Novak Djokovic vince il quinto Australian Open della sua carriera battendo in finale per la terza volta Andy Murray che dopo aver combattuto per oltre 3 ore cede di schianto. Djoker è così il più titolato in Australia nell’era Open
Novak Djokovic b. Andy Murray 7-6 6-7 6-3 6-0 (Da Melbourne, Roberto Cappuccio)
Djokovic: “Non voglio dire cose cattive su Andy Murray se dice che l’ho distratto ma…”
Djokovic: “Ho vinto la partita più sotto il profilo mentale, ho avuto 20 minuti di crisi ma mi sono ripreso e questo mi incoraggia”
Djokovic: “Ho giocato meglio stasera che contro Wawrinka, ecco perché sono più forte mentalmente”
Non c’è due senza tre: Novak Djokovic batte per la terza volta in finale a Melbourne Andy Murray ed è di nuovo re d’Australia. E il quattro vien da se: quarta finale persa a Melbourne dallo scozzese – ricordo sempre che è britannico solo quando vince – che oltre alle 3 con Djokovic ne aveva persa una con Federer nel 2010.
Se quella tra Djokovic e Wawrinka è stata definita un incontro di box, questa finale tra Djokovic e Murray è stata una battaglia tra gladiatori. Purtroppo uno solo poteva vincere ed dopo una battaglia di 3 ore e 39 minuti in cui i due gladiatori si sono scambiati fendenti violentissimi, Djokovic è riuscito a mettere nell’angolo Murray e a tempestarlo di colpi fino a che lo scozzese è crollato di schianto. Sì tanti errori, sì tanti servizi strappati (9 per Djokovic, 5 per Murray), ma il numero di scambi incredibili in cui entrambi i giocatori hanno mostrato un’atleticità da centometrista, una potenza da canottiere e un tocco da fiorettista è altissimo.
Cronaca di una battaglia annunciata alla Rod Laver Arena, con spettatori che si portano cuscini e caffè per un match che si preannuncia lungo ma con qualche dubbio sulla possibile spettacolarità. Sebbene i numeri siano dalla parte del serbo (15-8 in totale, 13-6 sul duro, 4-0 nel 2014, 3-0 all’Australian Open ), l’incontro si prospetta come il più equilibrato degli ultimi due anni. Murray sembra uscito dai suoi problemi fisici e si presenta con due soli set persi finora nel torneo, entrambi al tie-break e in gran forma fisica e mentale. Gran difensore, in questo torneo ha giocato – specialmente nel match con Berdych – con un’aggressività raramente vista in precedenza. Djokovic, da parte sua, aveva perso un solo servizio e nessun set prima della semifinale, vinta in 5 set contro Wawrinka, ma mostrando degli insoliti alti e bassi. I due sono coetanei, amici e si conoscono bene. “Andy e io abbiamo iniziato ad affrontarci quando avevamo 12 anni”, dice Djokovic. “Ci conosciamo da tanto tempo. E’ bello che siamo qui a giocare un’altra finale del Grande Slam. Ne abbiamo giocate tante e speriamo che sia un bel match per tutti voi“.
Un’altra tipica giornata estiva stile Melbourne, buona ragione per indossare stivali antipioggia e maglione. La domenica della finale inizia con una pioggia fastidiosa, che non ha cessato dalla sera scorsa e una temperatura di 13 gradi. Il tetto della Rod Laver Arena rimane chiuso tutta la notte e anche nel pomeriggio mentre si svolge la finale di doppio misto, tanto per non rischiare nulla. Viene aperto pochi minuti prima della finale, con nuvoloni ancora in cielo, ma scarsa probabilità di pioggia.
Dopo le foto di rito Andy sceglie “croce” nel sorteggio. Esce “testa” (un presagio) e Nole sceglie il servizio. Si parte alle 7:41. Va a Murray il primo punto della finale, poi Djokovic infila un ace, un vincente di rovescio lungo linea e un dritto a uscire per finire con una volè di rovescio a campo aperto. Al terzo gioco Murray si procura 3 palle break con delle grandi accelerazioni di dritto e rovescio incrociati e poi un vincente di dritto lungo linea. Djokovic risponde in uno scambio violentissimo attaccando, aprendosi il campo con il dritto a uscire e chiudendo con una volè bassa di rovescio. Dopo un ace ripete esattamente lo stesso schema e finisce per tenere il game. Nei soli primi tre giochi Djokovic ha collezionato 8 vincenti e Murray 5.
