Fluostralian Open: i promossi e i bocciati della moda tennistica

Australian Open

Fluostralian Open: i promossi e i bocciati della moda tennistica

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Anche l’occhio vuole la sua parte; e vedere giocare partite tra evidenziatori non ha giovato. I promossi e i bocciati della moda tennistica di questi Australian Open

Non è possibile. Devono averci letto. Abbiamo chiuso il 2014 lamentandoci in primis di un trend specifico: basta fluo. E loro che fanno? Come quando da piccoli dicevamo al nostro amichetto dispettoso “non mi dare fastidio!” e lui, in crisi di attenzioni, riprendeva più furiosamente a tormentarci, così anche la Nike ha deciso di rivestire tutti i suoi campioni di tessuti fluorescenti, appariscenti, catarifrangenti e Dio sa solo cosa altro possiamo dire che finisca in -enti. L’azienda baffuta va quindi messa per prima sul bancone degli imputati, e sarebbe da darle l’ergastolo. Ma non crediate che sia solo colpa sua. Dalle retrovie, sgattaiolando come il peggiore dei ladruncoli, ci ha tradito anche una azienda che fino a qui si era mantenuta su degli standard classici e mai aveva voluto esagerare. Già, anche l’Uniqlo, il brand giapponese, che non ha mai sgarrato nel vestire il numero 1 del mondo, lasciandosi andare a pochi azzardi, in questi Australian Open ha voluto sperimentare, abbandonando la retta via. L’Uniqlo ha fluorificato Kei Nishikori. Non glielo perdoneremo mai.

Ma torniamo ai casi davvero oltre il limite. E ci scuserete se dedicheremo quasi un pezzo per ogni completo, ma non è colpa nostra. Sono gli outfit che meritano tante parole (di disappunto). E non ci siamo fatti ingannare dal photo-editing, che fa sembrare tutto epico.

NADAL, BARBIE DOLL

nadalba

Non potevamo, non potevamo, non partire da lui. Ci è mancato sui campi da gioco quasi quanto non ci è mancato nell’abbigliamento. Completo a suo modo storico, un po’ perché ricorda quell’infausto Roland Garros del 2009, un po’ perché potremmo prenderlo come parametro di massima in una ipotetica scala di bruttezza dei completi da tennis (quanto è brutto da zero a Nadal Australian Open 2015?)
Un po’ tutti speravamo in realtà nel ritorno della canotta, così come doveva essere agli US Open, a cui poi non ha partecipato. Ed invece ci sono le maniche. La tamarraggine dello smanicato è stata però compensata con tonnellate di rosa shocking contornato dal giallo fluo del baffo e di tutti gli accessori. Ma la parte migliore sono i pantaloncini. Quella striscia viola lucida sul fianco ricorda tanto i fiocchi che si facevano sui regali delle cartolibrerie. Si salvano solo le scarpe (Lunar Ballistec 1.5)
La parte diabolica di questo completo è che può sembrare attraente. Non fidatevi, è un inganno. Tra qualche anno vi vergognerete di averlo anche solo pensato, come quando riprendete le vostre foto da adolescente e quei capelli che tanto amavate a 18 anni ora vi sembrano ridicoli.

NIKKI, KOKKI, BERNY E TAMARRI AFFINI

coatti

Stessa combinazione, rosa shocking e giallo fluo, risultato peggiore, se possibile. Vorremmo sapere se esiste qualcuno che non è inorridito nel vedere Thanasi Kokkinakis scendere in campo a quel modo. Decisamente migliori i pantaloncini neri rispetto a quelli pseudo-maculati che ricordano i peggiori costumi da mare che si vendono ai mercatini. Molto meglio il Kyrgios versione light. Polsini da mettere in dubbio l’identità sessuale di chiunque l’indossi. Menzione per Ze Zhang, entrato di diritto a far parte del club dei tamarri: Kokkinakis ha l’orecchino, Kyrgios le collane e il dubbio modo di farsi le sopracciglia, il cinese ci mette il cappello fluo. Ma il problema principale di questi kit rimane che… venderanno.

CHI PUO’ E CHI NON PUO’

errani vinci

Questo vestito della Nike è fantastico. È bello o indecente a seconda di chi lo indossa. Non dipende dall’outfit. Lo trovo veramente geniale. Per esempio sulle nostre Errani e Vinci sta una favola, sulla Kvitova e sulla Townsend è terribile.

SUPEREROINE E PRINCIPESSE

serena bouchard

Ci gira la testa con tutto questo giallo e tutto questo rosa. Di Serena hanno osato dire che ricordi Wonderwoman. Per noi, vestita così, è come i carciofi: o ti piace da impazzire, o la detesti. Anche Genie fa discutere, ma lei sta al rosa come il blu sta a Superman o il fucsia/viola sta a Billie Jean King. E non abbiamo mai detto che Billie Jean King stia bene, eh.

STABILO BOSS AZARENKA

azarenka

Un evidenziatore. Vederla giocare ha provocato più di una crisi epilettica. Troppo colore da sopportare per un solo vestito. Fortuna che poi ha preferito anche lei la versione light, con un po’ di bianco che dava respiro agli occhi.

UN COLPO AL CERCHIO ED UNO ALLA BOTTE

federer

È che ancora in fluo non lo avevamo visto, e quindi dovevano proporcelo. Consapevoli però di chi stavano vestendo, quelli della Nike si sono mantenuti su un basso profilo, e li ringraziamo per non avere osato più di tanto. Fa sempre un po’ strano vederlo così, ma abbiamo visto di peggio. La borsa però rimane indecente. Anche qua vale la stessa conclusione che abbiamo tratto per il completo di Nadal.

 

GRIGOR CONTROCORRENTE 

dIMITROV

Grazie al cielo, qualcuno vestito in maniera “classica” (almeno per i colori) ce l’hanno lasciato. Magari non sara il “prossimo-Federer” sul piano del gioco, ma sicuramente lo sarà nei piani della Nike per i vestiti, che trasferirà su di lui tutti i modelli pensati per lo svizzero.

 

INCONFONDIBILE SHARAPOVA

sharapova

 

Fortuna anche che c’è Maria Sharapova, col suo stile inconfondibile. Classico, semplice, due colori, rosa e rosso, e ovviamente poi lei rende tutto più vestibile. Nulla da dire.

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