Delusione azzurra, brave Mauresmo e le francesi. Non gettiamo la croce addosso alle nostre

Editoriali del Direttore

Delusione azzurra, brave Mauresmo e le francesi. Non gettiamo la croce addosso alle nostre

Pubblicato

il

 

L’Italia non ha perso per colpa del campo, ma questo – suscitando l’ironia di Andy Murray – era obiettivamente indecoroso. Com’è che non se ne è accorto nessuno nei giorni scorsi? Come sempre nessun responsabile?

Nello sport può accadere. E c’è sempre una prima volta. L’Italia non aveva mai perso da 2-0 in Fed Cup, ma a Genova è successo, quando nessuno dopo i 4 set a zero di sabato (anche quelli, a ben guardare, inattesi) se lo aspettava. Scontate le dichiarazioni post partita: “Erano tutti incontri difficili, sul 2-0 il match non era finito…” e non si poteva aspettarci che Barazzutti ci dicesse niente di diverso. Ma per quanto accaduto fino a ieri bisognerebbe dire ancora oggi brave a tutte le tenniste italiane che non si erano mai fatte rimontare. E fra queste c’erano anche le giocatrici che invece hanno perso a Genova.
Anche Roberta Vinci non aveva mai perso in doppio in 18 duelli di Fed Cup e invece è accaduto che non solo abbia perso, ma che si sia trovata – dopo 100 settimane da n.1 del mondo – a subire un punteggio quasi umiliante, 6-1,6-2 dopo aver salvato un matchpoint sul 5-1 nel secondo set. Anche qui. Non dimentichiamo nel giorno amaro della sconfitta tutto quanto è accaduto in passato: brava quindi la Vinci, a non aver perso 18 partite di fila. E’ troppo facile dopo una sconfitta, una pesante sconfitta, dimenticare tutto questo.

Quando si perde in Italia si imbastiscono sempre processi. Io vorrei evitarli salvo che per due situazioni che non hanno inciso sull’esito del match ma alle quali però mi pare giusto accennare.
La prima, quella del campo, assolutamente indecoroso. L’Italia non ha perso per colpa del campo – sia chiaro – ma questo – suscitando l’ironia di Andy Murray (vedi l’articolo pubblicato fra le ultime ora) – era obiettivamente impresentabile. Com’è che non se ne è accorto nessuno nei giorni scorsi? Come sempre nessun responsabile? O forse lo era Sergio Palmieri?
In passato le questioni tecniche, tipo la sistemazione del campo, competevano alla FIT, in particolare a lui, Palmieri. Forse non stavolta. Non ero a Genova e non so se era anche questo il caso. Ma certo è che a chiunque se ne sia occupato andrebbe dato…uno scappellotto, perchè ha fatto fare al tennis italiano una pessima figura. Non mi stupirei se dall’ITF – sebbene presieduta da un italiano, Francesco Ricci Bitti che per l’appunto è il fratello del consigliere FIT Raimondo Ricci Bitti (assai vicino al presidente Binaghi tanto che qualcuno lo considera il suo “delfino” il giorno in cui dopo 16 o 20 anni il dirigente sardo lasciasse quell’incarico che aveva detto di non voler occupare per più di 8 anni) – arrivasse una più che meritata sanzione per la Federtennis italiana.
In altre circostanze, per campi eccessivamente veloci o per quando la Russia bagnò incredibilmente il suo campo in terra rossa preparato all’Olympic Stadium perchè Boris Becker con i suoi piedoni vi affondasse in occasione di una semifinale di Coppa Davis a metà degli anni Novanta (e gli inservienti dello stadio olimpico furono costretti a impossessarsi di 50 phon del vicino Hotel Penta per asciugare la palude predisposta da Tatiana Naumko, coach di Chesnokov: l’inizio del match fu ritardato di un’ora…), la multa arrivò eccome. Diciamo che lì a Mosca c’era dolo e qui, a Genova, soltanto colpa.
Bisogna pensare che ogni interruzione, o ritardo, crea non pochi problemi alle tv che trasmettono l’evento. Raisportsat ha tenuto la linea con i discorsi di Rita Grande e di Nicola (chiedo scusa il nome mi è sfuggito), ma immagino che cosa avranno detto di noi i commentatori della tv francese! Che già, dalla testata di Zinedine Zidane a Materazzi, OltrAlpe  non è che ci vogliano un gran bene…

