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(S)punti Tecnici

ATP/WTA Miami: (s)punti tecnici, terzo turno

Last updated: 30/03/2015 20:19
By Luca Baldissera Published 30/03/2015
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8 Min Read

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Flavia Pennetta e Adrian Mannarino danno lezioni di tattica, in modi diversi ma perfetti

Le geometrie complementari di Adrian e Flavia

Tra le cose più degne di nota, a mio avviso, di queste prime giornate del Masters 1000 di Miami, meritano di essere senz’altro sottolineati i perfetti approcci al match, dal punto di vista tattico-strategico, che hanno permesso a Flavia Pennetta e Adrian Mannarino di vincere i rispettivi confronti contro Victoria Azarenka e Stanislas Wawrinka.

Flavia e Adrian si sono trovati davanti due avversari decisamente più potenti di loro con i colpi da fondocampo, il che nel power-tennis di oggi è un problema non da poco. Ovviamente, la soluzione a questo problema – facile a dirsi, molto meno a farsi in campo – è cercare di evitare di essere travolti dalla pressione e dal ritmo del palleggio, mediante variazioni di traiettoria, angolo e profondità. Oltre che più potenti, Vika e Stan sono anche più pesanti fisicamente e per questo relativamente meno a loro agio negli spostamenti, e incidere su questo aspetto è l’unica strada possibile per chi non può permettersi di fare semplicemente a pallate.

La cosa interessante è che Pennetta e Mannarino hanno saputo uscire dalla trappola della sparatoria da fondo utilizzando due tipi di tattica, o meglio di geometria, praticamente opposti tra loro, ma perfetti per mettere in difficoltà Azarenka e Wawrinka: variazioni di profondità e rotazione in verticale per l’italiana, anticipi e angoli in orizzontale per il francese. Curiosamente, i risultati sono stati numericamente identici, 7-6 7-6 in favore di entrambi.

Adrian è un mancino dotato di ottimo timing negli impatti, poco “punch”, ma grazie alle aperture estremamente contenute e agli swing rapidi e precisissimi, in particolare con lo splendido rovescio bimane, è in grado di essere un eccezionale incontrista, e di appoggiarsi perfettamente alla potenza dei colpi avversari. Davanti a uno Stan sicuramente sottotono, ma pur sempre di un signor top-10 si trattava, Mannarino ha correttamente scelto la tattica dell’anticipo ad ogni costo, impostando l’intero match come fosse una gara a “chi la prende prima”, e ha cercato di aprire gli angoli in diagonale sempre di più, fino a costringere spesso Wawrinka a fare quello che gli piace di meno, ovvero un recupero laterale dopo l’altro, a partire dalle risposte a servizi praticamente sempre tirati esterni. Se fai una cosa del genere contro Djokovic o Federer, che sul campo volano, ti consegni alle accelerazioni strette o alle aperture lungolinea, lasciandogli metri di angolo dove incidere: contro gente potente ma non leggerissima nel footwork, però, come Stan (o come Berdych, Raonic, eccetera) se ben eseguita la tattica può disinnescare completamente la capacità di accelerazione dei picchiatori che amano colpire con gli appoggi ben saldi, e così è stato. Wawrinka regolarmente a metri dal campo, e Adrian in anticipo e appoggio costante sui tentativi di sfondamento da lontanissimo dello svizzero, che faceva per questo anche tanta più fatica, fino alla meritata vittoria di Mannarino. Dominic Thiem, prossimo avversario di Adrian, farà bene a studiarsi attentamente il dvd del match, perchè è un giocatore abbastanza simile a Wawrinka, e potrebbe tranquillamente fare la stessa fine.

Flavia, al contrario, sapeva benissimo che aprire gli angoli in diagonale a una come Vika, che potrà anche non essere una lepre ma alla velocità di palla del tennis femminile o spari sulla riga a tutto braccio o comunque l’altra in due falcate ci arriva bene lo stesso, avrebbe significato scatenare le bordate in contro-cross e lungolinea che sono la base del tennis della bielorussa (e di Sharapova, Williams, eccetera). In modo complementare e opposto a quanto fatto da Mannarino, ma con uguale efficacia, Pennetta ha risolto il problema semplicemente rifiutandosi di prendere un angolo che fosse uno per prima, picchiando al centro sempre e comunque, variando magnificamente le rotazioni (colpi filanti e poco liftati alternati a topponi carichi e profondi), con l’unico imprescindibile obiettivo di ottenere lunghezza e percentuali. Ogni tanto, ottime smorzate di grande qualità a completare il tutto, quasi sempre vincenti.

Azarenka, destabilizzata in verticale, si è trovata costretta a cercare lei per prima le accelerazioni e le aperture in cross che le potessero consentire di “vedere” degli accettabili spazi di campo dove affondare, ma da posizione centrale e fuori dalla riga di fondo, il che è una delle cose più difficili da eseguire con successo. Il risultato è stata una marea di gratuiti, in particolare rovesci dal centro che scappavano esterni, o angoli non abbastanza decisivi, che al contrario aprivano i lungolinea per Flavia, che in diverse occasioni non si è fatta pregare trovando ottimi vincenti da entrambi i lati. Un po’ come una squadra di calcio che concede il possesso palla, e una volta portati gli avversari ad avanzare abbastanza, solo allora rischia il pressing e i raddoppi per poi partire in contropiede. La povera Vika non ci ha capito più nulla, al punto da prendersi un penalty point per “audible obscenity” e successiva distruzione di racchetta: fantastica Pennetta, che peserà dieci chili meno di Azarenka ma è stata lei a giocare come il gatto con il topo. Contro Simona Halep sarà un match ad altissimo “tasso di fosforo” per Flavia, che troverà un’avversaria accorta e abile tatticamente quanto lei: partita assolutamente imperdibile.

One-Handed Backhand Appreciation Corner

Senza il Vecchio Jedi Roger a guidarli, i Guerrieri della Luce sono in difficoltà: Stan-The-Man ha ceduto di schianto, ci rimangono l’Apprendista Bulgaro Grigor, il Ranger Canadese Steve, e il Picchiatore Austriaco Dominic. Le Nemesi Bimani, a meno di clamorose ed Eroiche sorprese, si apprestano purtroppo a conquistare Miami, non si vede davvero chi possa contrastare il Sith di Gomma Darth Nole.

Tra le donne, as usual siamo disperatamente aggrappati alla magnifica presa Eastern della leggendaria Carla Suarez Navarro, “Jeanne d’Arc” per gli amici, che però già in ottavi di finale trova la Trottolina Talentuosa Agnieszka: durissima anche qui. Finora, annata cupa, e deve appena cominciare la stagione delle battaglie sulla terra rossa, che Montecarlo 2014 a parte ha dato davvero poche soddisfazioni agli Illuminati del finale a una mano. Ma come detto, finchè resterà anche uno solo di noi, la Speranza in un tennis migliore non svanirà mai del tutto.

 


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TAGGED:Adrian MannarinoATP Miami 2015Flavia PennettaLavagna tatticaWTA Miami 2015
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