Sono due atleti formidabili, con una velocità sui 10 m che lascerebbe fermo un centometrista. Djokovic gioca estremamente aggressivo e con un altro vincente di diritto a uscire si procura 3 palle break; converte al secondo tentativo con una risposta incredibile di rovescio incrociato che lascia Murray stordito. Con l’ennesimo dritto a uscire Djokovic si porta 4-1 e sembra padrone del campo. Invece di chiudere il set Djokovic si complica la vita con due errori non forzati e poi si avventura in un serve and volley seguendo a rete un kick serve a 150 km/h e viene punito da Murray che spara una risposta di rovescio incrociata che Nole puo’ solo toccare. L’intensità agonistica è incredibile. Una sublime difesa di Djokovic costringe Murray a forzare troppo, ma alla fine è il serbo a cedere il servizio, ma riprende subito il break, a scapito di un leggero infortunio alla mano destra durante una scivolata. Nole serve così per il set, ma questa sera il servizio vale quanto in un torneo WTA (Serena esclusa): sul primo servizio Djokovic, che finora aveva vinto l’81% dei punti, oggi ne realizza sol il 50%. Sul 15-15 i gladiatori (ho detto gladiatori?) giocano un punto incredibile: attacco di Nole, lob di Andy, smash di Nole, passante di Andy, volè di Nole, pallonettetto di Andy, veronica di Nole, attacco di Andy, lob di Nole e smash finale di Andy che si procura il contro break che converte riportandosi 5-4. I giocatori sono estremamente nervosi, la tensione si taglia col coltello, il ritmo sale ancora con scambi che superano spesso i 20 colpi. Vincendo il suo servizio a zero Murray raggiunge Djokovic sul 6 pari. Il tie break è tanto drammatico quanto il resto del match finora, e così come nel resto del set non vale la regola del servizio. Tra un mini break e l’altro si arriva sul 5 pari, quando un’altra difesa incredibile di Djokovic gli procura un set point. Su risposta in rete di Murray Djokovic si porta a casa il primo set in “soli” 73 minuti.
Il secondo set si gioca sempre punto a punto ma è caratterizzato dagli errori non forzati molto più del primo, con i giocatori continuano a strapparsi il servizio. Sul 4-3 Djokovic un’invasione di campo per protesta contro i centri di detenzione dei richiedenti asilo politico fa sospendere il gioco per qualche minuto. Vestiti con T-shirt e mostrando una bandiera che chiede la chiusura del centro di dentenzione di Manus Island (#shutdownmanusislad), sono bloccati e “scortati” fuori dalla security. L’interruzione permette a Murray – che forse dava qualche piccolo segno di cedimento – di riorganizzare le idee e riprendere le energie. Il braccio di ferro da fondo campo continua, con bordate violente da entrambe le parti e scambi lunghi e intensi. Un errore non forzato è seguito da un vincente, un passante da un ace. Il secondo tie break vede Murray scappare sul 4-1 e poi sul 6-2 con spingendo Djokovic sempre più fuori dal campo, ma impiegando 20 scambi e oltre per prendersi il punto. Muzza spreca il primo mettendo lungo un facile rovescio da metà campo e poi subendo il sevizio di Nole, ma al terzo terzo tentativo trova una risposta tra le gambe di Djokovic e vince il set: sono passate 2 ore 32 minuti ed è tutto da rifare.
Murray fa subito il break in apertura con Djokovic che finisce a terra un paio di volte a terra e sembra non avere più l’energia dei set precedenti. Si tocca anche la gamba e non si piega sulle gambe come sa, quando riceve il servizio. Murray invece infila un paio di ace (10 alla fine per lui nel match contro 8 di Djokovic) e si porta 2-0. E invece Djokovic si tira fuori dalle corde, o dalla rete del reziario, e si riporta 2 pari velocemente. Sul 3-3 Murray ha l’ennesima occasione – l’ultima. Nole questa volta tiene il servizio e da qua è un monologo. Novak fa l’ennesimo break ad Andy che a questo punto perde la sua flemma inglese per trovare la rabbia scozzese alla Braveheart e tira violentemente la racchetta a terra. Murray è ormai in difficoltà e non regge gli scambi da fondo. Djokovic è padrone del campo e chiude il set 6-3 in tre quarti d’ora.
Con le energie residue Murray cerca di muovere Djokovic a fondo campo, ma Novak è ormai in trance agonistica e non cede un punto, mentre Murray finisce per commettere un errore dopo l’altro (49 errori non forzati per Andy nell’incontro contro i 40 di Novak, di cui solo 8 negli ultimi due set). In pochi minuti si porta sul 5-0 e servizio procurandosi due match point in meno di mezz’ora. Spreca il primo con un rovescio in rete, ma non il secondo, con un attacco di dritto. Cinquina!
Finisce con Djokovic che lancia la racchetta al pubblico e Murray che prende le racchette dal borsone e le demolisce metodicamente. Di Andy Murray lessi ultimamente su un forum di tennis “Io sostengo Andy Murray: nato per essere il quarto giocatore al mondo“, ed infatti con questa finale lo scozzese si riporta al n. 4.
Dopo aver congratulato Novak per la vittoria fa un bilancio del torneo “Penso sia stato il mio torneo del Grande Slam più solido dall’inizio alla fine. Non ce l’ho fatta oggi, ma sono più vicino di quanto lo fossi l’altr’anno. Tornerò l’anno prossimo spero con un risultato diverso.”
Poi in conferenza stampa dice, tra il deluso e frastornato. “Non penso di aver perso una battaglia dal punto di vista fisico […] Il terzo set è stato frustrante perché mi sono fatto distrarre quando lui è caduto a terra un paio di volte. Sembrava avesse i crampi e questo mi ha distratto. Questo è ciò di cui sono deluso, non tanto il quarto set perché a quel punto prendeva tutto e tutti i colpi gli entravano. Ma il terzo set è stato frustrante. Ma non so, devo riguardare il match e capire. Ora mi prenderò qualche giorno di riposo senza tennis”.
Djokovic è sempre più numero 1, con il maggior numero di Australian Open vinti nell’era Open, secondo solo a Roy Emerson, tra l’altro presente, assieme ad altre leggende del tennis quali Rod Laver, Evonne Goolagong Cawley.
Il commento di Ubaldo Scanagatta e Luca Baldissera:
Il commento di Ubaldo e Ben Rothenberg: