Il tennis lungo le rive del Gange

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Il tennis lungo le rive del Gange

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Viaggio alla scoperta del tennis in India, dove il dominio inglese ha inciso in maniera massiccia. La sua espansione si deve a Mohd Saleem da Lahoreè, più volte vincitore nel campionato di Punjab precedentemente dominato da tennisti britannici. Ma è con Ramanathan Krishnan ed il duo Bhupathi/Paes che il tennis in India acquisisce sempre più importanza

Settantuno anni. Tanto è durato il dominio britannico in terra indiana. L’India entrò a far parte dell’impero britannico nel 1876 quando la regina Vittoria fu proclamata imperatrice delle Indie ma in realtà fu dal lontano 1757 che la Gran Bretagna cominciò ad impadronirsi dell’India pezzo per pezzo. In totale l’India rimase sotto il dominio inglese all’incirca due secoli; per la prima volta l’intera nazione fu unificata sotto un unico governo. In India in quel periodo si parlavano molte lingue, ma l’Inghilterra impose la sua come unica lingua ufficiale. Inizialmente il dominio inglese sull’India fu esclusivamente sotto forma di sfruttamento: ad esempio, la fiorente manifattura indiana che produceva tessuti di cotone venne completamente rovinata dalla concorrenza di quella inglese, la quale faceva coltivare il cotone in India, per poi importarlo in Inghilterra e lavorarlo con tecniche più avanzate; con l’arrivo degli inglesi si diffuse, inoltre, la grande proprietà latifondistica che ebbe come conseguenza la distruzione, in parte, dell’allora fiorente agricoltura indiana. All’epoca molti villaggi, anche i più isolati, potevano considerarsi autosufficienti proprio grazie alla coltivazione della terra.

Successivamente, rendendosi conto di poter anche trarre vantaggio da una colonizzazione meno “brutale”, l’Inghilterra modificò il proprio modo di governare l’India, impegnandosi anche a modernizzare la sua economia e a creare una classe media di funzionari indiani istruiti e ben addestrati che collaborassero nell’amministrazione del paese. Diventò una politica di colonizzazione più intelligente e di larghe vedute, anche rispetto a quelle generalmente in uso in altre colonie in quel determinato periodo storico. In tutta questa situazione fu inevitabile l’influenza britannica nei confronti del popolo indiano sotto molti punti di vista, non ultimo quello sportivo. Ed è proprio qui che comincia la nostra storia. Per risalire fino alle origini del tennis indiano dobbiamo partire circa dalla fine del diciannovesimo secolo; nel 1880 il tennis, anzi all’epoca ancora lawn tennis, fu introdotto in India da parte dell’esercito britannico e da alcuni funzionari civili inglesi; il tennis all’epoca era già praticato in Inghilterra da circa una decina d’anni (1870). Successivamente in pochissimo tempo cominciarono a disputarsi i primi importanti tornei nel paese: come ad esempio il Punjab Lawn Tennis Championship tenutosi a Lahore (oggi Pakistan) nel 1885, il Bengala Lawn Tennis Championship a Calcutta nel 1887 e l’All India Tennis ad Allahabad nel 1910. Ovviamente, nei primi anni di vita di questi tornei a dominarli (ancora questa parola..) furono gli inglesi, gli indiani ancora dovettero prendere familiarità con uno sport fino ad allora sconosciuto. Con il tempo, però, i giocatori di tennis indiani iniziarono a far sentire la loro presenza a livello nazionale; il susseguirsi ininterrotto di vittorie britanniche nei tornei sopra elencati fu spezzato da tale Mohd Saleem da Lahore, che vinse nel campionato di Punjab nel 1915. Saleem, all’epoca, fu un vero asso, si aggiudicò infatti i successivi campionati di Punjab tra il 1919 e il 1926. Immaginiamo quanto dovette essere ben visto dalle guardie britanniche dell’epoca. Le notevoli prestazioni ottenute da Saleem in quegli anni spinsero gli indiani ad interessarsi sempre di più al gioco e a praticarlo con più serietà e passione. Nel 1919, un altro indiano, Nagu conquistò il titolo agli All India Tennis Championship. Tripudio, ormai il tennis era diventato a tutti gli effetti un sport amato e praticato in India. Questa passione portò alla necessità di avere una federazione nazionale, ed ecco nel 1920 la nascita della All India Lawn Tennis Association (AILTA), ah ovviamente con norme e regolamenti formulati tenendo conto delle leggi seguite dalla Lawn Tennis Association of Britain, e ci mancherebbe… In conseguenza di tutto ci fu anche l’esordio in Coppa Davis nel 1921, la superficie preferita dei giocatori indiani era, manco a dirlo, l’erba. Subito dopo la fine della seconda guerra mondiale e successivamente del dominio inglese in terra indiana (1947) l’AILTA decise di organizzare il primo campionato nazionale di tennis su erba aperto anche a giocatori stranieri, ma furono gli indiani, diventati ormai esperti nella superficie, a dominare il torneo fino al 1955. Nel frattempo con la dichiarazione d’indipendenza i primi giocatori indiani cominciare anche a varcare i propri confini, nel 1954 Ramanathan Krishnan vinse il titolo Junior a Wimbledon (primo asiatico a farlo) ed ottenne successivamente diversi risultati importanti anche a livello Senior come le due semifinali conquistate sempre a Wimbledon nel 1960 e 1961 e il quarto di finale raggiunto nel 1962 al Roland Garros. Con il passare del tempo il tennis acquistò sempre più seguito ed importanza, complice del fatto furono anche le grandi prestazioni della nazionale in Coppa Davis a partire sessanta e settanta; non vinsero mai la manifestazione ma ci andarono vicino tre volte, nel 1966, 1974 e 1987, perdendo in finale rispettivamente contro Australia, Sudafrica (in seguito al rifiuto dell’India di giocare in Sudafrica la finale fu persa a tavolino) e Svezia. Nei giorni nostri, a partire dagli anni ’90, entrano in scena due giocatori conosciuti ai più: Leander Paes e Mahesh Bhupathi, vittoriosi in coppia in diverse prove dello Slam e autori di grandi prestazioni in Davis. Bhupathi/Paes a cavallo degli anni 2000 è stata più che una coppia, direi un intercalare…alla domanda: chi ha vinto la finale? La risposta era Bhupathipaes tutto attaccato. Quasi come un giocatore unico, la coppia, n.1 del ranking nel 1999, si divise però nel 2002 quando Bhupathi scelse come suo compagno Max Mirnyi. Questo non impedì ad entrambi di continuare ad inanellare vittorie su vittorie con partner diversi. Nonostante il ritiro di Bhupathi avvenuto nel 2013, Paes non ha ancora deciso di appendere la racchetta al chiodo. La propensione dei giocatori indiani nella specialità del doppio è evidente, tutt’ora non si vedono all’orizzonte giocatori in grado di fare la differenza in singolare come fu nel periodo immediatamente post coloniale. Somdev Devvarman e Yuki Bhambri, nonostante la giovane età e l’incoraggiante terzo turno all’Australian Open, non sembrano poter avere un futuro da grandi protagonisti. Ma chissà, in un paese così mistico, che in futuro non possano esserci grandi sorprese. O magari la nascita di un nuovo “duo” imbattibile che rimanga nell’immaginario collettivo di noi appassionati.

 

Simone Stefani

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