Il ritorno di Big John Isner, Mister tie-break

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Il ritorno di Big John Isner, Mister tie-break

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Dopo un difficile finale di 2014 e un altrettanto complesso inizio di 2015, John Isner torna protagonista a Miami, confidando nell’amico di sempre: il gioco decisivo

Il tennis maschile americano si sa, non sta passando un momento straordinario se paragonato soprattutto alla sua leggendaria Storia, con 0 giocatori nella Top 20 del ranking mondiale. L’ultimo ad essere in Top 10 è stato John Isner, il gigante buono di Greensboro che è stato N.9 come best ranking di carriera.

Nell’ultimo anno però il rendimento di Isner non è stato al passo dei migliori e dopo aver chiuso il 2014 al N.19 della classifica ATP, è calato ulteriormente in questa prima parte del 2015, scendendo nell’ultima classifica al N.24 dopo un inizio di stagione con più sconfitte che vittorie (5-6).

Tuttavia in Florida Big John è ritornato ai livelli che lo hanno reso nelle stagioni precedenti un’autentica mina vagante soprattutto sull’amato cemento americano, dove ha iniziato a giocare ed è anche diventato campione NCAA nel 2006.

A Miami ha trovato refrigerio e sollievo grazie al suo più grande alleato: Il tie-break, il gioco decisivo creato da Jimmy Van Halen nel 1965 in cui Isner è un vero e proprio fuoriclasse non solo del tennis attuale ma in generale dell’Era Open.

A Key Biscayne, Isner ha battuto 2 giocatori di grosso calibro nel giro di poche ore, prima Grigor Dimitrov N.11 e poi Milos Raonic, N.6 del mondo in un match da 3 tie-break. Anche contro il bulgaro però il successo era passato da un delicato tie-break del primo set vinto nettamente per 7-2 che gli ha spianato la strada per il successo.

Ma allora come si colloca John Isner nella Storia del tennis relativamente al “Jeu Décisif”? Beh non proprio malissimo…

Innanzitutto la sfida con tutti tie-break contro Raonic è stata la N.9 della sua carriera. In queste nove occasioni, 6 volte l’americano è uscito vincitore. Più in generale quando il match si è risolto al tie-break decisivo Isner si è imposto 33 volte su 52 (63%). Una di queste 33 vittorie è arrivata al tie-break del quinto set nel match vinto contro Andy Roddick allo US Open 2009 al terzo turno, una delle vittorie più prestigiose della sua carriera.

Tornando ai 9 incontri “All-Tiebreakers” è interessante notare come 2 di queste sfide si siano giocate nel torneo che ha lanciato Isner sulla scena internazionale: a Washington 2007, Isner gioca il suo secondo torneo da professionista e batte nella Capitale americana in fila: Tim Henman, Benjamin Becker, Wayne Odesnik, Tommy Haas e Gael Monfils per raggiungere la finale. Le vittorie contro il suo connazionale e il francese arrivarono proprio in 3 tie-break. Nell’atto finale si sarebbe poi arreso in 2 set al suo amico Andy Roddick.

In assoluto i numeri di Isner nei tie-break sono notevolissimi: è il terzo giocatore in attività per numero di tie-break vinti dietro all’irraggiungibile Roger Federer, e Ivo Karlovic ma rispetto al croato la sua percentuale di successo nella stretta finale è di gran lunga superiore: Isner infatti porta a casa il 64% dei tie-break che gioca (249-140) mentre Karlovic appena il 50%.

John è uno dei 7 giocatori nella Storia ad aver vinto più di 200 tie-break in carriera mantenendo una percentuale di vittoria del 60% o superiore, davanti a lui solo Roger Federer (65%) ma dietro di lui ci sono nomi del calibro di Pete Sampras (63%), Andy Roddick (62%), Ivan Lendl, Stefan Edberg, Boris Becker (60%).

Insomma potete star certi che se dovessero chiedere a lui per quanto riguarda il tie-break decisivo nel quinto set in Coppa Davis, non dirà certamente di no. Anche se il destino vuole che il match per il quale Big John è più ricordato sia proprio uno dove si è giocato a oltranza. La sfida di primo turno a Wimbledon 2010 contro Nicolas Mahut, vinta 70-68 al quinto. State tranquilli però, anche in quel match si giocarono 2 tie-break, altrimenti non sarebbe un incontro di John Isner, l’uomo del tie-break.

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