La seconda situazione ovunque passata sotto silenzio alla vigilia è ciò che ha riguardato Flavia Pennetta e la sua scelta di non essere presente a Genova per non interrompere la sua preparazione sul cemento in vista di quel torneo di Indian Wells dove Flavia deve difendere un sacco di punti avendo vinto il torneo l’anno scorso. Secondo me è più che legittima la scelta di Flavia, perchè è la scelta di una professionista che ha il diritto di scegliersi la programmazione più idonea alle sue necessità. Quindi ha fatto bene anche Barazzutti nel non ostinarsi a convocarla comunque, anche se il match contro la Francia non era un match semplice, e lo si sapeva, e tutte – anche Flavia avrebbe forse (dico forse…) potuto rendersi utile in caso di cattiva forma delle altre azzurre. Che Sara Errani non fosse in forma splendente, al di là della vittoria acciuffata non senza patemi contro una Garcia per sua fortuna straoridnariamente fallosa, lo si sapeva.
Beh, ma allora, mi direte, se Flavia ha fatto bene e Barazzutti ha fatto bene anche lui a non convocarla (non solo per i passati meriti sportivi e l’impegno dimostrato a difendere i colori azzurri in passato), e forse Flavia non sarebbe stata messa in campo comunque, dove sta il problema?
Beh, è solo un problema di coerenza: ricorderete che contro la Lettonia del solo Gulbis e di nessuno altro, in un match scontato, si imbastì un casus belli perchè Simone Bolelli, in ciò presumo consigliato dal suo coach Pistolesi, decise di optare per i tornei asiatici onde conquistare un posto nei primi 32 del ranking Atp. Allora fu condannato da Pietrangeli (“Ha sputato sulla maglia azzurra”!). E Binaghi dichiarò che fino a che ci fosse stato lui presidente Bolelli non avrebbe mai più giocato in Coppa Davis. Insomma, alla luce del silenzio invece che ha seguito l’analoga vicenda Pennetta, si può bene dire – e non è la prima volta – che si sono usati due pesi e due misure. Questo non stride?

Certo oggi è girato tutto storto. Devo dire tuttavia che la brutta giornata di Sara Errani non mi ha troppo sorpreso. Non mi era piaciuta molto nemmeno sabato: aveva vinto d’esperienza, utilizzando tutte le armi di cui dispone (non straordinarie) con la solita intelligenza, approfittando della ingenuità di Caroline Garcia che aveva sbagliato tanti di quei rigori di dritto da non credersi. Eppoi aveva sbagliato una miriade di rovesci, soprattutto quando tentava i lungolinea per sottrarsi agli scambi sulla diagonale dei rovesci sui quali Sara era decisamente più continua e meno fallosa.
Quel match avrebbe dovuto ispirare la condotta di gara a Camila Giorgi (e a suo padre Sergio nonché a Corrado Barazzutti) e invece il suo è stato un match sciagurato, soprattutto dopo la lunga ed improvvisa interruzione – c’era una palla break per Camila Giorgi che avrebbe potuto risalire dallo 0-2 del secondo set – dovuta alla sistemazione del campo indecoroso.
Si sa che adagiare un campo in terra rossa su una superficie dura richiede alcune precauzioni. Ricordo tanti anni fa un’esibizione giocata a Roma, mi pare al PalaEur, dove il campo in terra rossa era ancor peggiore di questo di Genova: mi pare giocasse McEnroe e fu uno spettacolo inguardabile. Il pubblico fischiò a lungo l’organizzazione.
A Torino, due anni fa quando l’Italia affrontò la Croazia il campo si rivelò invece quasi perfetto. Non ho certezze su chi fosse il responsabile del campo di Genova. L’organizzatore dell’evento si preoccupa della vendita dei biglietti, della promozione dell’incontro, ma per gli aspetti tecnici in passato non era mai lui il responsabile. Stavolta, ripeto, non so.
Certo è che in due giorni si sono viste due Camila Giorgi completamente distinte: straordinaria quella di sabato, quasi disastrosa per l’incapacità di frenare la crisi in cui era piombata quella di questa domenica. La continuità di rendimento è ciò che consente ad un giocatore di avere una buona classifica. Il potenziale di Camila c’è e io mi sono sbilanciato su lei non più tardi di sabato sera (e nel corso dell’Australian Open). Spero di non sbagliarmi e che lei con l’esperienza acquisisca quella maturità e quell’equilibrio nella gestione delle giornate negative che ancora le manca.

