Djokovic batte per sfinimento Andy Murray alla quarta ripresa ed è pentacampeon d’Australia. Finale fantastica, tennis surreale, pathos a non finire e poi c’era la marmotta che confezionava la cioccolata

 

Alla fine ha trionfato Novak Djokovic, il favorito della vigilia, al termine di una partita combattuta per due set e mezzo ma che ha visto Murray crollare di schianto nel finale prendendo un parziale di 12 giochi a 1. L’inglese sembrava dominare sul 2-0 del terzo, ma da lì in poi è andato fuori giri ed ha terminato la partita da scozzese. La svolta è stata forse mentale, Andy ha accusato un calo di concentrazione nel momento in cui Djokovic ha iniziato a lamentare problemi fisici. In conferenza stampa lo sconfitto si è congratulato: “Complimenti a Nole, ha saputo battermi con le mie stesse armi”.

L’inizio è contratto, Murray soprattutto sciupa e la qualità del gioco non è eccelsa: il pubblico, dopo il tergiversare iniziale, osservando i valori in campo rapidamente decide di schierarsi dalla parte di Roger Federer. Nel secondo set finalmente inizia a vedersi qualcosa degno di finire negli highlight: un’invasione di campo di due ragazzi, prontamente bloccati. Ciribiribì Novak, che non osservava un’invasione del genere dai tempi della semifinale del Roland Garros del 2013, perde la concentrazione e concede il secondo set al tie-break. Il match finisce in pratica poco dopo, con Djokovic che si permette il lusso di bagelare Murray, che aveva bagelato Berdych, che aveva bagelato Nadal, che aveva bagelato Sela, che non ha bagelato nessuno perché appunto è Sela.

Intanto piovono i complimenti ai due riguardo al match odierno: Gianni Morandi ha definito la finale “squisita” mentre è letteralmente in brodo di giuggole B. Oredom, presidente della Boring Tennis Association, che ha dichiarato: “Sia al maschile che al femminile è stato un grandissimo Australian Open”.

Alcuni spettatori sono rimasti però impressi dalla lunghezza dei primi due set, durati circa 80 minuti l’uno. Per correre ai ripari dal prossimo slam saranno inserite alcune eccezioni: Djokovic-Wawrinka e Seppi-Istomin cominceranno direttamente dal quinto set, mentre in Djokovic-Murray ogni scambio inizierà dal decimo colpo.

Si chiude così uno slam nel quale si sono viste alcune novità: bravo Tomas Berdych a issarsi fino alle semifinali: fino al match con Murray pareva aver riparato le crepe nel suo gioco, anche grazie a Satorova il silicone sigillante. Al femminile abbiamo visto l’esplosione di Madison Keys e anche del tennis di classe da parte di alcune giocatrici delle retrovie come ad esempio Timea Baczinsky, che senza occhiali non pare neanche così male, ma quando li ritrovo vi dico meglio.

E’ stato lo slam del ritorno ai grandi fasti del tennis italiano, con la vittoria in doppio di Bolelli-Fognini. Per il ligure soprattutto è una rivincita contro tutte quelle malelingue che lo hanno sbeffeggiato negli ultimi tempi: Fabio ha grande tennis e questa vittoria, come la sua racchetta, non è da mettere da parte con leggerezza. Bisogna scagliarla via con grande forza. E non va certo sminuita dal malessere accusato da Herbert prima del match. Il francese ha dichiarato di aver urinato sangue prima della finale, ma non c’è nulla di grave: è per venire incontro alla nuove direttive della Wada, dove i controlli incrociati sangue-urina sono stati sostituiti con i controlli mischiati.

Termina quindi lo slam d’Australia e anche l’Australian Bagel, un sentito ringraziamento a tutti gli appassionati da parte di RV, il maggiordomo Bautista, Pospisil Capsule, il Gran Capo Seminole che come al solito non ne ha azzeccata mezza, eccetera. Tutti uniti vi diamo appuntamento a chissà quando con questa rubrica. La quale, se non v’è dispiaciuta affatto, vogliatene bene a chi l’ha scritta, e anche un pochino a chi l’ha raccomodata. Ma se in vece fossimo riusciti ad annoiarvi, credete che non s’è fatto apposta. E adesso la pubblicità.

 

 

 

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