Tornano i fab four: che fine faranno Nishikori, Dimitrov e Raonic?

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Tornano i fab four: che fine faranno Nishikori, Dimitrov e Raonic?

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Se Djokovic e Murray fanno la voce grossa agli Australian Open quanto devono aspettare ancora Nishikori, Raonic e Dimitrov per puntare al primo slam della carriera? E chi ha più chance di vincerlo?

Il 2015 è atteso da tutti come l’anno dei newcomer (ai piani alti) e come l’anno nel quale inserire un nome diverso nell’albo d’oro dei tornei del Grande Slam. Raonic, Dimitrov e Nishikori sono i più accreditati all’impresa dopo che tutti nel 2014 hanno disputato almeno la semifinale in un torneo del Grande Slam (il nipponico addirittura la finale). Gli Australian Open appena conclusisi però dicono altro, dicono che forse per il tridente appena citato non è ancora giunto il momento, soprattutto perchè Murray sembra essere tornato competitivo ai livelli più alti e Berdych (non un Fab, ma top10 costante) si è forse scrollato quell’alone di gran perdente (non che abbia vinto ancora qualcosa ma battere Nadal, anche questo Nadal, è pur sempre una buona base dalla quale partire).

Nishikori in Australia si è beccato una bella lezione da Wawrinka, che contro di lui ha giocato la sua miglior partita del torneo, i quarti sono comunque il miglior risultato nell’Happy slam (già ottenuti anche nel 2012). Per il resto il palmares oltre alla finale di Flushing meadows recita quarto turno sia a Parigi che a Wimbledon e stando a questo è difficile vederlo campione nel prossimo futuro, come è difficile pronosticare una nuova finale a New York. Anche gli head to head non gli sono tanto favorevoli: oltre alla vittoria con Nole agli scorsi US Open il nipponico vanta (si fa dire) nei tornei del grande slam solo una vittoria su Wawrinka (sempre US Open 2014). In totale, quindi non solo tornei dello Slam, Kei ha giocato 25 partite contro i top ten già vincitori di slam vincendone solo 6; un po’ pochine se si pensa che per arrivare a trionfare in un major inevitabilmente si devono superare almeno due grandi scogli.

Questo il dettaglio degli head to head, tra parentesi i match vinti:
vs Murray 1/3 (2014 ATP Finals)
vs Djokovic 2/5 (2014 US Open, 2011 Basilea)
vs Nadal 0/7
vs Wawrinka 1/1 (2014 US Open)
vs Federer 2/3 (2014 Miami, 2013 Madrid)

Terra ed erba, come detto, non sono proprio il massimo per lui.  Più l’erba che la terra visto che il nipponico sulla superficie più lenta del circuito vanta comunque un trionfo a Barcellona ed una finale a Madrid persa solo per infortunio contro chi ha vinto nove volte il Roland Garros. Kei però ha dimostrato che, Nadal a parte, è in grado di battere tutti i più forti. Questa è sicuramente la nota positiva sulla quale puntare le basi in vista dei prossimi scontri diretti.

Veniamo a Raonic. Semifinalista a Wimbledon 2014 è uscito nei quarti di finale in Australia quest’anno, sconfitto da Novak Djokovic. Visto l’epilogo del torneo verrebbe da dire che ci può stare, ed in effetti è assolutamente così. Di sconfortante però, per lui e il suo staff, è stato il modo in cui Nole l’ha battutto. Dalla sfida infatti è emerso un gap quasi insormontabile per il canadese che nonostante il grande servizio ha potuto davvero poco contro la miglior risposta del circuito. Degli scambi non ne parliamo proprio, il serbo sempre padrone e mai in difficoltà.

Ma vediamo come se la cava con gli head to head:
vs Djokovic 0/4
vs Federer 1/8 (2014 Parigi Bercy)
vs Nadal 0/5
vs Murray 4/2 (2014 Indian Wells; 2012 Tokyo, Toronto, Barcellona)
vs Wawrinka 0/3

Le differenze sostanziali con Nishikori sono tre. La prima è che il canadese ha vinto un match in meno (in 27 incontri), la seconda è che sono ben tre i tre i tennisti mai battuti (Nishikori annovera lo zero in casella solo con Nadal) e la terza, questa volta positiva, è il testa a testa positivo contro Murray (unico a vantare tale score). Lo vediamo vincente slam nel 2015? Probabilmente no, ma rivederlo semifinalista a Wimbledon non sarebbe affatto strano dove il suo gran servizio fa pur sempre la differenza. La nota negativa però, paradossalmente, sono i grandi passi in avanti fatti con Ljubicic e Piatti. Milos è cresciuto davvero molto e forse più di questo non può fare, la mobilità e la solidità negli scambi lunghi non gliela può dare nessuno nonostante la coppia di coach sia assolutamente all’altezza della situazione.

Dimitrov. Come Raonic è stato semifinalista ai Championship 2014 ma negli altri slam è arrivato ai quarti solo in Australia (2014 e 2015), per il resto terzo turno a Parigi e quarto a New York. Tra i tre però è forse il tennista con più potenzialità, talento da vendere e grandi colpi. Già agli aussie, soprattutto dopo l’uscita di Federer, veniva pronosticato come possibile semifinalista e perchè no anche finalista. La chance era ghiotta ma di fronte si è ritrovato un Murray versione deluxe che voleva fortemente vendicare la sfida di Wimbledon della passata stagione. Il signor Sharapova la sconfitta non l’ha presa affatto bene distruggendo il telaio della sua Wilson. Ci credeva insomma…

Come fatto con gli altri, ecco il giochino degli head to head:
vs Djokovic 1/5 (2013 Madrid)
vs Federer 0/3
vs Nadal 0/5
vs Murray 2/4 (2014 Acapulco, Wimbledon)
vs Wawrinka 1/2 (2014 Queen’s)

L’analisi dei testa a testa recita 4 vittorie in 19 match con Federer e Nadal mai battuti. La vittoria con Murray a Wimbledon è l’unica in un torneo del Grand Slam. Come detto però è forse il tennista più completo del nostro terzetto, capace di giocare bene su tutte le superfici. Quindi un suo exploit anche al Roland Garros non sarebbe da scartare a priori, a Wimbledon poi si gioca il tutto per tutto essendo l’erba la più adatta alle sue caratteristiche.

Ci sarebbe anche un altro gruppetto di tennisti da citare guardando la classifica. Gruppetto capitanato da Tomas Berdych e con lui inseriamo anche Cilic e Ferrer. Il ceco però sembra l’unico in grado di poter ambire ad un successo slam, sfiorato a Wimbledon 2010 con la finale persa contro Nadal. Per il resto il ceco vanta ad ogni modo semifinale nei restanti major (in Australia addirittura bissata quest’anno). Cilic uno slam già l’ha vinto, successo meritato quanto fortunato, due settimane così non gli capitano di nuovo neanche se vende l’anima al diavolo. Ferrer invece la sua finale al Roland Garros già l’ha fatta. A questo punto della carriera può chiedere di più? Improbabile!

L’ultimo appunto, infine, è pieno di rammarico. Alla vigilia dei tornei sulla terra del 2014 si commentava un Fognini alla caccia della top ten proprio insieme a Nishikori, Raonic e Dimitrov. Adesso a distanza di meno di un anno stiamo qui a parlare del bisogno di ritrovare il miglior talento del tennis italiano, davvero un peccato perchè sui campi del Roland Garros Fabio potrebbe dire decisamente la sua, pensarlo con la coppa dei moschettieri in mano è troppo, ma potrebbe farci passare due belle settimane…

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