Per quanto riguarda invece le due brutte sconfitte subite da Sara Errani beh, è riemerso il dramma del suo servizio.
Il suo allenatore Pablo Lozano mi ha detto in Australia che del servizio di sara non vuol parlare più. Lo capisco. Il problema è che noi cronisti invece siamo tenuti a parlarne, quando si vede come sia agevole per una tennista appena un po’ alta e capace di schiacciare i suoi lentissimi (e spesso corti) kick tirando bordate che rendono difficile la difesa perfino ad una grande tennista di difesa come Sara e quasi impossibile anche il controllo di quelle bordate per chi, come Roberta Vinci, se le vede tirare addosso da tre metri. Oggi il divario emerso nel doppio contro le due francesi è stato imbarazzante. Le n.1 del mondo sembravano loro. La Mladenovic in particolare pareva l’ira d Dio. Non solo nei colpi dritto e rovescio di risposta, ma a rete: una mano incredibile per ogni volee smorzate, soprattutto di rovescio ad una mano. Un fenomeno. Pareva un doppio maschile per come servivano, entrambe, e per come giocavano a rete, anche se la Garcia qualche regalino ce l’ha fatto.
Si può discutere chi ha vinto 5 Slam di doppio ed è la coppia n.1 del mondo? No, forse si potrebbe discutere la consistenza dei tornei di doppio (non solo femminile eh, anche quelllo maschile in cui i più forti sono ancora oggi giocatori dai 35 anni ai 40), ma a che varrebbe? Non risolverebbe il problema. Il duoMladenovic e Garcia (ma anche la prima con almeno 4 o 5 altre tenniste) potrebbe valere una coppia da n.1 o n.2 del mondo, questo è certo. Almeno se giocasse sempre come oggi.  Sono giovani e sarei curioso di vedere se la loro bellissima performance (complimenti anche a Amelie Mauresmo per la sagace scelta anche di sostituire la Cornet che aveva perso 4 volte cn la Errani…) verrà ripetuta. La Mladenovic è riuscita a portare in finale a Wimbledon, dove peraltro persero nettamente da Errani e Vinci, la modestissima Babos. E ha vinto il misto all’Australian Open 2014 con il vecchio Nestor (40 anni) dopo averci perso una finale a Wimbledon 2013. Il suo servizio è incisivo quasi come quello di un uomo.
Ai commentatori di Rai Sport 2 ricordo che le due avevano già giocato contro il Kazakstan…mi pare che non l’abbiano detto.

L’Italia ha perso da 2-0 (cone era successo a Nantes con la stessa Francia in Coppa Davis), ma aveva vinto tante volte, e conquistato 3 Fed Cup negli sei anni. Non va sempre bene, stavolta è andata male. Ripeto quel che ho sempre pensato. E cioè che i risultati di Davis e Fed Cup non “pesano” né in positivo né in negativo, checchè molti ne pensino, quanto i risultati individuali in uno Slam. Quindi mi diapace quanto accaduto ma non mi strappo i capelli (anche perchè non li ho).

Continua a leggere
Commenti
Advertisement

⚠️ Warning, la newsletter di Ubitennis

Iscriviti a WARNING ⚠️

La nostra newsletter, divertente, arriva ogni venerdì ed è scritta con tanta competenza ed ironia. Privacy Policy.

 

Advertisement
Advertisement
Advertisement