Rio 2016: sorprende davvero la scelta del cemento?

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Rio 2016: sorprende davvero la scelta del cemento?

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La scelta dell’ITF di disputare i Giochi Olimpici di Rio 2016 sul cemento ha una sua logica ma non rispetta la tradizione del paese ospitante. Barcellona ’92 resta quindi l’unica Olimpiade sulla terra rossa. Per molti sarà l’ultima occasione della carriera, per il Brasile un’occasione unica come sottolinea il 3 volte campione del Roland Garros, Guga Kuerten

La ITF ha reso noto solo qualche giorno fa che i Giochi Olimpici di Rio 2016, per quanto riguarda le 5 competizioni tennistiche ( singolare maschile e femminile, doppio maschile e femminile e doppio misto) si disputeranno sul cemento al Barra Olympic Park. La Federazione Internazionale di Tennis ha stupito tutti; tutto infatti faceva presagire che la scelta sarebbe ricaduta sulla terra rossa, anche perché l’America Latina è storicamente un paese da “polvo de ladrillo”, con i classici ‘terraioli’ che già pregustavano l’idea di poter disputare le Olimpiadi sulla loro superficie preferita, primo fra tutti Rafael Nadal, che negli ultimi anni ha sempre indicato questo come uno dei suoi obiettivi da raggiungere prima di concludere la sua carriera tennistica.
Da quando il tennis è rientrato a far parte delle discipline olimpiche, alle Olimpiadi di Seul del 1988 (l’ultima volta era stata a Parigi nel 1924), le medaglie sono quasi sempre state assegnate sul cemento: in Corea del Sud nel singolare maschile vinse il cecoslovacco Miroslav Mecir, che riuscì ad avere la meglio in finale sull’americano Timothy Mayotte. I bronzi andarono invece allo svedese Stefan Edberg e allo statunitense Brad Gibert. Da allora ci furono Barcellona, ad oggi l’unica occasione in cui le Olimpiadi si disputarono sulla terra (l’oro lo vinse lo svizzero Rosset) poi Atlanta, Atene e Beijing. L’unica eccezione è stata fatta per Londra e Wimbledon, impossibile non disputare le Olimpiadi 2012 sull’erba dell’All England Club.
Quindi, la sorpresa è stata grossa nell’apprendere ufficialmente la scelta dell’ITF. Sorprende perché in America Latina la terra rossa è tradizione e cultura, quasi tutti i tornei lì si giocano sul rosso e un po’ eravamo stati depistati dal disegno del campo centrale diffuso nel 2013, che mostrava il campo dell’Olympic Tennis Center dipinto di rosso.

La principale questione che emerge a favore di questa scelta è il calendario. I Giochi Olimpici di Rio de Janeiro si disputeranno ad agosto, quindi nello stesso peridio del Canadian Open, Cincinnati e US Open. Probabilmente la scelta è quindi ricaduta sulla stessa superficie proprio per non spezzare la continuità con gli eventi in calendario. E l’occasione sarà ghiotta per chiunque, perché il vincitore non aggiungerà solo una prestigiosa medaglia nel proprio palmares, ma si aggiudicherà anche 1000 punti, gli stessi quindi di un Masters 1000.
La scelta non farà certo contenti tutti. Rafa Nadal pregustava già la possibilità di raddoppiare il bottino olimpico, dopo l’oro di Pechino 2008, sulla superficie in cui ha vinto tutto e ha frantumato record su record. Anche per i nostri azzurri la scelta potrebbe essere infelice. Ma il cemento rappresenta ormai la superficie su cui ci si gioca un grossa fetta di stagione, e come detto la scelta dell’ITF farebbe pensare più ad una questione di logica continuità con gli eventi tennistici di quel periodo, passando sopra alla tradizione dell’America Latina e del Brasile, il cui più grande tennista, Guga Kuerten, vanta tre vittorie al Roland Garros, l’unico Major su terra.

In Brasile però l’attesa e l’entusiasmo per questo grande evento è enorme. Come spiega Walter Russo, manager dell’organizzazione: “Avremo la possibilità di ospitare dei grandi eventi sportivi, dato che la struttura potrà essere utilizzata posteriormente”, racconta a rio2016.com, “ la scelta di una superficie rapida non può che essere positiva, i tennisti non dovranno cambiare la loro preparazione. E qui ci saranno i migliore atleti del mondo”. L’Olympic Tennis Center sarà formato da tre campi principali, un centrale da 10 mila posti e due campi secondari da 5 mila e 3 mila.

Anche Gustavo Kuerten, che fa parte del Comitato Sportivo di Rio 2016 è della stessa opinione, convinto che questa debba essere un’occasione unica e da sfruttare al meglio per il proprio paese: “ E’ importante l’eredità che questo evento lascerà, sia in termini di impatto per quanto riguarda il tennis, ed anche in termini fisici. L’ Olympic Tennis Center sarà infatti un centro di formazione di punta per tutti gli atleti, ed una casa per quelle competizioni che fino ad oggi non si sono disputate in Brasile”.

Juan Margets, Vice presidente dell’International Tennis Federation, ha invece sottolineato come oltre ai benefici strutturali, altri economici e di visibilità  arriveranno dalla presenza dei più grandi campioni  del tennis mondiale che prenderanno parte all’evento: “Adesso i top players sono consapevoli di quanto valga una medaglia olimpica. Nei quattro anni di preparazione ad un evento olimpico ci sono 16 opportunità di conquistare un Grande Slam. Questo aggiunge un valore di unicità alla medaglia olimpica. Rafa Nadal, Roger Federer e Serena Williams sono consapevoli del fatto che questa potrebbe essere la loro ultima possibilità”.

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